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La perversione al di là dell’arcobaleno

11 minuti di lettura

Quando Eyes Wide Shut fece la sua comparsa nelle sale cinematografiche nel 1999 dopo quattro anni di lavorazione, l’attesa era alle stelle e le aspettative vertiginosamente alte. Innanzitutto, era stato preannunciato come un film-scandalo, uno di quelli che avrebbe fatto sfregare le mani ai moralisti di tutto il mondo e turbato i sonni anche degli spettatori più smaliziati. Ad alimentare ulteriormente la leggenda c’erano loro, i due protagonisti: Nicole Kidman e Tom Cruise, che si potrebbero definire i Brangelina di fine anni ’90 se il paragone non fosse particolarmente infelice in questi giorni. E non ultimo il fatto che il grande regista Stanley Kubrick si spense pochi giorni dopo che le ultime scene erano state messe a punto, rendendo Eyes Wide Shut, uscito postumo, il proprio canto del cigno.

Forse proprio per la troppa aspettativa che si era generata, Eyes Wide Shut non riscosse il successo che meritava. Chi si aspettava la profondità di Arancia Meccanica o la suspense di Shining rimase deluso nel vedere la storia di una coppia borghese di New York annoiata dalla vita e dal matrimonio. Chi voleva dare una sbirciata nella vita intima dei bellissimi Cruise e Kidman dovette ridimensionare le proprie aspirazioni: le scene di sesso fra i due sono quasi inesistenti.

Eppure Eyes Wide Shut, tratto dal romanzo di Arthur Schnitzler Doppio sogno, è una delle pellicole più erotiche mai prodotte. Non tanto per la quantità di esplicite scene osé, quanto perché tutto il film è un viaggio alla scoperta della perversione, del lato “marcio” della classe medio-alta che ci viene mostrata nei primi minuti. In questo viaggio, però, non ci sono insegnamenti da apprendere. Alla fine quello che rimane è solo il ritratto della società così com’è, irrimediabilmente cristallizzata nelle sue perversione e nelle sue ipocrisie. L’ultimo messaggio di Kubrick non sembra lasciare spazio alla speranza. 

Protagonisti di Eyes Wide Shut Bill, un medico, e sua moglie Alice, una coppia benestante e apparentemente felice. Durante una festa natalizia ad entrambi si presenta l’occasione di tradire il coniuge. Alice viene avvicinata da un uomo affascinante che non maschera le sue intenzioni e classifica il matrimonio come una trappola che necessita di bugie per reggersi in piedi; Bill è oggetto delle avances di due modelle, che lo invitano a seguirle per scoprire che cosa c’è “al di là dell’arcobaleno”. L’uomo, già riluttante, viene fatto chiamare dal padrone di casa che chiede il suo aiuto: una ragazza con cui si era appartato, Amanda, è andata in overdose. Dopo aver promesso di non far parola dell’episodio ad alcuno, Bill torna alla festa, ma non cerca le due ragazze. Nel frattempo anche Alice ha respinto con decisione il suo corteggiatore. 

La scena iniziale del film occupa circa quindici minuti ed è apparentemente insignificante. Ma è proprio qui che si trova la chiave di lettura del film, l’anticipazione e la motivazione di ciò che seguirà. Il giorno dopo la festa, infatti, la coppia ha un acceso confronto. Sotto l’effetto della marijuana, Alice ammette non solo che la sera prima aveva avuto la tentazione di tradire il marito, ma anche che tempo prima si era invaghita di un ufficiale di marina per il quale sarebbe stata pronta a lasciare tutto – compresa la figlia Helena – se lui gliel’avesse chiesto. Bill, che poco prima si era detto insensibile al fascino delle altre donne e sicuro che la moglie gli sarebbe stata sempre fedele, è sconvolto. Con il pretesto di andare a casa di un paziente deceduto durante la notte, l’uomo esce di casa e inizia il suo viaggio. 

