Apre al Moma di New York la mostra della celebre Yoko Ono, intitolata “Yoko Ono: One Woman Show, 1960–1971″, una rassegna personale che ripercorre la carriera dell’artista.
In occasione dell’inaugurazione del 17 maggio, Yoko Ono ha inoltre presentato la collezione “Mended cups”, una serie di tazzine della illy art collection incentrata sul concetto di frattura. Le crepe create sono state aggiustate con dell’oro, e i piattini che le accompagnano raCcontano, con le parole dell’artista, sei eventi catastofici nella storia dell’umanità. Ogni piattino riporta la data e il luogo del tragico evento e le parole “… riparato nel 2015”. Ne esiste anche una settima, la “Unbroken Cup”, ancora intatta e senza segni di frattura, che simboleggia un forte senso di speranza e come scrive la stessa Ono “This cup will never be broken as it will be under your protection” (“Questa tazza non si romperà mai finché sarà sotto la tua protezione”). Alla base del suo lavoro, la metafora dell’antica arte giapponese del Kintsugi, una tecnica di riparazione delle ceramiche rotte o incrinate che usa l’oro come collante: una filosofia che concepisce la rottura e la riparazione come parte preziosa della storia di un oggetto.
La mostra, seppur molto poetica e intensa, sarà caratterizata da linee pulite e uno stile minimale tipici dell’artista, analilzzando gli aspetti più intimi, delicati e sensuali dell’animo umano. Vecchi viedo, scatole che racchiudono specchi, ricordi del grande John Lennon saranno fra i pezzi principali dell’esposizione, insieme ad un intrigante pezzo inedito dedicato al suo amore per il cielo, “To see the sky”: una scala a chiocciola nera e all’apparenza pesantissima porterà in alto gli spettatori, fino ad affacciarsi sui grattacieli di Midtown, ma una volta arrivati in cima, il movimento dell’uomo provecherà una forte oscillazione dell’installazione: perchè per toccare il cielo bisogna essere forti e deterninati e, soprattutto, non aver paura.
A.M.G.