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Disordini sessuali: i ragazzi si raccontano

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8 minuti di lettura

I disordini mentali allontanano i comportamenti di certe persone dalla comprensione della maggioranza. I disordini sessuali molto spesso costringono alcuni all’isolamento sociale. Sono entropie che vivono dentro, ma che inevitabilmente si riflettono nella gestione dei rapporti fuori. Eppure ancora pochi studi hanno indagato la relazione tra “disturbo” e “disturbo” e ancora troppo pochi si sono chiesti quali emozioni, quale percezione del sé nell’esperienza, dei messaggi, della pratica del sesso abbiano individui affetti dalla sindrome di Asperger o dalla sindrome dell’autismo.

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Fonte: www.superando.it

Interviste in ambienti familiari

Il recente studio Adolescent boys with an autism spectrum disorder and their experience of sexuality: An interpretative phenomenological analysis degli studiosi Jeroen DewinterHanna Van ParysRobert VermeirenChijs van Nieuwenhuizen, pubblicato per la prima volta il 7 marzo 2016, ha chiamato a raccolta diciotto giovani maschi tra i 16 e i 20 anni, con QI superiore a 70 per indagare su eventuali disordini sessuali. Intervistati in ambienti familiari, i ragazzi sono stati incoraggiati a costruire una riflessione con l’intervistatore, iniziando sempre dalla stessa domanda: «Puoi spiegare cosa significa per te la sessualità?». Imprescindibili le tappe sull’innamoramento, sulla relazione, sui cambiamenti fisici, sulla masturbazione, sulle esperienze sessuali con il partner, sull’educazione sessuale e sulla pornografia. Ad ogni intervistato, a conclusione del contributo, era garantito un bigliettone da 5 euro.

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Fonte: www.fondazioneserono.org

Disordini sessuali: Guardare e fare fino all’ossessione

Emerge una varietà di comportamenti diversi nel quadro generale dei disordini sessuali, quanto diversi sono nello spettro umano. Masturbazioni insindacabili e relazioni più e meno romantiche e più e meno durature. L’eccitazione per il sesso si affianca alla sua mancanza, e spuntano racconti di esperienze a due, a tre, a molti, con pari o con professionisti. La curiosità per l’atto sessuale si innesca naturalmente, o solleticata da altri. La mente non è ingabbiata da convenzioni e lascia il corpo libero di sperimentare: si eccita senza pregiudizi, non guarda alle implicazioni del sesso del partner: uomo, donna, etero, gay, trans, l’importante è che tiri.

«People sometimes ask […] have you ever been in love, then I say no, I don’t think so, because it is … falling in love isn’t a thing of which you can say ‘my toe nail gets blue, so I’m in love’ […] it’s not measurable to me». (Nathan)

Alcuni prendono medicine per contenere i disordini sessuali. Alcuni sono ossessionati, alcuni consumano nei luoghi pubblici la loro ossessione senza controllo. Per molti ragazzi la masturbazione è normale, per altri il pene è sporco, orrida fonte di batteri. C’è chi si sente a proprio agio nell’atto e nella ricerca, chi soffre o gioisce di una stitichezza emotiva. A molti piace guardare, ma non tutti provano piacere nel fare.

Fonte: www.portale-autismo.it

Paletti, derive, pregiudizi per chi soffre di disturbi sessuali

Dai genitori, da Internet e dai giochi tra coetanei i ragazzi imparano il sesso. Ma se gli ultimi due ambienti riscaldano la lascivia, la prima fonte di contatto chiude la mente con le barriere. Per alcuni la confessione dell’intervista è liberatoria a fronte del silenzio imposto nella relazione con i genitori. Il rischio è che a sbloccare il discorso sia la confessione di esperienze BDSM (bondage, dominazione, sadomaso e masochismo).

Trovare un partner e approcciarlo è difficile per molti, così come accettare l’invasione di un altro nello spazio della propria intimità. Girati al contrario, altri invitano la ragazza a dormire dopo soli due giorni. Alcuni apprezzano le sottili sfumature tra il sesso e l’amore e la necessaria negoziazione di desideri e voglie con il proprio partner. Sono generalmente attentissimi a ricevere segnali di consenso in risposta alle loro avance, spesso per dimostrare ai genitori che loro non sono più propensi di altri a cadere nella coercizione.

«It is difficult for me to get information out of conversations, so to say, to filter the main from the side-issues is very hard to me, so … yeah, that could be problematic in a relationship».(Tom)

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Fonte: www.laug.it

Teste disordinate per sensazioni incasellabili

Lo studio intreccia la percezione del sé con l’informazione di provenienza esterna. È nell’interpretazione dei segnali dell’altro e dei messaggi dei genitori e delle fonti di informazione, che agisce la distorsione della malattia. Per alcuni, ma non per tutti, la difficoltà sta anche nell’accettare l’invasione del proprio spazio personale. Alcuni si percepiscono strani, incompleti, ossessivi o pericolosi. Alcuni hanno ritorsioni legali. Su molti discorsi in materia sessuale aleggia ancora il veto del tabù. Un’educazione sana alla sessualità, senza censure, potrebbe evitare l’appoggio eccessivo a fonti più sbottonate su Internet o ai succosi racconti dei coetanei.

A volte per i ragazzi è difficile parlare, parlarne, con quel lessico infarcito di numeri e di espressioni prese alla lettera. È troppo accettare l’invasione del proprio spazio vitale, è soffocante la presenza di un altro con i suoi bisogni, i desideri, le voglie, le paure, le necessità. Può essere spaventoso pensare di non potersi dare dei limiti e fa tremare l’ossessione. Fa rabbia l’imbarazzo, ma anche la non fiducia dell’altro che ci crede pazzo.

Eppure tutti i ragazzi vogliono provare l’esperienza sessuale. Fa parte della crescita e della vita, lo dice Internet con i porno, e i compagni con le esperienze borderline. Lo dicono meno i genitori, che fingono di non sapere che non si salva con il silenzio. Forse sono solo meno controllati e più liberi, quei QI così ballerini in testa. Meno soffocati dalle consuetudini sociali, più spaventati da tabù di cui a volte non digeriscono la necessità. Perché in fondo l’amore e il sesso rimangono per tutti così disordinati.

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Fonte: www.portale-autismo.it

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Fonte immagine di copertina: www.pernoiautistici.com

Francesca Leali

Nata a Brescia nel 1993. Laureata in lettere moderne indirizzo arti all'Università di Bergamo, dopo un anno trascorso in Erasmus a Parigi. Appassionata di fotografia, cinema, teatro e arte contemporanea.

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