fbpx
Placeholder Photo

Primarie di Milano 2016:
la cultura vista
dai quattro candidati

8 minuti di lettura

Ormai ci siamo: in questo fine settimana a Milano si svolgeranno le primarie del centrosinistra per le elezioni comunali.

Di seguito riportiamo una panoramica dei programmi elettorali dei quattro candidati che ne saranno protagonisti, focalizzando l’attenzione sulle considerazioni e sulle misure previste per quanto riguarda la cultura.

Balzani-foto-bio

Partiamo con il programma di Francesca Balzani, nel quale si può leggere:

«Milano è la capitale dell’innovazione italiana, con migliaia di imprese culturali, di reti creative, di studi professionali, di partite IVA che ogni giorno producono ed esportano qualità e ossigeno di idee, con la maggior concentrazione di centri universitari e di ricerca. Dobbiamo conoscere e valorizzare le imprese culturali come fattori determinanti del prodotto interno. La filiera della cultura produce crescita, sviluppo e integrazione. Produce bellezza, il miglior argine contro il degrado dell’ambiente e delle coscienze e il più grande motore di crescita sociale ed economica. […] La varietà delle culture e delle tradizioni che abitano la nostra città è un valore irrinunciabile e storico di Milano, capitale italiana dell’integrazione. Dobbiamo valorizzare il mix di culture e modi di abitare per evitare che si creino ghetti e favorire ancora di più l’incontro tra i mondi che oggi coesistono e popolano Milano. Vogliamo coinvolgere anche le migliaia di giovani studenti, quelli che vengono dal mondo e quelli che si apprestano a muoversi nel mondo, perché sono una risorsa straordinaria per il futuro di Milano».

Majorino

Passiamo poi a Pierfrancesco Majorino:

«È tempo di spostare gli investimenti dal “salotto buono di Milano” alle periferie, ai quartieri popolari. I 30 milioni attualmente destinati alla ristrutturazione della Galleria Vittorio Emanuele vanno integralmente ricollocati nella rigenerazione urbana delle “altre Milano”. Di privati interessati alla Galleria, del resto, ce ne sono e ce ne saranno sempre. […] Vogliamo diff­ondere bellezza e cultura: o Milano rinasce in ogni zona o non rinasce aff­atto. Porteremo i privati a investire nelle periferie, riqualificheremo aree da dedicare alle attività culturali e assegneremo 100 spazi pubblici inutilizzati ad altrettante nuove imprese e a esperienze creative. E diciamolo chiaramente: il “salotto buono” di Milano ha avuto le giuste attenzioni per anni, adesso quelle risorse vanno spostate. Non è possibile che convivano una Darsena riconquistata alla bellezza e, pochi passi più in là, il degrado di via Gola».

 iannetta

Dal programma di Antonio Iannetta:

«Milano gode di una notorietà molto alta, ma pochi la scelgono come destinazione turistica. L’Expo ha invertito questo trend che deve però continuare a crescere. Milano è una metropoli che conserva inalterati i simboli di un illustre passato (la Milano romana, dei Visconti e degli Sforza, la Milano asburgica e della prima industrializzazione, liberty e déco), ma nello stesso tempo una città che mostra una grande capacità di rinnovamento. […] Promuovere la città e le sue bellezze, spesso poco conosciute o nascoste agli occhi del passante, significa generare una percezione della città come luogo di turismo eccellente. Valorizzare il patrimonio artistico e culturale della città significa sostenere un fattore di crescita economica e generare nuovi posti di lavoro. […] Per farlo, penso sia fondamentale far collaborare tutti i soggetti maggiormente interessati alla valorizzazione e alla promozione della città così da poter realizzare delle economie di scala».

Beppe-Sala-1

Infine, dal programma del favorito, Giuseppe Sala:

«Milano è l’indiscussa capitale italiana dell’Economia della Conoscenza. E questa ricchezza può rendere Milano ancora più grande. […] Per fare un salto abbiamo bisogno di nuovi protagonisti, indipendentemente dalla loro provenienza, dal loro ceto, dalla loro cultura e dalla loro religione. […] Milano dovrà creare nuova occupazione attraverso il turismo e la cultura, l’imprenditoria e l’innovazione  sociale, l’economia della condivisione e la manifattura digitale. […] La Milano che vogliamo è una città bella perché vitale e creativa, che sa valorizzare un patrimonio storico e architettonico che non ha nulla da invidiare alle più importanti città del mondo. Una città sempre in movimento e che non chiude mai, dove la cultura è dentro i teatri ma anche nelle piazze, dove è possibile passeggiare nel silenzio, girare in bicicletta, respirare aria pulita. La città di Leonardo da Vinci, a maggior ragione dopo Expo 2015, può esportare nel mondo la bellezza in tutte le sue declinazioni. Per la sua vitalità artistica e culturale e il suo stile di vita unico può diventare meta irrinunciabile per i popoli di tutto il mondo. Milano ha bisogno di una programmazione integrata di grandi eventi, attrattori culturali e flussi turistici per creare un sistema pubblico privato di accoglienza e servizi per i visitatori. Ha bisogno di un sistema urbano della creatività e della cultura, che metta insieme e faccia crescere le sue eccellenze, e di un buon marketing culturale per far sì che tutto questo sia più conosciuto e più fruibile da quel nuovo turismo internazionale che ha conosciuto la nostra città attraverso l’anno di Expo».

Riassumendo, è opinione abbastanza comune dei candidati che la cultura per Milano sia prima di tutto una risorsa economica, poiché capace di attrarre turismo. Un altro discorso toccato è poi quello dell’ integrazione culturale, un tema chiave delle politiche progressiste contemporanee. Nel complesso, i punti espressi nei programmi di Balazani, Sala e Iannetta rimangono sospesi tra l’astratto e il concreto: abbiamo solo un accenno del percorso che si propongono di intraprendere. Majorino è l’unico invece ad adottare uno stile più diretto e basato su esempi reali ed è anche l’unico a evidenziare come a Milano troppo spesso la parola “cultura” vada a braccetto con la parola “lusso”, e rimane un privilegio riservato ai più ricchi.

Fonte: milanoweekend.it
Fonte: milanoweekend.it

 

[jigoshop_category slug=”cartaceo” per_page=”8″ columns=”4″ pagination=”yes”]

[jigoshop_category slug=”pdf” per_page=”8″ columns=”4″ pagination=”yes”]

Yuri Cascasi

Nato nel 1991, laureato in Lingue e Letterature Straniere all'Università degli Studi di Milano. Molte passioni si dividono il mio tempo, ma nessuna riesce a imporsi sulle altre. Su di me, invece, ci riescono benissimo.

1 Comment

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.