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The Blossom Project © Isabelle Chapuis&Alexis Pichot

“The Blossom Project” interroga
il paesaggio abbandonato

6 minuti di lettura
The Blossom Project © Isabelle Chapuis&Alexis Pichot
The Blossom Project © Isabelle Chapuis&Alexis Pichot

Il paesaggio, con le debite collocazioni spazio-temporali, sembra, per certi versi, essere la forma d’arte che per eccellenza incarna, e interroga, l’opera combinata tra natura e uomo. Arte collettiva per necessità, sia nel passato sia nella contemporaneità, il paesaggio si forma da oggetti trovati, forme e materiali ordinari, quelli che fanno parte della vita di tutti i giorni. Memorie individuali e collettive osservabili. Anzi il paesaggio, ancora di più di tutte le altre arti, si fonda essenzialmente sulle possibili e molteplici ricomposizioni di questi materiali, è un’arte dello sguardo che si avvale di tecniche diverse per misurare, descrivere, narrare e interpretare.

Un’arte, che proprio per il suo stretto contatto con la velocità, insita nei cambiamenti umani sulla Terra, soffre di instabilità e si evolve continuamente. In questo senso la ricerca fotografica, fin dai primordi, si è affiancata all’immaginario creato dai pittori, creando anno dopo anno, fotografo dopo fotografo, un pensiero che ci consente ancora oggi di riconoscere paesaggi altrimenti incomprensibili.

The Blossom Project © Isabelle Chapuis&Alexis Pichot
The Blossom Project © Isabelle Chapuis&Alexis Pichot

The Blossom Project è un intervento diretto sulle caratteristiche del paesaggio effimero contemporaneo: progetto fotografico che letteralmente fiorisce nei paesaggi abbandonati e vuoti del pianeta.

Trova la sua origine nel 2012 all’interno di un concorso fotografico dal tema Paris, je t’aime: l’intento è quello di rappresentare l’amore con un fumo di colore rosa che scorre per le strade di Parigi. Da allora, Isabelle Chapuis e Alexis Pichot, due noti artisti contemporanei, hanno continuato a creare immagini inedite percorrendo tutto il globo: dal Marocco alla Norvegia, dalle cave abbandonate ai cantieri, dagli aeroporti isolati alle montagne.

The Blossom Project © Isabelle Chapuis&Alexis Pichot
The Blossom Project © Isabelle Chapuis&Alexis Pichot

I due artisti esplorano e mettono in discussione, scattano e interrogano la presenza-assenza degli esseri umani in questi paesaggi mentre il loro lavoro può tranquillamente essere paragonato all’approccio e al concetto di Land Art di Robert Smithson.

The Blossom Project © Isabelle Chapuis&Alexis Pichot
The Blossom Project © Isabelle Chapuis&Alexis Pichot

Dall’altra parte, la scelta artistica di concentrare l’attenzione sulla forza espressiva del colore ricorda più l’espressionismo astratto tra Rothko e Newman.

Nella sua carriera Isabelle Chapuis si è specializzata in ritratti che conciliano arte e moda, il suo compagno di avventure Alexis Pichot, noto anche come Alex VI, invece utilizza da anni la tecnologia della light painting all’interno degli spazi urbani. Il concetto di light painting si serve di un metodo particolare che si basa sull’utilizzo di un tempo di esposizione lungo in un ambiente quasi totalmente buio: i disegni che si producono provengono di solito da una sorgente di luce o vengono ricreati muovendo la fotocamera.

In The Blossom Project ciò che risalta è lo scontro di stili che caratterizza il lavoro dei due fotografi, lo rende un punto di forza e un risultato molto interessante all’occhio: una sorta di fusione tra la comprensione della contesto di Alexis e il lato più intimo ed emozionale di Isabella.

The Blossom Project © Isabelle Chapuis&Alexis Pichot
The Blossom Project © Isabelle Chapuis&Alexis Pichot

Il loro è anche un richiamo costante al passato, alla storia che i luoghi custodiscono. Il colore del fumo evoca in queste cattedrali vapori che, ieri, uscivano dalle ciminiere delle fabbriche oggi abbandonate.  La durezza del passato industriale viene rivisitato dai fumi evanescenti che macchiano l’inquadratura e dall’altra parte gettano uno sguardo interrogativo sulla vanità delle costruzioni umane. La bellezza fugace di un momento si confronta con la realtà, così fugace come lo è la cortina fumogena.

The Blossom Project © Isabelle Chapuis&Alexis Pichot
The Blossom Project © Isabelle Chapuis&Alexis Pichot

«Il progetto Blossom è una celebrazione della terra e del suo potenziale creativo, le nuvole di fumo rappresentano l’incombente manifestazione visiva dell’impulso creativo».
Claire Alliot-Soto (Paris Palma art Advisory)

The Blossom Project © Isabelle Chapuis&Alexis Pichot
The Blossom Project © Isabelle Chapuis&Alexis Pichot

Paesaggi che sembrano inermi e statici ma che invece nascondono un movimento senza una forma o una consistenza definitiva, solo un colore che aggiungendosi al valore creativo dei paesaggi lo amplia, proprio in concomitanza all’interazione con l’uomo. Immagini insomma inquietanti ma anche famigliari, come se la presenza umana sul pianeta sia spaventosa e allo stesso tempo accogliente.

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Fausta Riva

Fausta Riva nasce in Brianza nel 1990.
Geografa di formazione(Geography L-6) poi specializzata in fotografia al cfp Bauer.
Oggi collabora con agenzie fotografiche e lavora come freelance nel mondo della comunicazione visiva.
Fausta Riva nasce sognatrice, esploratrice dell’ordinario. Ama le poesie, ama perdersi e lasciarsi ispirare.

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