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Edward Burtynsky: volevo capire l’acqua

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8 minuti di lettura

L’elemento acqua, ubiquo per natura, ritenuto uno dei quattro elementi costitutivi dell’Universo da Empedocle, Aristotele e altri filosofi dell’antichità è l’elemento fondamentale, per la vita e per la varietà del paesaggio. Motore di sviluppo e prosperità influenza l’uomo sotto tutti i punti di vista.

Un problema globale

Dyralaekir River on Myrdalssandur
Iceland, 2012

Mentre cerchiamo di soddisfare i crescenti bisogni di una civiltà in espansione e molto assetata, stiamo rimodellando la Terra in modi estremi e colossali. In questo nuovo e potente ruolo sul pianeta, siamo anche in grado di progettare la nostra stessa fine. Dobbiamo imparare a pensare più a lungo termine sulle conseguenze di ciò che stiamo facendo, mentre lo stiamo facendo. La mia speranza è che queste immagini stimolino un processo di riflessione su qualcosa di essenziale per la nostra sopravvivenza; qualcosa che spesso diamo per scontato, fino a quando non se ne va. 

Edward Burtynsky è un fotografo e artista canadese.  Nato nel 1955 a St. Catharines, Ontario, ha da sempre le idee chiare sul soggetto da descrivere nei suoi scatti. Abituato a rapportarsi con fotografie a scale geografiche diverse, mette la sua curiosità al primo posto e si muove nel paesaggio per descriverlo attraverso usi, forme e culture diverse. Il suo pubblico deve arrivare a farsi delle domande e cercare delle risposte concrete nella vita quotidiana.

Edward Burtynsky
Salt River Pima-Maricopa Indian Reservation.
Arizona, USA, 2011

Capire l’acqua

Volevo capire l’acqua: cosa è e cosa lascia dietro quando andiamo via. Volevo capire il nostro uso e il nostro uso improprio. Volevo tracciare le prove della sete globale e delle fonti minacciate. Un modello che ho visto svolgersi durante tutta la mia carriera, documentando paesaggi è stato che, sia che li consideriate belli o mostruosi, sia come una strana combinazione dei due, non sono chiaramente una visione di un mondo inesauribile e sostenibile. 

Edward Burtynsky (Walrus, ottobre 2013)

Conoscenza che diventa studio e analisi del rapporto che l’uomo ha con l’ambiente e con le sue esigenze. Un rapporto delicato e complicato che il fotografo Edward Burtynsky studia per almeno 5 anni catapultandosi nei più disparati paesaggi.

Rispetto al lavoro che mi aveva coinvolto con il petrolio, l’acqua aveva una vita più grande, una scala straordinaria. Pensavo che l’acqua sarebbe stata un’altra su quella scala di “risorsa”, un liquido che definisce le nostre vite. Una volta iniziato a fare il progetto e ricercandolo, mi sono mosso verso un aspetto più specifico, per me è stata una vera sfida quando ho iniziato a mettere la testa intorno a qualcosa di grande come l’acqua. 

Il modo di intendere l’acqua da parte dell’uomo è cambiato di pari passo con le scoperte e le innovazioni registratesi nel corso degli anni.

I: l’acqua afflitta

Paesaggi in cui l’acqua scarseggia o viene compromessa per sempre, come il Salton Sea, il Delta del fiume Colorado, che non ha visto una goccia d’acqua in oltre quaranta anni, ed è ora un deserto.

Edward Burtynsky
Salton City
California, USA, 2009

II: Controllo

Questo capitolo esamina incursioni su vasta scala imposte per sfruttare e deviare il potere dell’acqua; dagli antichi Stepwell dell’India, ai canali moderni che alimentano l’acqua, a giganteschi progetti di dighe idroelettriche in Cina.

Edward Burtynsky
Xiaolangdi Dam #1
Yellow River, Henan Province, China, 2011

III: Agricoltura

L’agricoltura rappresenta – di gran lunga – la più grande attività umana sul pianeta. Approssimativamente il settanta per cento di tutta l’acqua dolce sotto il nostro controllo è dedicato a questa attività.

Edward Burtynsky
Rice Terraces #2
Western Yunnan Province, China, 2012

IV: Acquacoltura

Offre uno sguardo a questa fonte di cibo in rapida crescita e sempre più importante. L’acquacoltura si presenta come uno di quei luoghi in cui la terra e il mare sono stati modellati per coltivare e raccogliere colture a base d’acqua come sale, pesce, gamberetti, alghe e riso.

Edward Burtynsky
Marine Aquaculture #1
Luoyuan Bay, Fujian Province, China, 2012

V: Waterfront

Waterfront guarda al modo in cui modelliamo la terra per creare proprietà sul lungomare e parla del bisogno umano e del desiderio di stare vicino all’acqua, anche se è artificiale. Edward Burtynsky ci porta anche in India, per assistere al più grande pellegrinaggio sul pianeta con 35 milioni di persone che arrivano per fare il bagno nel Gange per liberare i loro peccati – un’antica credenza spirituale nel potere purificatore e nella sacralità dell’acqua.

Edward Burtynsky
Benidorm #1
Spain, 2010

 

Edward Burtynsky
End of day bathing at royal bath day, Kumbh Mela 2010

VI: Fonte

La fonte deriva dal viaggio di Burtynsky nella Columbia Britannica e in Islanda, luoghi in cui si svolge una fase critica del ciclo idrologico: le montagne, che contengono ghiacciai e neve.

Nel complesso il progetto ci proietta di fronte paesaggi scavati, regioni e forme colorate, gradini rigidi e rettilinei prestabiliti, massicci appezzamenti di irrigazione, acquacoltura e incontri sociali, culturali e rituali che ruotano intorno a questo elemento. L’acqua è così tradotta e raccontata a intermittenza come vittima, protagonista, esca, partner. Una fonte, un fine, una minaccia e un piacere.

Edward Burtynsky
VeronaWalk
Naples, Florida, USA, 2012

 

Edward Burtynsky
Mount Edziza Provincial Park #1
Northern British Columbia, Canada, 2012

Così è stato anche il suo contributo al film Watermark (qui il trailer) girato in collaborazione con la regista Jennifer Baichwal. Due esploratori del nuovo millennio che si uniscono per spiegare al mondo cos’è e cosa stiamo facendo dell’acqua del futuro.

Edward Burtynsky ci rimanda così a un tempo in cui la mancanza dell’acqua rende la sua assenza una presenza ancora più forte.

 


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Fausta Riva

Fausta Riva nasce in Brianza nel 1990.
Geografa di formazione(Geography L-6) poi specializzata in fotografia al cfp Bauer.
Oggi collabora con agenzie fotografiche e lavora come freelance nel mondo della comunicazione visiva.
Fausta Riva nasce sognatrice, esploratrice dell’ordinario. Ama le poesie, ama perdersi e lasciarsi ispirare.

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