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Torino, la rivoluzione estetica del Neorealismo
al Museo del Cinema della Mole Antonelliana

2 minuti di lettura

A settant’anni da Roma città aperta di Rossellini, dal 4 Giugno al 29 Novembre il Museo del Cinema della Mole Antonelliana ospiterà Lo splendore del vero nell’Italia del dopoguerra. La mostra propone un percorso per ritrovare nei registi italiani contemporanei i semi piantati dal cinema neorealista, ritrovandone le tracce attraverso testi, fotogrammi, sequenze e testimonianze. Al Cinema Massimo vi sarà così una rassegna che, oltre alle opere maggiori del movimento, proporrà una serie di film successivi – non solo italiani – chiaramente figli dell’estetica neorealista.

"Sciuscià" di Vittorio de Sica, 1946
“Sciuscià” di Vittorio de Sica, 1946

Alberto Barbera, curatore della mostra con l’aiuto di Grazia Paganelli e di Fabio Pezzetti Tognon, commenta orgogliosamente l’impegno profuso per Lo splendore del vero: «Una mostra speciale che ci ha richiesto oltre un anno di lavoro. Parte di un progetto ampio che ha coinvolto le maggiori istituzioni culturali cittadine, dall’Università allo Stabile a Torino Musei». Le testimonianze dell’epoca riportano in vita la forza emotiva dei protagonisti che fecero grande il Bel Paese. Per Luchino Visconti, Vittorio De Sica e Roberto Rossellini, i tre maestri della libertà neorealista, sono dedicate sezioni personali, ma non mancano gli omaggi anche a Lattuada, De Santis, Lizzani e gli sceneggiatori Sergio Amedei, Cesare Zavattini e Suso Cecchi D’Amico. «Esiste l’estetica del bello, io voglio promuovere un’estetica dell’utile agli esseri umani» è la spiegazione di Neorealismo che Roberto Rossellini diede a suo figlio Enzo.

A.P.

"Uomini sul fondo" di Francesco De Robertis, 1941
“Uomini sul fondo” di Francesco De Robertis, 1941

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Redazione

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