Marino De Luca è dottore di ricerca presso l’Università della Calabria e docente di Analisi delle politiche pubbliche presso l’Università di Cagliari. Si occupa principalmente di partiti, elezioni e comunicazione politica. Recentemente De Luca ha pubblicato presso Carocci editore un saggio dal titolo Partiti di carta. Leader, iscritti ed elettori nella politica contemporanea (acquista).
Professor De Luca, perché il titolo del volume Partiti di carta?
Il volume analizza le trasformazioni dei partiti rivolgendo una particolare attenzione ai processi di intraparty democracy e a fattori come la partecipazione e la mobilitazione, tenendo in considerazione sia l’immagine della leadership sia il rapporto fiduciario tra questa e il proprio elettorato. In quest’ottica, la disgregazione dei partiti, da qui il titolo partiti di carta, come organizzazioni coerenti e il crollo degli iscritti sembrano aver accelerato la grande fuga degli elettori simpatizzanti verso i territori dell’antipolitica. Insomma Partiti sulla carta, perché destinati a scomparire o a diventare altro. Partiti moderni, importanti e funzionali, ma sempre più una realtà inconsistente. Partiti che hanno riempito luoghi reali e immaginari, da svuotare sistematicamente dopo il loro breve passaggio. Contenitori politici un tempo abitati, fucina di idee e movimento, e adesso formazioni certificate su carta. Nomi inventati di partiti inventati che negli ultimi 25 anni hanno creato,modellato e strutturato la realtà della politica italiana.
In questi ultimi tempi i partiti storici sono ormai scomparsi e subentrano nuove formazioni politiche in ogni competizione elettorale. Che idea si è fatto?
È vero queste nuove formazioni politiche che identificano anche con le liste, hanno rappresentato singole personalità con un ruolo incredibilmente importante e funzionale nella dimensione istituzionale e nella macchina statale. Partiti sulla carta, creati ad hoc e destinati a scomparire subito dopo il ciclo elettorale o a diventare altro: fusioni, unioni e scissioni. In sostanza negli ultimi 25 anni si sono inventati partiti o meglio un post partito che nasce dalla fine delle grandi narrazioni e che nella forma e nella sostanza cambia immagine di sé stesso e della percezione pubblica.
A cura di Paolo Montanari