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Sanremo 2018: le nostre pagelle

Il resoconto delle serate

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6 minuti di lettura

Le prime tre serate dell’edizione 2018 del Festival di Sanremo si sono ormai concluse e, in questi giorni, abbiamo avuto modo di farci anche noi un’idea sui vari personaggi che hanno popolato e popoleranno prossimamente la kermesse. Ecco dunque le nostre personalissime pagelle per quello che è stato il festival fino ad ora.

Claudio Baglioni

voto 6

Grandissimo come cantante, un po’ meno come intrattenitore. Parte con un monologo ai limiti del ridondante, poi pian piano si riprende.

Pierfrancesco Favino

voto 7

Vuole togliersi di dosso la nomea di attore serioso, ma forse è davvero più adatto al cinema che alla televisione. Nel complesso, comunque, riesce a difendersi abbastanza bene.

Michelle Hunziker

voto 5,5

Una presenza piacevole ed un’ottima accompagnatrice per coloro che calcano il palco, ma niente di più. Da lei ci si aspettava ben altro.

Annalisa

voto 7

Si presenta al festival con una bella canzone, ben interpretata. Niente di sbagliato e niente che spicchi particolarmente, tatuaggi a parte.

Ron

voto 8,5

Inedito di Lucio Dalla per un cantante che se lo merita tutto. Canzone che si fa onore sotto una voce forte ed elegante. L’inedito che vogliamo riascoltare.

The Kolors

voto 6

Si sono impegnati ma senza strafare, portano una melodia orecchiabile che viene voglia di canticchiare. Il dubbio è che abbia già la data di scadenza impressa.

Max Gazzè

voto 7,5

Come al solito non delude, si presenta con un inedito ricercato, da conquistarsi ascolto dopo ascolto, di quelli che arrivano tardi alla testa ma non stancano. Da riascoltare con piacere.

Ornella Vanoni con Bungaro e Pacifico

voto 8

La nota maestosa del festival. Interpretazione da diva, voce che riempie il palco nonostante l’età. Un coraggio e un’energia che sono soltanto da ammirare.

Ermal Meta e Fabrizio Moro

voto 6

Le accuse di plagio li escludono da una serata del festival. Peccato, soprattutto per il modo in cui lo “scandalo” è stato gestito dalla Rai. In ogni caso, come al solito quando si parla di questi due, la canzone è bella.

Mario Biondi

voto 7

Voce che fa volare, come al solito. Niente di nuovo o di diverso da ciò che si aspettava (il che non per forza è male)

Roby Facchinetti e Riccardo Fogli

voto 6,5

Anche qui, niente di inaspettato. Esibizione convincente, ma non emozionante.

Lo Stato Sociale

voto 8,5

Inaspettati e soprattutto coraggiosi, portano sul palco la ventata d’aria fresca di cui c’era bisogno. La canzone non sarà la migliore, ma intrattiene e diverte (in questo senso, è fondamentale l’aiuto della snodatissima ballerina in pensione).

Noemi

voto 7,5

Una delle voci più intense in gara, ma purtroppo la canzone non è delle migliori. Per fortuna nemmeno delle peggiori.

Decibel

voto 8

Note rock che si mescolano con il pop, per una canzone che fa l’occhiolino agli anni ‘70 senza risultare datata. Bel lavoro.

Elio e le storie tese

voto 8

Un bel modo di salutarsi, quello di dirsi “arrivedorci” sul palco dell’Ariston, portando leggerezza e strappando una risata anche se in fondo non c’è niente da ridere.

Giovanni Caccamo

voto 6,5

Una voce sottile ed elegante per un interprete raffinato che migliora di anno in anno.

Red Canzian

voto 7,5

Checché se ne dica, che è un addetto ai lavori si vede eccome. La canzone che dà il ritmo e fa ballare.

Luca Barbarossa

voto 7

Una ballad delicata e condita dai colori del romanesco, per un interprete che non sarà il migliore in gara, ma riesce ad emozionare.

Diodato e Roy Paci

voto 6,5

Un testo con tema visto e rivisto associato a una melodia che invece funziona bene. Insomma, un buon compromesso.

Nina Zilli

voto 6

Una voce sprecata per una canzone che, anche ad essere delicati, proprio non piace.

Renzo Rubino

voto 7,5

Testo importante, voce intensa che racconta una storia, melodia d’altri tempi. Un salto nel tempo che facciamo volentieri.

Enzo Avitabile e Peppe Servillo

voto 8

Una delle canzoni più quotate, che non delude. Il buon odore di meridione che si sente tra una parola e l’altra, per una musica densa a cui gli interpreti sanno rendere giustizia.

Le Vibrazioni

voto 6

Dalle reunion ci si aspetta sempre che si arrivi con qualcosa per cui è valsa la pena riunirsi, che in realtà qui ancora non abbiamo visto.

Nel complesso

Il voto per questo festival è un 6 tondo. Niente di più e niente di meno per un evento che come gli altri anni non delude, ma nemmeno sorprende o migliora.

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Immagine in copertina: commons.wikimedia.org

Marta Mantero

Sulla carta c'è una ventitreenne laureata in scienze delle relazioni internazionali.
Sulla pelle ci sono i libri, la musica, il buon cinema e il mare mosso.
Nella pancia c'è il teatro.

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