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Cinema America, gli ex occupanti lasciano il tetto ma avvertono: «Saliremo su quelli di altre sale abbandonate»

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Gli ex occupanti del Cinema America sono scesi da poco dal tetto della sala di Trastevere.

La protesta era iniziata giovedì pomeriggio quando, in opposizione al silenzio dell’amministrazione comunale circa prosecuzione della loro esperienza cinematografica, i ragazzi avevano deciso di salire sul tetto del cinema dando inizio a due giorni di proiezioni, svago, incontri ed aula studio.

L’ultima iniziativa, risalente a ieri sera, è stata la proiezione de “I quattrocento colpi” di François Truffaut che ha visto, insieme agli occupanti, la partecipazione di Mario Martone, Ivan Cotroneo , Francesco Bruni e Francesca Achibugi la quale, con grande veemenza, ha anche lanciato un appello all’amministrazione locale: «Guardate la realtà e ascoltate quello che vi dicono questi ragazzi! Per noi è un sogno sentire un ragazzo di vent’anni che fa questi discorsi, perché l’amore per la sala cinematografica sembra appartenere a un’altra generazione, questo amore di questi ragazzi mi riempie il cuore di speranza».

 

Oggi i ragazzi hanno deciso di abbandonare la cima della sala di Trastevere, continuando però a dichiararsi assolutamente agguerriti: «Saliremo sui tetti delle 42 sale dismesse a Roma. Se la cultura non ha un tetto, la cultura sale sui tetti».

Il Cinema America, dopo tre anni di occupazione e lo sgombero è a tutt’oggi ufficialmente chiuso e gode del vincolo storico-artistico del Mibact contro cui la proprietà ha fatto ricorso. Una cordata di registi e residenti è interessata ad acquisirla per 2 milioni e mezzo di euro ma la cifra è considerata assolutamente insufficiente dai proprietari.

I ragazzi però non si arrendono e, nonostante la querelle con il gruppo Ferrero, proseguono a testa alta la loro battaglia. 

G.A

Redazione

Frammenti Rivista nasce nel 2017 come prodotto dell'associazione culturale "Il fascino degli intellettuali” con il proposito di ricucire i frammenti in cui è scissa la società d'oggi, priva di certezze e punti di riferimento. Quello di Frammenti Rivista è uno sguardo personale su un orizzonte comune, che vede nella cultura lo strumento privilegiato di emancipazione politica, sociale e intellettuale, tanto collettiva quanto individuale, nel tentativo di costruire un puzzle coerente del mondo attraverso una riflessione culturale che è fondamentalmente critica.

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