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Daniele Ronda e Marco Ligabue © Lorena Nasi

Daniele Ronda + Marco Ligabue, la musica dell’Emilia in trasferta piemontese

8 minuti di lettura

Mondovì (CN), 11 gennaio 2019. Un luogo e una data che hanno visto un connubio particolare. Una serata equamente divisa, e condivisa, tra la musica folk del piacentino Daniele Ronda da una parte, e dall’altra il rock targato Reggio Emilia di Marco Ligabue, fratello di Luciano.

Due set musicali ricchi di sonorità diverse ma sempre coinvolgenti, con duetti su brani di entrambi, reinterpretazioni di canzoni intramontabili di altri autori, simpatici “tutorial” per seguire i brani e divertenti siparietti insieme, che hanno dato l’idea della grande complicità tra i due artisti.

Daniele Ronda Marco Ligabue
Daniele Ronda e Marco Ligabue © Lorena Nasi

Daniele Ronda

Di Daniele Ronda vi abbiamo già parlato in questi anni, e proprio a Mondovì lo abbiamo intervistato per la prima volta nel gennaio 2015. Nel frattempo centinaia di date nei vari tour in tutta Italia, due singoli nel 2016 Apri le gambe, amore mio e Che spettacolo è, con una veste decisamente più pop rispetto alle sonorità folk a cui il pubblico era abituato, e che entrano nella classifica nazionale dei singoli più venduti su iTunes. Ad aprile 2017 esce il nuovo album di inediti, A beautiful mind, che in poche ore entra nella top 10 degli album più venduti nei digital store italiani. Nel novembre dello stesso anno, con il brano Un’altra bugia, è tra i finalisti di Area Sanremo, lasciapassare per Sanremo Giovani 2018, a cui non accede per un soffio.

Daniele Ronda Marco Ligabue
Daniele Ronda e Manuel Boni © Lorena Nasi

Marco Ligabue

Nasce come chitarrista negli anni ’90 con il gruppo Little Taver & His Crazy Alligators, ed è collaboratore, per alcuni progetti, del fratello Luciano. Nel 2001 fonda la band Rio, di cui è chitarrista e autore fino al 2012. La carriera solista inizia nel 2013 col disco d’esordio Mare dentro, coi proventi del quale ha potuto sostenere iniziative benefiche. Il secondo album è del 2015, L.U.C.I. – Le Uniche Cose Importanti, e l’ultimo, del 2017, è Il mistero del DNA. Per sua ammissione, fino a pochi anni fa, mai avrebbe creduto di fare il cantante, perché fratello di «un’icona così importante della musica italiana», ma una «vena da cantautore», arrivata all’improvviso, lo ha spinto a lanciarsi in questo mondo.

Daniele Ronda Marco Ligabue
Marco Ligabue con Jonathan Gasparini e Diego Scafidi © Lorena Nasi

Il concerto

La band di Marco è composta da Jonathan Gasparini (chitarra), Luca Marchi (basso), Diego Scafidi (batteria). Il concerto comincia con Spirito libero del 2016, e procede con La differenza, uno dei brani di Mare dentro che ha anche tradotto nella lingua dei segni, e Ogni piccola pazzia. Quante vite hai è il singolo uscito ad ottobre, dopo un grande tour nel 2018 con 50 date in tutta Italia. Una romantica ballad il cui video è stato girato a Matera, Capitale della Cultura 2019.

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La band di Marco Ligabue © Lorena Nasi

Si torna in piena fase rock con i brani Fare il nostro tempo e Ti porterò lontano. È poi la volta della cover Con il nastro rosa di Lucio Battisti con uno straordinario assolo di chitarra di Jonathan “Johnny” Gasparini.

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Jonathan “Johnny” Gasparini © Lorena Nasi

La più grande orchestra chiude il primo set ma, prima del cambio band, è il momento dei duetti. Il palco è solo loro: alla tastiera Daniele, alla chitarra Marco. Prima il brano Non è mai tardi di Marco Ligabue e dopo Gli occhi di mia nonna di Ronda.

