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24 Maggio 2015: a cento anni dalla Grande Guerra
in Veneto fioriscono mille papaveri rossi

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6 minuti di lettura

trinceaErano le 3 del mattino, era di lunedì, era il 24 Maggio, erano cento anni fa: il nostro esercito varcava il confine italo-austriaco, superava la frontiera sul fiume Isonzo e con essa la soglia dell’Inferno. Nello stesso istante, il cacciatorpediniere Zeffiro apriva il fuoco contro un avamposto nemico a Porto Buso, nella Laguna di Grado, nell’Alto Adriatico. Era il preludio di un conflitto al quale il nostro Paese versò un contributo umano altissimo: oltre un milione di uomini di truppa, a cui si sommano 31 mila ufficiali, 578 mila moriranno in battaglia, 57 mila in prigionia, 60 mila risulteranno dispersi, 452 mila resteranno invalidi. Un’intera generazione di giovani uomini, la cosiddetta “generazione perduta”, mandata al massacro insieme ad altri 9 milioni di soldati, ed ai milioni di civili, donne, bambini di tutta Europa. Una catastrofe che ricorda le grandi estinzioni di massa che in natura hanno scandito le tappe della storia del pianeta e, che come queste, ha segnato la fine di un’epoca e di un mondo.

Il Veneto, territorio che ha pagato a caro prezzo le conseguenze del conflitto, affida ai più giovani il compito di celebrare la ricorrenza del centenario della Grande Guerra attraverso l’iniziativa “Mille papaveri rossi“, che oggi colorerà cento tra piazze, parchi, spazi pubblici dell’intera Regione, da Padova a San Donà di Piave, da Torreglia a Treviso. Migliaia di bambini e ragazzi faranno fiorire il loro papavero rosso, pazientemente realizzato con filo di ferro, carta crespa, aggrappato ad un sasso, che non è un semplice manufatto, ma rappresenta l’approdo di un percorso di approfondimento personale sul tema della guerra guidato dagli insegnanti con il supporto delle famiglie a conclusione del progetto Storie sulla Storia promosso dalla Regione Veneto. papaveri rossiOrganizzata da “Città Invisibili”, una rete territoriale di comuni, scuole, biblioteche che coinvolge bambini e ragazzi, dai 3 ai 14 anni, in percorsi di promozione della letteratura, dell’arte, della scienza e della musica; l’iniziativa si è sviluppata nelle aule nel corso dell’anno scolastico ed ha interessato gli studenti di cento comuni che, attraverso letture-spettacolo tratte da opere narrative, con il supporto del volume Storie sulla Storia. La grande Guerra raccontata ai ragazzi (Donzelli Editore), hanno potuto accorciare le distanze tra passato e presente attraverso la ricostruzione delle vicende dei loro coetanei di cento anni fa. Una sorta di staffetta generazionale in cui il testimone è rappresentato dalla memoria storica di un evento tragico che può trovare una propria giustificazione ed assoluzione solo se saprà fungere da deterrente, insegnando alle nuove generazioni a guardare al futuro con lo spirito del dialogo.

La scelta del papavero scaturisce dal valore simbolico di questo fiore, rosso come il sangue. Già nel 1902 Gabriele D’Annunzio, nella lirica Ditirambo I dall’Alcyone, terzo libro delle Laudi del cielo, del mare della terra e degli eroi, scriveva «Vidi campo di rossi / papaveri vasto al mio sguardo / come letto di strage, / come flusso ancor caldo / sgorgato da una ecatombe». Il concetto venne ripreso nel testo In Flanders Fields che, il poeta John McCrae, chirurgo di campo dell’artiglieria canadese, compose nel maggio del 1915 dopo la battaglia di Ypres, in cui descriveva i campi delle Fiandre disseminati di papaveri rossi frammisti ai cadaveri dei suoi commilitoni («In Flanders Fields the poppies blow / Between the crosses, row on row / That mark our place, and in the sky / The larks, still bravely singing, fly / Scarce heard amid the guns below»). E come non pensare ad un poeta dei nostri giorni quale Fabrizio De Andrè, ed alla sua Guerra di Piero?

torre di londraNel mondo anglosassone in occasione del Remembrance Day, giorno del ricordo dei caduti che si celebra l’11 novembre, è tradizione indossare una spilla con un “red poppy“. L’usanza, ideata nel primo dopoguerrada una benefattrice francese per raccogliere fondi per i bambini poveri, venne ripresa, a partire dal 1919, negli USA, diffondendosi nel Regno Unito ed in tutti i Paesi del Commonwealth per sovvenzionare veterani ed invalidi di guerra. In occasione del centenario, Londra, lo scorso autunno, ha voluto rendere omaggio ai suoi morti, ricordandoli uno ad uno, attraverso la suggestiva installazione degli artisti Paul Cummins e Tom Piper, Blood Swept Lands and Seas of Red, che con i suoi 888.246 papaveri di ceramica, uno per ogni soldato dell’Impero Britannico morto nella Grande Guerra, piantati nel fossato che circonda la Torre di Londra, costituisce un potente colpo d’occhio che ci rende misura del sangue versato.

Non si tratta di rendere omaggio alle imprese di eroi immortali, ma di uno spontaneo e umanissimo atto di riconoscenza e rispetto verso chi era come noi, giovane e fragile, e che di fronte alla brutalità della guerra si sentiva semplicemente una «creatura».

Valentina Cognini

Nata a Verona 24 anni fa, nostalgica e ancorata alle sue radici marchigiane, si è laureata in Conservazione dei beni culturali a Venezia. Tornata a Parigi per studiare Museologia all'Ecole du Louvre, si specializza in storia e conservazione del costume a New York. Fa la pace con il mondo quando va a cavallo e quando disquisisce con il suo cane.

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