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“Fermento di luglio”: la storia di razzismo di un autore scomodo

4 minuti di lettura

Avvincente e coinvolgente, Fermento di luglio di Erskine Caldwell è un romanzo di denuncia contro il razzismo, che prosperava nell’America del sud tra la fine dell’Ottocento e i primi anni del Novecento.

La trama semplice ma ben congegnata vede come protagonista un ragazzo di colore, Sonny Clark, che è stato accusato ingiustamente di stupro da Katy Barlow, una ragazza bianca, scatenando così l’ira della contea di Julie. Sarà lo sceriffo Jeff a doversi occupare della faccenda e, tra colpi di scena e una caccia all’uomo spietata, assistiamo alla fuga di Sonny in mezzo alla campagna assolata della Georgia. Non mancano infatti accurate e poetiche descrizioni del paesaggio che arricchiscono il romanzo facendo da cornice agli eventi.

«Lontano, al di là dei campi, si intravvedevano le sagome di alcuni alberi di diospiro stagliarsi come mani alzate verso il cielo».

Caldwell dipinge una Georgia che vede l’uomo bianco come padrone indiscusso e l’uomo di colore schiavo della propria condizione di sottomissione, considerato meno di un oggetto. Gli uomini di colore stessi credono di essere inferiori, ormai assuefatti a una società che li vede come intrusi e come un male da debellare tanto da volerli scacciare dallo Stato.

«Voi sapete com’è il mondo, oggigiorno. Bisogna provvedere. I negri vanno rimandati in Africa, da dove vengono. Quella razza si moltiplica con tanta rapidità che, tra non molto, i bianchi non avranno più nemmeno un posto dove respirare».

Viene dunque presentata una situazione di razzismo ben radicata anche se è presente un barlume di speranza, incarnata nella figura dello sceriffo Jeff. Questi infatti, trovandosi spesso dalla parte dei più deboli, avrà occasione di dimostrare un’umanità non riservata esclusivamente ai “propri simili”: «Sam Brinson è una specie di amico per me, anche se è negro. Non mi va giù l’idea che gli capiti qualcosa di brutto».

Tutti i personaggi sono accuratamente descritti in tutti i loro aspetti, con particolare riguardo a quello psicologico, e nulla è lasciato al caso. Il comportamento ingiusto ed egoistico di Katy, la preoccupazione dello sceriffo Jeff per la sua carriera, tutto è descritto minuziosamente e vengono spiegati i motivi di ogni azione, tanto da porre il lettore a immedesimarsi in ogni personaggio, persino in quelli secondari.

Non si può non apprezzare questo romanzo, soprattutto per il suo ruolo di memoria storica del razzismo, e non essere coinvolti nelle vicende drammatiche e spesso violente che si susseguono con crudele insistenza. Il lettore rimarrà con gli occhi incollati alle pagine e col fiato sospeso fino alla fine.

Nato nel 1903 a White Oak, Erskine Caldwell è sempre stato un autore scomodo, tanto che i suoi libri furono proibiti e lui stesso arrestato. La sua vocazione era descrivere l’America dei suoi anni così com’era, senza fronzoli e con uno stile asciutto e soffocante come il sole del Sud. Morì nel 1987 in solitudine e povertà, lasciando dietro sé la testimonianza di una società cupa e gretta che non è stata ancora del tutto sanata dalla piaga del razzismo.

Azzurra Bergamo

Azzurra Bergamo

Classe 1991. Copywriter freelance e apprendista profumiera. Naturalizzata veronese, sogna un mondo dove la percentuale dei lettori tocchi il 99%.

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