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Tobol’sk, la prigione dove
fu rinchiuso Dostoevskij,
diventa ostello e museo

2 minuti di lettura
La porta di una cella, con un'etichetta con le informazioni sul prigionero: la linea rossa significa che è probabile che il prigioniero tenti la fuga 20 gennaio 2016 (Alexander Aksakov/Getty Images)
Alexander Aksakov – Getty Images

TOBOL’SK (RUS) – La cittadina di Tobol’sk, capitale della Siberia Occidentale, è una città ricca di storia. Qui nacque, ad esempio, Mendeleev, il celebre chimico, e sempre qui furono mandati in esilio l’ultimo zar Nicola II e tutta la sua famiglia. Tobol’sk è anche nota per il suo castello che, dalla metà dell’800 fino al 1989, è stato un carcere di massima sicurezza, nel quale venivano rinchiusi soprattutto i dissidenti politici o gli elementi giudicati pericolosi per il regime. Fëdor Dostoevskij vi trascorse dieci giorni prima di essere trasferito nel campo di prigionia di Omsk, dove fu condannato ai lavori forzati a causa dell’appartenenza ad una società segreta sospetta. Durante gli anni dell’Unione Sovietica questa prigione era tristemente famosa per le dure condizioni in cui vivevano i carcerati.

Oggi questo luogo di prigionia, rimasto chiuso dal 1989, ha riaperto i battenti e si è trasformato in un museo con annessi diversi ambienti. Come riporta Il Post, la struttura comprende l’archivio della città, una sala esposizioni e una biblioteca, mentre le celle di isolamento sono state trasformate in stanze per accogliere i visitatori. L’aspetto dell’ex-carcere trasformato è testimoniato dalle fotografie di Alexander Aksakov, un fotografo freelance che ha iniziato nel 2005 a ritrarre le città russe, scattando una foto al giorno.

S.F.

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Redazione

Frammenti Rivista nasce nel 2017 come prodotto dell'associazione culturale "Il fascino degli intellettuali” con il proposito di ricucire i frammenti in cui è scissa la società d'oggi, priva di certezze e punti di riferimento. Quello di Frammenti Rivista è uno sguardo personale su un orizzonte comune, che vede nella cultura lo strumento privilegiato di emancipazione politica, sociale e intellettuale, tanto collettiva quanto individuale, nel tentativo di costruire un puzzle coerente del mondo attraverso una riflessione culturale che è fondamentalmente critica.

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