Daniele Ronda Marco Ligabue
Daniele Ronda e Marco Ligabue © Lorena Nasi

Daniele Ronda è accompagnato dai musicisti Stefano Petrini (batterista), Sandro Allario (fisarmonica, pianoforte, tastiera), Antonio Pirrò (basso), Manuel Boni (chitarra).

Il suo set inizia con Il fuoco e il tempo, che racconta la ricetta dei pisarei e fasò. Tutti a ballare in pista con Cenerentola e Si strappano le nuvole. Nata d’estate è dedicata alla nipotina, Terra ubriaca è stata scritta dopo l’alluvione nel piacentino del 2015. Poi prorompente arriva La rivoluzione.

Daniele Ronda Marco Ligabue
Antonio Pirrò, Daniele Ronda e Manuel Boni © Lorena Nasi

Emilia, celebrazione della sua terra e delle sue origini è un brano che, in questa serata condivisa con un amico conterraneo, ha acquistato un significato ancora più intenso. Grande ritmo con La birra e la musica e Le donne italiane. Si riappropria delle canzoni Lascia che io sia e Almeno stavolta, scritte per Nek e diventate due dei più grandi successi del cantante sassolese. Seguono Non la smetteranno mai, Il bambino e Come pensi che io, il primo singolo di Daniele scritto nel 2004. La melanconica ballata Un attimo chiude il set.

Daniele Ronda Marco Ligabue
Sandro Allario e Daniele Ronda © Lorena Nasi

Ed ecco la parte finale del concerto, con Daniele e Marco sul palco. Generale di Francesco De Gregori, nella versione più rock possibile, che prosegue in una travolgente Johnny B. Goode.

https://youtu.be/IL97j778erE
© Max Dani

Il cielo d’Irlanda di Fiorella Mannoia precede Il pescatore, un imprescindibile omaggio a Fabrizio De André esattamente nel giorno in cui ricorreva il ventennale della sua morte.

Daniele Ronda Marco Ligabue
Sandro Allario, Daniele Ronda e Marco Ligabue © Lorena Nasi

Altro evergreen, sempre molto più ritmato rispetto all’originale, è Io vagabondo dei Nomadi. Divertentissima la boutade di Marco Ligabue, che comincia a cantare per scherzo Albachiara di Vasco Rossi, tanto per giocare sulla leggendaria rivalità tra il Liga e il rocker di Zocca, dando il la al pubblico che continua imperterrito le altre strofe senza musica, mentre Marco si nasconde il viso tra le mani nell’ilarità generale…

Daniele Ronda Marco Ligabue
© Lorena Nasi

E così il concerto finisce con Leggero, brano di Luciano Ligabue, proprio per non fare torti a nessuno…

Quello di venerdì scorso è stato davvero un concerto appassionante, piacevole e spassoso. Due cantautori che sanno stare sul palco e coinvolgere il pubblico con ironia ed entusiasmo. La loro passione in quello che fanno è incontenibile. Seguiteli, non ve ne pentirete.

Daniele Ronda Marco Ligabue
Da sinistra: Antonio Pirrò, Stefano Petrini, Sandro Allario, Jonathan Gasparini, Daniele Ronda, Marco Ligabue, Luca Marchi, Diego Scafidi, Manuel Boni © Lorena Nasi

Frammenti ringrazia Carlo Raviola per il supporto e la collaborazione

Lorena Nasi

Grafica pubblicitaria da 20 anni per un incidente di percorso, illustratrice autodidatta, malata di fotografia, infima microstocker, maniaca compulsiva della scrittura. Sta cercando ancora di capire quale cosa le riesca peggio. Ama la cultura e l'arte in tutte le sue forme e tenta continuamente di contagiare il prossimo con questa follia.

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