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Domeniche nei musei: non aboliamole!

Il ministro Bonisoli ha abolito le domeniche gratis nei musei. Un vero controsenso in un Paese che dovrebbe dare più spazio alla cultura.

6 minuti di lettura

Questa si sta rivelando un’estate bollente, e non solo per le temperature segnate dai termometri. È bollente anche per i cambiamenti che arrivano dal nuovo governo (che in fondo del Cambiamento ha fatto il suo marchio di fabbrica) e soprattutto per le reazioni che sta avendo l’opinione pubblica. In particolare l’ultima novità riguarda le domeniche gratuite nei musei.

Una guerra alla cultura

A due mesi appena dall’insediamento del governo gialloverde si sta registrando un fenomeno un po’ paradossale: la guerra alla cultura combattuta proprio dal Ministro della Cultura Alberto Bonisoli.
Tutto è cominciato con l’annuncio dell’eliminazione del Bonus Cultura per i diciottenni, tra i fiori all’occhiello del governo Renzi. Dopo un’infuocata polemica (il ministro aveva perfino affermato che è meglio far venire ai giovani “la fame di cultura” facendoli rinunciare a un paio di scarpe), c’è stato un dietrofront. Ora nel mirino del ministro Bonisoli sono finite le domeniche gratis nei musei.

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Il Ministro della Cultura Alberto Bonisoli (M5S).

Questa iniziativa, voluta da Dario Franceschini (predecessore di Bonisoli), prevedeva che ogni prima domenica del mese si potesse entrare gratis in numerosi musei italiani. Il nuovo ministro ha dichiarato che dopo questa estate l’iniziativa non sarà più confermata, dal momento che a suo dire questa sminuirebbe il valore dei musei.

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L’ex Ministro della Cultura Dario Franceschini (PD).

Un vero controsenso in un Paese in cui da sempre si dice che si dovrebbe dare più spazio alla cultura. Le domeniche gratis hanno finora avvicinato moltissime persone all’arte e alla cultura proprio grazie al circolo virtuoso che innescavano: molti erano attirati dalla possibilità di visitare gratis un museo, si formava una coda, altri vedendoli si incuriosivano, magari scoprivano dell’esistenza di musei fino ad allora sconosciuti. Per non parlare del solito passaparola, che portava sempre più visitatori tra le sale dei nostri musei.

Una domanda spontanea

Una domanda per il ministro Bonisoli sorge spontanea: è proprio sicuro di voler eliminare un’iniziativa obiettivamente bella, che avvicinava gli italiani e i turisti stranieri ai gioielli del Bel Paese? Ci si lamenta spesso del basso livello di cultura dell'”italiano medio” e delle percentuali di laureati italiani ridicole rispetto a quelle di altre nazioni europee. Ci si lamenta del fatto che in Italia si dia ancora troppo poco spazio alla ricerca, e che i ricercatori italiani siano spesso costretti a emigrare. Perché allora colpire una delle ahimè rare occasioni che hanno gli italiani per avvicinarsi all’arte?
Ministro, ci pensi, così come deve aver riflettuto sull’assurdità che sarebbe stata la cancellazione del bonus per i diciottenni. L’Italia ha bisogno di iniziative in più per la cultura, non di perdere quel poco di positivo che ha già. Ci pensi proprio oggi che si è rivelato un giorno importante per la cultura di questo Paese: oggi, infatti, il nostro connazionale Alessio Figalli (mente brillante che lavora in Svizzera) è stato premiato con la Medaglia Fields, il cosiddetto “Nobel per la Matematica”.
Ministro, aggiunga nuove iniziative che ci avvicinino ai musei e alle cultura in tutte le sue forme.

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Il matematico Alessio Figalli.

Se la gratuità non toglie valore

L’ingresso gratis in un museo non toglie valore all’arte, anzi, la rende inclusiva, avvicinandola proprio a tutti, anche a quelle persone che fanno fatica ad arrivare a fine mese e magari possono visitare un museo solo se è gratis. Ministro, in Francia i giovani europei sotto i 26 anni possono entrare gratis praticamente in qualsiasi museo, e questo non toglie nulla al valore della Gioconda o delle Ninfee di Monet. Pensi un po’: un Bonus Cultura della durata di 8 anni; delle domeniche al museo 365 giorni l’anno.

Far di vivere di cultura l’Italia

Si dice spesso che l’Italia potrebbe vivere di sola cultura. Ormai suona quasi come una frase fatta, priva di un vero senso. Prendiamo esempio da Paesi più virtuosi del nostro, se è il caso. Facciamo sì che chi sceglie una facoltà umanistica o comunque legata al mondo della cultura non venga guardato come un futuro disoccupato o emigrante.
Accanirsi contro le domeniche al museo sembra un tentativo di bocciare a prescindere tutto quello che c’era in Italia prima dell’insediamento del governo gialloverde. Ci rifletta, Ministro. Una decisione così sarebbe forse l’ultima cosa di cui la cultura italiana avrebbe bisogno.

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Francesca Cerutti

Classe 1997, laureata in Lingue per l'impresa e specializzata in Traduzione. Sempre alla ricerca di storie che meritino di essere raccontate. Nel 2020 è stato pubblicato il suo romanzo d'esordio, «Noi quattro nel mondo».

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