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Linee andamentali + successioni dinamiche, Giacomo Balla, 1913, MoMA Museum of Modern Art, New York

Giacomo Balla tra divisionismo e futurismo all’alba del XX secolo

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«Ci sono i rondoni che volano e fanno festa intorno al tetto della casa e per tutta quella stagione fino alla primavera inoltrata resta occupato a studiare il volo dei rondoni; è questo uno studio difficile e complesso poiché, oltre il susseguirsi dell’immagine degli uccelli mentre volano, egli intuisce e vuole rendere le linee del movimento dell’osservatore, mentre con passo lento si sposta camminando»

È attraverso queste parole della figlia Elica che Giacomo Balla (1871 – 1958) cattura in questo quadro dal forte carattere geometrico la sensazione del volo degli uccelli che al momento del tramonto sferzano il cielo sopra la sua casa di via Parioli, a Roma.
La composizione Linee andamentali + successioni dinamiche (1913), oggi conservata presso il MoMA The Museum of Modern Art di new York, risulta estremamente significativa nella formazione dell’artista in quanto non solo rappresenta dei chiari rimandi agli studi della luce e del movimento che si sviluppano a quel tempo all’interno del movimento futurista e più in generale nell’ambiente avanguardista europeo, ma illustra chiaramente il momento di passaggio tra la prima formazione divisionista di Balla e la sua realizzazione come uno dei massimi esponenti del Futurismo.

Sulle orme di Giovanni Segantini e Gaetano Previati, non possiamo infatti dimenticare che i progressi in campo artistico nel panorama italiano degli anni ’20 furono principalmente dovuti alla corrente divisionista che attraverso un’aspirazione astratto-geometrica si proponeva di studiare la scienza dei colori e della luce nella pittura. In coincidenza con il Centenaire et Exposition universelle progres technologique et esthetique industrielle nel 1889, al voltare del secolo in Europa si era sviluppato un generale interesse per l’ambito delle scienze e della tecnologia che porterà presto a nuove scoperte nel campo della chimica, dell’ottica e dell’elettricità. Emblematico, per esempio, sarà il caso dei grandi passi avanti nel campo della fotografia e, più specificamente, della cronofotografia ad opera del fisiologo Étienne Jules Marey e del fotografo Eadweard Muybridge, che applicarono un innovativo sguardo scientifico allo studio del movimento nei fenomeni naturali.

Lo stesso movimento futurista, fondato ufficialmente nel 1909 da Filippo Tommaso Marinetti attraverso la pubblicazione del Manifesto sul quotidiano Le Figaro di Parigi, rimase affascinato da questa vera e propria ondata di progresso nell’intento di rompere definitivamente con il formalismo della società borghese del tempo per promuovere una nuova dimensione della vita dell’uomo nella realtà urbana. L’ideale del perfezionamento dell’uomo attraverso la combinazione del corpo e della macchina rappresentava un apertura verso un futuro che sembrava non aver più bisogno del proprio passato, come si evince chiaramente dallo stesso Manifesto: Noi vogliamo distruggere i musei, le biblioteche, le accademie d’ogni specie.
In un momento di cambiamento e accelerazione di una società in continuo divenire, a livello filosofico si diffonde attraverso il pensiero di Henri Bergson anche una nuova concezione del tempo come durata, ovvero dell’essere come divenire.

Tutti questi stimoli che fioriscono all’alba del XX secolo di cui l’Exposition de Paris del 1900 si fa principale icona definiscono una serie di principi artistici che Balla adotterà per forgiare il suo personalissimo stile e che possiamo chiaramente vedere qui riassunti. Dalla decomposizione della luce alla fusione e sovrapposizione della luce, Linee andamentali + successioni dinamiche rappresenta un fenomeno di contrazione e dilatazione dello spazio secondo un dinamismo universale sia a livello cromatico che plastico.
La ripetizione dello stilizzato e frammentario corpo della rondine rappresenta un’analisi spaziale dettata dalla velocità del volo secondo una traiettoria curvilinea che aveva sperimentato lo stesso Muybridge nella scomposizione del movimento del cavallo, mentre le sottili onde bianche al centro della tela sono una chiara ripresa degli studi e dei progressi di Marey nella resa del movimento dell’essere umano che questa volta contrae in un’unica immagine la ripetizione del corpo applicando un principio luminoso che delinea la stessa sottile curva bianca. La surreale visione sullo sfondo di muri e finestre che si stagliano sul cielo azzurro fa riferimento a un tentativo di mostrare non più un’immagine statica del palazzo, ma una composizione in movimento, una sintesi dinamica che mira a riassumere in pochi tratti la simultaneità e la tridimensionalità di più punti di vista allo stesso tempo.

Realizzata a cavallo tra l’interesse per la decomposizione dello spazio di Ragazza che corre sul balcone (1912) e gli esperimenti coloristici della serie Compenetrazioni Iridescenti (1914), Balla arriva alla realizzazione di Linee andamentali + Successioni dinamiche dopo aver trascorso un soggiorno a Düsseldorf agli inizi del 1912, dove studia la ripetizione cronofotografica della forma, creando un importante comunione tra arte e fotografia, dove alle nuove frontiere tecnologiche di Anton Giulio Bragaglia e Étienne Jules Marey si coniuga l’interesse per il colore tipico della corrente divisionista.

Valentina Cognini

Nata a Verona 24 anni fa, nostalgica e ancorata alle sue radici marchigiane, si è laureata in Conservazione dei beni culturali a Venezia. Tornata a Parigi per studiare Museologia all'Ecole du Louvre, si specializza in storia e conservazione del costume a New York. Fa la pace con il mondo quando va a cavallo e quando disquisisce con il suo cane.

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