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Il circo contemporaneo nasce su carovane: François Rauline e il Cirque Bidon

6 minuti di lettura

Un uomo grande e bianco si muove lento su strade sterrate, su una carovana trainata da cavalli. Al seguito altre sorelle, e tutte tengono una velocità complessiva di venticinque chilometri al giorno. Il padre di questo gran fracasso, e della storia e della tradizione che porta con sé, è François Rauline: fondatore della compagnia francese di “teatro d’arte e di poesia” che oggi rimane l’unica a viaggiare nel modo originario. Danza, acrobazia, teatro, arti circensi, musica e perizia tecnica in un grande tributo al nouveau cirque.

Cirque Bidon
Fonte: www.targatocn.it

L’ultimo, passato, appuntamento in Italia

È tornato sulla scena italiana nell’estate 2016 il Cirque Bidon, dopo un’assenza di quindici anni. È un modello per tutte le compagnie di circo contemporaneo odierne, e la sua breve tournée nel nord Italia è stato accolto con clamore e partecipazione. Ha toccato Lombardia ed Emilia, con una tappa in Piemonte in occasione del festival Mirabilia. A Brescia, in cui ha sede l’unico circuito ministeriale che annovera tra le sue arti il circo contemporaneo, oltre a teatro e danza (C.L.A.P.Spettacolodalvivo) è iniziato il viaggio.

Cirque Bidon
Fonte: www.festivalmirabilia.it

Storia del circo di François

In Bretagna il Cirque Bidon nasce nel 1974. Nel 1976 sono roulotte fabbricate a mano quelle della Saga dei Bidons. François Bidon è figlio della scuola dei circhi tradizionali, come il Circus Reno e Morales, e per i primi spettacoli invernali costruisce da sé la pista, le gradinate e il portico. È un circo a cielo aperto, con le carovane che disegnano il confine. L’arte circense non è insegnata a scuola al tempo, ma tramandata dalle famiglie.

Poveri sono i mezzi e poco rodata l’esperienza: per questo gli spettacoli del Cirque Bidon cuciono la trama di una vera e propria storia, in cui il gioco, il riso, la poesia e l’improvvisazione vincono rispetto all’exploit tecnico. L’Italia ha sempre accolto con generosità questi circensi, approvvigionando adeguatamente la roulotte-mensa, migliorando la dotazione tecnica e il materiale scenico.

Cirque Bidon
Fonte: www.parmareport.it

Arresto e ripartita

Nel 1980 la compagnia si scioglie, ma François non smette di sognare. Con accanto la compagna Dominique e il figlio Fidji riprendono la strada. Subito sono raggiunti da musicisti ed artisti che arrivano da tutta Europa, vegliati dalla speciale protezione di Federico Fellini, che rivede in questa avventura la sua opera La strada.

L’entusiasmo che trascina il Cirque Bidon porta alla nascita di altre compagnie: Archaos, Le Cirque Pacotille, Cirque en Kit lo seguono con entusiasmo, e presto diventa l’emblema e il riferimento indiscusso del nouveau cirque in Italia. La compagnia invade periodicamente Venezia, Mantova, Bologna, Parma, Ravenna, Modena, Pisa, Siena. La troupe è composta da quindici persone e nel 2003 stabilisce la sua sede ufficiale nel Sud du Berry.

Cirque Bidon
Fonte: maxanna.fr

Impressioni forti dallo spettacolo

La compagnia del Cirque Bidon è una vera famiglia. Ognuno ha il suo ruolo, nello spettacolo e nella vita. E lo spettacolo mette in scena la vita stessa, con i suoi protagonisti che si rimbrottano e si rimbeccano per quello che dicono e fanno nelle loro esistenze ordinarie. C’è un monello che entra ed esce e cerca di vedersi l’esibizione a sbafo, sembra un approfittatore vero, che viene da fuori, dalla realtà, ma poi a fine rappresentazione si capisce che anche lui è un attore. Il confine tra noi e loro, tra realtà e finzione, è sempre più labile.

Giocano, saltano, urlano e si rincorrono. Fanno piroette in alto in cielo, o semplicemente disastri, qui sulla terra. Alcuni parlano italiano, altri ci provano, altri ancora non parlano che la loro lingua natale, che è ora francese, ora spagnolo, ora inglese. Tutti si capiscono e si fanno capire, in un clima spensierato e favoloso, in cui la risata è un esperanto dei cuori.

«Il circo non vende e non promette alcuna meraviglia utile. Il vero miracolo è l’accadimento stesso del prodigio. Il circo non migliora la vita futura, non guarisce; assicura invece un divertimento tutto presente, il cui piacere è nell’ammirazione pura della esibizione, della bravura tecnica che la permette e del rischio che è compagno» (www.festivalmirabilia.it)

Cirque Bidon
Fonte: maxanna.fr

 

 

Francesca Leali

Nata a Brescia nel 1993. Laureata in lettere moderne indirizzo arti all'Università di Bergamo, dopo un anno trascorso in Erasmus a Parigi. Appassionata di fotografia, cinema, teatro e arte contemporanea.

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