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Giro del mondo in 25 assurde pratiche sessuali

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Tra le pratiche sessuali vince la sperimentazione. È un terreno che rimane fertile se continuamente concimato, e soprattutto quando periodicamente aggiornato. C’è un gusto e una cultura che si coltiva anche tra attività che non si svolgono (solo) da seduti, ma non tutti i popoli scelgono di toccare le stesse corde. I costumi sessuali sono un campo interessante di esplorazione, che spesso rivela sorprese più e meno piacevoli.

Richieste discutibili in zona europea

Le possibilità in ambito sessuale possono essere decisamente variegate e non c’è orizzonte che tenga per la fantasia. Dall’attrazione sessuale verso statue e manichini, che è detta agalmatofilia, alla formicofilia, che è l’eccitazione al pensiero di avere le parti intime ricoperte di insetti. Ci sono quelli che al piacere dell’atto devono aggiungere la vertigine dell’altezza, e altri, che vorrebbero consumare i peccati in un luogo aperto, per sentire l’eco dei propri gemiti.

Arricchiscono il quadro l’attrazione verso oggetti e corpi sporchi, la mysofilia, e quella nei confronti delle piante, che raggiunge l’apice con il desiderio di unirsi fisicamente con loro. La tripsolagnia privilegia i massaggi alla testa, mentre la spectrofilia infuoca al pensiero di impossibili rapporti con i fantasmi. Botulinonia è un termine tecnico che indica la pratica di infilarsi salsicce e salami nelle parti intime, mentre con la marcofilia il pensiero ricorrente è quello di un rapporto con un gigante.

Pratiche sessuali
Fonte: www.ilmilaneseimbruttito.com

Nell’Europa dell’est balli che sanno di ascelle

Vincere il disgusto per le secrezioni corporali dell’altro è un buon punto di partenza per una relazione soddisfacente. Di solito l’educazione è graduale, ma nelle aree rurali dell’Europa dell’est il passaggio è più brusco. La scelta del partner avviene offrendo al cavaliere scelto per le danze un pezzetto di mela, che questi certo non può rifiutare. Il pezzetto in questione deve però passare l’intera giornata sotto le ascelle della dama, che così verifica il valore del suo potenziale futuro uomo.

Fonte: www.finanzaonline.com

Tra est e ovest omosessualità e repressione degli istinti sessuali

Nell’Antica Grecia invece il rapporto e il rispetto tra maestro e allievo era a tal punto sentito da sfociare spesso in relazioni omosessuali tra adulti ed adolescenti. Anche tra molti arabi, nonostante i dettami della religione, l’omosessualità è pratica diffusa. Un’esternazione antitetica rispetto alla ritrosia degli abitanti dell’isola irlandese di Inis Beag, che vedono il sesso come una pericolosa perdita di energia vitale e reprimono gli istinti sessuali, concedendosi solo per la riproduzione, orribile necessità.

Pratiche sessuali
Fonte: www.psicologiacontemporanea.it

In Papua Nuova Guinea tra matrimoni bambini e cocktail di sperma

La Papua Nuova Guinea è sede di pratiche liminari per la mentalità occidentale. Matrimoni e rapporti sessuali fin dalla tenera età negano il diritto alla fanciullezza. Sono frequenti, perché fortemente incentivate, relazioni tra ragazzi di dodici anni e bambine di soli sei anni, non ancora entrate nella fase di sviluppo. Il rapporto con l’organo riproduttivo poi è intimo e rispettoso, al punto che presso alcune tribù si usa battezzarlo con un nome proprio e comporre brevi canzoni per esaltarne le gesta.

In alcune antiche tribù invece la tendenza prevalente è opposta: dall’età di sette anni, per una decina d’anni, i ragazzi vengono separati dalle ragazze. A contrassegnare questa fase dello sviluppo il loro corpo viene bucato di piercing e i volti dipinti con tinte colorate. Per fortificare il corpo in questo processo di crescita e maturazione l’usanza vuole che i ragazzi bevano il seme dei guerrieri più valorosi della tribù.

Pratiche sessuali
Fonte: www.liberoquotidiano.it

Educazioni sessuali e scelte di partner

I segreti del sesso si imparano sul campo e la capacità di compiacere la propria partner è un elemento valorizzante, in un rapporto. L’età porta grande saggezza, anche in questo campo e sull’isola Mangaia, nel Pacifico, vicino alla famigerata Papua Nuova Guinea, i giovani vengono educati alla pratica sessuale dalle anziane della tribù.

Quando non c’è la possibilità di essere istruite da un esperto, si sopperisce alla mancanza con la pratica. In Cambogia le ragazze ricevono in dono dai genitori una capanna dell’amore, luogo consacrato a “saggiare” diversi partner, selezionando poi quello più idoneo a restare. Nelle terre povere del Nepal, invece, sulla scelta non ci si sofferma troppo: i terreni coltivati scarseggiano e la condivisione tra fratelli di un’unica partner è la soluzione necessaria per evitare di figliare eccessivamente. In Brasile la scelta del partner si gioca sull’offerta di pesce: qualità e quantità delle proposte maschili guidano la decisione delle parti femminili.

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Fonte: www.viaggiaredasoli.net

Feste pro sesso e contro amore

Motivi per festeggiare si trovano nelle ricorrenze più diverse, eppure alcune feste celebrano apparenti disvalori o eventi negativi, salutati con forte entusiasmo da parte della popolazione. In Africa è tradizione la pratica del furto delle mogli: l’unica via per sfuggire ad un matrimonio imposto fin dalla tenera età è quella di rubare la partner di un altro. Se il sotterfugio riesce, il matrimonio viene poi legalmente riconosciuto.

Meno limitante e più coinvolgente è la festa del sesso libero dell’Indonesia. Ufficialmente festa di Pon, la ricorrenza cade sette volte all’anno, e di fatto celebra un adulterio accettato e generalizzato. Il sesso senza amore è un’abitudine incentivata nel Chhattisgarth, una regione dell’India, per evitare le costrizioni emotive e materiali di relazioni esclusive. L’importanza del sesso, esibito, è caratteristica anche di un rituale praticato da popolazioni che risiedono tra la Colombia e il Venezuela: la danza dell’accoppiamento vuole che le donne, danzanti, cadano in braccio all’uomo prescelto, tra gli astanti, e che il rapporto venga consumato poi in quel preciso istante, davanti al pubblico numeroso.

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Fonte: www.travelweare.com

 

Francesca Leali

Nata a Brescia nel 1993. Laureata in lettere moderne indirizzo arti all'Università di Bergamo, dopo un anno trascorso in Erasmus a Parigi. Appassionata di fotografia, cinema, teatro e arte contemporanea.

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