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Una scena del film Eyes Wide Shut

New York è immersa nelle tenebre e Bill si sposta rapidamente e senza meta, quasi in preda a una smania. Il suo mondo è crollato, il suo matrimonio perfetto è solo una facciata. È stata Alice a spalancare i suoi occhi chiusi – qualcosa a cui allude il titolo Eyes Wide Shut, un intraducibile ossimoro che suona come “occhi serrati spalancati” – e a guardare davvero se stessa e il marito; Alice, che porta il nome della protagonista di Alice Through the Looking Glass e che, in effetti, viene inquadrata più volte mentre si specchia. Le sue riflessioni sono accompagnate da flash in cui immagina Alice impegnata in un amplesso con l’ufficiale di cui si era invaghita. Queste visioni scandiscono i diversi momenti del viaggio: man mano che Bill si cala nella profondità della perversione umana, le fantasie su sua moglie si fanno sempre più spinte e passano dal semplice bacio all’orlo dell’orgasmo.

Ogni tappa del viaggio di Bill corrisponde a una donna, che rappresenta qualcosa di diverso. La prima è la figlia del defunto paziente, che gli dichiara il suo amore nonostante sia prossima alle nozze. Ci sono poi Domino, la bella prostituta che lo invita ad entrare in casa, e la giovanissima e spregiudicata figlia del negoziante Milich, colta mentre intratteneva rapporti con due asiatici. Ognuna di loro rappresenta una tentazione per Bill, che però non cede mai, talvolta per volontà, talvolta per l’intervento di cause esterne che lo distolgono dal proposito di adulterio. È interessante la simbologia che Kubrick inserisce in queste scene: ogni volta che Bill entra in una stanza dove la sua fedeltà verrà messa alla prova viene inquadrato un albero di Natale pieno di luci colorate. Tranne nel negozio del signor Milich, che si chiama significativamente “Rainbow”. Alla fine, insomma, Bill sta davvero vedendo che cosa c’è al di là dell’arcobaleno.

Ma l’incontro più importante di Bill è quello con il suo vecchio amico Nick Nightingale, che gli confessa che quella notte andrà a esibirsi per una società segreta, i cui componenti gli impongono di bendarsi per mantenere la segretezza. Sollecitato dall’amico, Nick “canta” (non per niente il suo nome significa “usignolo”): per accedere alle riunioni segrete sono necessari una maschera e una parola d’ordine, “Fidelio”. Così Bill si ritrova a partecipare a un rito segreto, che comprende anche un’orgia collettiva. Il suo viaggio è al culmine: la villa del rito ospita la sessualità più sfrenata, dove la monogamia a lui tanto cara è esclusa dall’impossibilità di riconoscersi l’un l’altro.

Bill non appartiene a questo mondo e i partecipanti al rito se ne accorgono. La punizione sembra inevitabile, ma una donna interviene in sua difesa, offrendosi di prendere il suo posto. Anche se la maschera impedisce di riconoscerla, la salvatrice sembra essere Amanda. O, almeno, questo è quello che scopre il giorno dopo Bill, dopo aver appreso che la donna è morta per overdose. È davvero così o dietro questa morte si nasconde un omicidio rituale? Il film non risponde né a questa né ad altre domande.

Una scena del film Eyes Wide Shut

Quel che è certo è che del viaggio di Bill non sembra rimanere alcuna traccia alla luce del giorno: Amanda è morta, Domino è scomparsa, la figlia del paziente deceduto non è rintracciabile. Solo la figlia di Milich compare nuovamente, ma non la aspetta un futuro felice: il padre ha deciso di farla prostituire e venderla come fosse uno dei suoi costumi. A Bill e ad Alice, informata di tutto, rimane solo la consapevolezza di aver conosciuto finalmente il lato oscuro del loro mondo perfetto. Ma non sappiamo se questo si sia tradotto in un miglioramento del loro freddo rapporto. Più probabilmente, Eyes Wide Shut rimarrà solo il ritratto di un mondo torbido che si nasconde dietro una facciata di luci color arcobaleno. E, come conclude Alice, rimane solo una cosa da fare: «Scopare».

 

Silvia Ferrari

Classe 1990, nata a Milano, laureata in Filologia, Letterature e qualcos'altro dell'Antichità (abbreviamo in "Lettere antiche"). In netto contrasto con la mia assoluta venerazione per i classici, mi piace smanettare con i PC. Spesso vincono loro, ma ci divertiamo parecchio.

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