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A Bergamo la nuova creazione
del compositore israeliano Yuval Avital

2 minuti di lettura

BERGAMO – Dopo la partecipazione all’Expo di Milano con l’installazione Alma Mater, l’artista e compositore israeliano Yuval Avital presenterà a Bergamo la sua nuova creazione, Fields (Campi). L’occasione è quella della manifestazione annuale intitolata I Maestri del paesaggio, organizzata dall’associazione culturale Arketipos e dal Comune, in programma dal 5 al 20 settembre.

Una nuova esperienza di sound art caratterizza l’opera del Maestro Avital, che rinnova il sodalizio artistico con Architettura Sonora e Catellani&Smith, già collaudato alla Fabbrica del Vapore. L’artista parte infatti dal legame con la terra ed esplora i molteplici significati del termine: dal campo naturale si passa così al campo urbano della piazza, al campo sonoro ed elettromagnetico, fino al campo di pensiero.

I sessantacinque minuti di Fields vedono così alternarsi i suoni della natura e quelli della città, dell’ambiente urbano, fra cori polinfonici e campi sonori digitali, all’insegna di una polivalenza che è anche omaggio a due grandi compositori come Messiaen e Risset. Nel suggestivo scenario di Piazza Vecchia, caratterizzato per l’occasione dal progetto di landscape dell’architetto Andy Sturgeon (in collaborazione con Lucia Nusiner e Maurizio Quargnale), la partitura dell’artista israeliano, si arricchisce ulteriormente grazie all’interazione con l’ambiente circostante. A un centinaio di metri, nella cornice del giardino Tresoldi, invece, l’allestimento curato da Catellani&Smith e Architettura Sonora invita a un ascolto più meditativo: fra le aiuole del giardino, il visitatore potrà lasciarsi trasportare dalle note di Avital in uno spazio più intimo e riflessivo.

M.D.

Redazione

Frammenti Rivista nasce nel 2017 come prodotto dell'associazione culturale "Il fascino degli intellettuali” con il proposito di ricucire i frammenti in cui è scissa la società d'oggi, priva di certezze e punti di riferimento. Quello di Frammenti Rivista è uno sguardo personale su un orizzonte comune, che vede nella cultura lo strumento privilegiato di emancipazione politica, sociale e intellettuale, tanto collettiva quanto individuale, nel tentativo di costruire un puzzle coerente del mondo attraverso una riflessione culturale che è fondamentalmente critica.

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