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Composizione VII: la sinfonia su tela di Vasilij Kandinskij

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3 minuti di lettura

Composizione VII, opera del maestro dell’astrattismo Vassilij Kandinskij (1866-1944) è il grande, monumentale olio su tela del 1913, attualmente conservato alla Galleria Tret’jakov di Mosca, considerato dai più, oltre che un punto di svolta all’interno della carriera stessa dell’autore, anche uno delle opere simbolo del movimento dell’astrattismo.

KANDINKIJ composizione VII

Prima di approcciarci a Composizione VII, però, è bene ricordare che Kandinskij è stato, oltre che pittore, anche violoncellista di successo, dato fondamentale per riuscire ad orientarsi meglio in quell’avvilupparsi apparentemente casuale di linee e colori che è l’opera che stiamo considerando: leggiamo dunque questo dipinto come si leggerebbe uno spartito musicale, e godiamone come godremmo di una sinfonia.

A sinistra, in basso, il bianco e i colori chiari: è il silenzio, il non suono del momento in cui il maestro alza le braccia e i musicisti inforcano gli strumenti e si preparano a cominciare. Colori caldi e freddi, sempre tenui e stesi a larghe campiture e con linee morbide, corrispondono a varie sequenze di suoni, che conducono, in un crescendo cromatico, verso il centro del dipinto.

Siamo ora nel bel mezzo del primo movimento: prevalgono il ritmo, la tensione, il vorticare frenetico di linee e colori che costituiscono l’acme del momento artistico, sia pittorico che musicale.

Il secondo movimento richiama, cromaticamente, l’overture: colori tenui e freddi stesi a grandi campiture e secondo una linea morbida, in una distensione melodica tesa però a sfociare nelle cromie e nella composizione vorticosa dell’ultima parte dell’opera, che si getta quasi nel nero, in un non-suono ben diverso da quello dell’inizio, che non lascia spazio ad alcuna possibilità. Siamo alla fine.

Composizione VII, realizzata in soli tre giorni di lavoro, ma preceduta da oltre 30 bozzetti, è uno spartiacque fondamentale nella produzione del pittore moscovita: qualsiasi rimando alla realtà e alla mimesi del mondo che lo circonda è ormai venuto meno e non è più possibile collegare logicamente quanto vediamo sulla tela con le cose che ci circondano. È proprio il colore in quanto tale a determinare questo passaggio o, ancor di più, il modo in cui l’autore ne sfrutta tutte le infinite potenzialità, anche per quanto riguarda il collegamento tra arte e musica: dall’energia dell’arancione ai picchi drammatici dei colori freddi che sfociano in un “tormentato violoncello” quando toccano le punte più cromaticamente intense della loro resa fino ad arrivare ai colori a mezzo tra caldo e freddo, soprattutto il giallo, legato tradizionalmente all’irrazionalità e alla follia.

Forse sta proprio in questo la “chiave” dell’astrattismo, di cui Kandinskij è sicuramente l’autore più conosciuto: non soltanto proporre allo spettatore un qualcosa di altro dalla realtà, ma soprattutto proporgli un’esperienza a tutto tondo, un dialogo con l’Arte tutta, musica o pittura che sia.

 


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Giulia Malighetti

23 anni, laureata a pieni voti in Lettere Classiche alla Statale di Milano, amante della grecità antica e moderna spera, un giorno, di poter coronare il suo sogno e di vivere in terra ellenica.

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