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Il Guercino e la maestosità del Duomo di Piacenza

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L’unicità del patrimonio culturale italiano sta proprio nella sua straordinaria frammentarietà, nell’essere diffuso, nei piccoli e grandi centri, e in diverse forme, espressioni di secoli di creatività e ricchezza culturale che ci hanno permesso di essere privilegiati e fortunatissimi eredi di un capitale artistico unico al mondo. Proprio per questo, si scopre che la provincia italiana è costellata di perle meno note e che la vita di uno dei protagonisti del Seicento italiano è profondamente legata alla città di Piacenza. Giovanni Francesco Barbieri, detto il Guercino nacque a Cento, nella pianura Ferrarese, nel 1591 ma è in Emilia che realizzò uno dei suoi capolavori, affrescando la cupola del Duomo di Piacenza tra 1626 e 1627.

Cupola del Duomo di Piacenza – ©  Pietro Pav fonte: Wikimedia https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/7/77/Cupola_del_Guercino_-_fisheye.jpg

Duomo di Piacenza: le caratteristiche

Notevole esempio di architettura di influenze romaniche, gotiche e barocche, il Duomo di Piacenza è frutto di un ambizioso progetto artistico e culturale che coinvolse gli artisti più richiesti del tempo. Le figure di David Isaia sono del lombardo Pier Francesco Mazzucchelli, detto il Morazzone dal paese di origine. Chiamato a dipingere i Profeti nel 1625, morì dopo aver ultimato i primi due spicchi. Nel maggio 1626 lo sostituì il Guercino, che completò entro l’anno i sei scomparti restanti.

Nel 2017 la Diocesi e il Comune di Piacenza hanno pensato a un inedito percorso di visita che permette dei ammirare da vicino gli splendidi affreschi della cupola della Cattedrale.

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Attraversando il sottotetto della navata centrale con accesso al loggiato del tamburo della cupola, diventa possibile per i visitatori la visione del ciclo pittorico del Guercino. Con una cosiddetta “salita in quota”, si percorre tutto il perimetro della cupola e si ammirano da vicino i profeti Davide, Isaia, Aggeo, Osea, Zaccaria, Ezechiele, Michea, Geremia, le lunette in cui si alternano episodi dell’infanzia di Gesù – Annuncio ai Pastori, Adorazione dei pastori, Presentazione al Tempio e Fuga in Egitto – e otto coppie di Sibille supporto alle rivelazioni profetiche in qualità di corrispondente pagano. Al Guercino si deve anche la parte policroma nel fregio del tamburo.

Il progetto ha avuto un grande successo e da gennaio 2020 il percorso si è arricchito di un ulteriore affaccio, quello verso gli affreschi del presbiterio realizzati tra il 1605 e il 1609 da Camillo Procaccini e Ludovico Carracci, attraverso dei falsi matronei collocati sopra l’altare maggiore e mai accessibili. Scendendo sul lato opposto a quello di salita, si trova anche la sezione dedicata ai restauri di fine Ottocento con esposizione degli elementi allora smantellati, tra cui torciere, sculture, lapidi, parti di altari.

Convegni di studio, progetti espositivi e iniziative culturali hanno accompagnato la riscoperta degli affreschi del Duomo di Piacenza, una città che sicuramente merita di entrare negli itinerari da visitare nel Nord Italia.

Valentina Cognini

Nata a Verona 24 anni fa, nostalgica e ancorata alle sue radici marchigiane, si è laureata in Conservazione dei beni culturali a Venezia. Tornata a Parigi per studiare Museologia all'Ecole du Louvre, si specializza in storia e conservazione del costume a New York. Fa la pace con il mondo quando va a cavallo e quando disquisisce con il suo cane.