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Sesso, amore e repressione in «1984» di George Orwell

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9 minuti di lettura

1984 è uno dei testi fondamentali non solo del genere distopico, ma dell’intera letteratura inglese. Proposto e riproposto in scuole, licei e università, questo romanzo di George Orwell datato 1948 presenta un futuro (ai tempi) prossimo in cui il mondo è suddiviso in tre grandi potenze totalitarie.

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In Oceania vive Winston Smith, impiegato al Ministero della Verità, dove si occupa della cancellazione di documenti sfavorevoli al regime. L’uomo, straziato dal suo stile di vita, cerca di sfuggire all’occhio sempre vigile del Grande Fratello. Tra tutti gli atti di ribellione compiuti da Winston, il più importante è la relazione con Julia, una ragazza sovversiva dietro a una facciata per bene che la vede parte della Lega Antisesso.

Il sistema cerca infatti di distruggere ogni tipo di rapporto umano – affettivo o sessuale – così da poter controllare la massa con più facilità. All’amore e all’attrazione si contrappone quindi una politica dell’odio, della solitudine. L’individuo è lasciato solo nella sua debolezza, evitando così ogni tipo di coalizione. La castità di conseguenza diventa una virtù, i figli vengono creati in provetta o coi pochi rapporti consentiti – il matrimonio ha l’unico scopo di procreare e dare nuova popolazione al sistema – mentre le relazioni amorose sono vietate in quanto nocive. La prostituzione è illegale, tollerata solo nel caso in cui possa dare sfogo ai prolet, la classe più povera, tenendoli così a bada.

Nel mondo sorvegliato dal Grande Fratello, l’istinto è peccato poiché l’energia sessuale deve essere convertita in forza del Partito. Utilizzando le parole di Orwell: «I rapporti sessuali dovevano essere considerati come una sorta di operazione minore, lievemente disgustosa, come per esempio farsi fare l’enteroclisma». Non per nulla, due termini della neolingua creata dal sistema si concentrano proprio sui rapporti sessuali. Si differenzia infatti il buon sesso dal sesso reato: il primo è un atto con il solo scopo di procreare; il secondo è invece un reato punibile in qualsiasi sua forma.

Danilo Caruso nel suo saggio sull’argomento lega questa repressione alla dottrina cattolica più estrema. In 1984 la donna è percepita come un essere sottomesso, un mero oggetto di procreazione a cui non è permesso neppure profumarsi o truccarsi per non far cadere in tentazione gli uomini. Julia infatti per essere più attraente si trucca, ritrovando la femminilità negata dal Grande Fratello.

Un elemento di grande importanza è poi l’odore. Il profumo delle prostitute è lo stratagemma che Orwell usa per risvegliare i sensi del popolo addormentato, Winston compreso. L’olfatto – nonostante sia il senso più difficile da rendere in prosa – diventa l’elemento che maggiormente riesce a risvegliare gli istinti umani più nascosti.

Tratto da "Nineteen Eighty-Four" di Michael Radford (1984).
Tratto da “Nineteen Eighty-Four” di Michael Radford (1984).

In un clima in cui la sessualità è uno dei mali per eccellenza, i pensieri di Winston davanti alla bella Julia appaiono naturali ma ribelli, inaspettati. Il suo amore per la donna del resto è inizialmente un’attrazione mista a violenza, un senso di odio sopraffatto dal desiderio. È l’unione tra eros e thanatos, tra bisogno di amare e di distruggere:

Vivide e magnifiche allucinazioni balenavano attraverso la sua mente. La colpirebbe a morte con un manganello in caucciù. La legherebbe a un palo e la ucciderebbe piena di frecce scagliate come san Sebastiano. La violenterebbe e taglierebbe la sua gola al momento culminante. Meglio di prima, inoltre, comprese che il motivo di ciò era che lui la odiasse. La odiava perché era giovane e bella e come un’asessuata, giacché vorrebbe andare a letto con lei e mai lo farebbe, poiché attorno alla sua piacevole e flessuosa vita, la quale sembrava chiederti di abbracciarla, là era solo l’odiosa scarlatta fascia, aggressivo simbolo di castità.

Ed è proprio la castità a turbare Winston, sposato con una donna devota al Partito, che si avvicina al marito solo per “fare il loro dovere”, ovvero procreare. Orwell presenta con grande delicatezza l’amore inesistente tra i due coniugi: «Non  appena si accostava a Katharine, lei sembrava ritrarsi, irrigidirsi.  Abbracciarla era come stringere una marionetta di legno con gli  arti  snodabili. Anche quando era allacciata a lui, Winston provava la strana sensazione che nello stesso tempo lo stesse respingendo con tutte le sue forze».

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Tratto da “Nineteen Eighty-Four” di Michael Radford (1984).

Insoddisfatto da un matrimonio perfetto soltanto alle telecamere Grande Fratello, i sogni di Winston sono così popolati da una Julia ribelle e senza veli, come lui nemica del Partito. Dal sogno si passa poi alla realtà: gli incontri dei due si svolgono con estrema cautela nelle zone (apparentemente) non video sorvegliate, come la radura di un bosco o una stanza segreta.

Julia e Winston intessono una storia d’amore segreta e tumultuosa e si scoprono essere due ribelli in grado di comprendere il subdolo meccanismo adottato dal regime. Durante i loro incontri – amorosi e politici – riflettono quindi su quanto la castità possa condannare il popolo: «Quando fai l’amore stai consumando energia; e dopo ti senti felice e non ti preoccupi di niente. Loro non possono sopportare che tu ti senta così. Loro vogliono che tu sia sempre carico di energia. Tutto questo marciare su e giù, e l’acclamare e le bandiere ondeggianti sono semplicemente sesso andato in rovina».

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Tratto da “Nineteen Eighty-Four” di Michael Radford (1984).

La relazione tra Julia e Winston è quindi una questione di rivolta verso il sistema, l’unione di due persone illuminate e coraggiose, ma sole al mondo. Non è l’attrazione reciproca a unire i due amanti – non solo – ma il loro comune nemico, il loro comune desiderio di sentirsi umani in un mondo di umanità negata.

Il cuore di Winston ebbe un balzo. Dunque Julia lo aveva fatto dozzine di  volte.  Bene,  avrebbe  voluto  che  lo  avesse  fatto centinaia,  migliaia  di  volte. Tutto ciò che lasciava trasparire corruzione gli trasmetteva una speranza sfrenata. […] Ti piace farlo? Non voglio dire se ti piaccio in parole povere io, voglio dire la cosa in se stessa?L’adoro. […] Il loro amplesso era stato una battaglia, il culmine una vittoria. Era un colpo scagliato all’indirizzo del Partito. Era un atto politico.

Conosciamo la tragica fine dei due protagonisti di 1984, ma il modo in cui Orwell rappresenta una storia d’amore tanto particolare stupisce a ogni lettura. La sessualità, un elemento letterario che di solito si sviluppa tra tabù e provocazione, diventa qui una strategia di controllo delle masse, spingendo il lettore non solo a godere della prosa dell’autore inglese, ma anche a riflettere sulla vita reale, al di fuori delle pagine.

 


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