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Il complottista | Bestiario della Fase 2

3 minuti di lettura

Con l’avviamento della Fase 2 sono in molti coloro che credono di svoltare le loro inutili e vuote giornate seguendo programmi trash sulle reti nazionali e private, da dove traggono ispirazione e l’utopistica certezza di una fonte neutrale per avanzare le loro teorie del complotto.

Già, perché per questi soggetti vi è un complotto anche dietro la Nutella, figuriamoci dietro il Coronavirus.

E nonostante il numero elevatissimo di vittime che il virus ha fatto nei mesi scorsi, nonostante il completo disorientamento dei medici e dei professionisti sanitari di fronte una bestia nuova da combattere (come se non ce ne fossero già abbastanza) e nonostante l’affollamento disumano delle terapie intensive e dei corridoi dei nostri ospedali, il complottista sostiene che è tutta una montatura da parte dei poteri forti e invisibili che ci manovrano come le pedine di un gioco da tavola.

Il complottista guarda con diffidenza chiunque passeggi senza mascherina (perché magari pacificamente da solo) come un possibile untore, oppure come una delle innumerevoli spie che gli alieni, o i cinesi, avrebbero mandato qui per controllarci. Il complottista guarda con aria di sfida i gestori dei bar, secondo lui,  in accordo con i più potenti massoni del mondo per preferire il potere economico alla sopravvivenza della specie umana e quando incontra un cinese, magari che vive in Italia da dieci anni, inizia tutta la sua paternale su come i nostri simili asiatici abbiano fatto capitombolare il made in Italy già molto tempo prima del Coronavirus, architettando tutto nei minimi dettagli.

Il complottista chiaramente non fa mai vanto delle sue fonti, ma si dice informato dall’alto di persone e conoscenze che ovviamente può vantare solo lui.

E Barbara d’Urso è una di queste.


Il Bestiario è un testo che, solitamente, descrive gli animali o le bestie. Nel Medioevo si trattava di una particolare categoria di libri che raccoglievano brevi descrizioni di animali reali o immaginari. Nel XIII e XIV secolo i bestiari si diffusero soprattutto in Inghilterra e Francia. Essi erano arricchiti anche da bellissime illustrazioni e pregevoli miniature. Tra le opere che hanno poi assunto questo nome nel corso della storia ricordiamo “Il bestiario amoroso” di Richard de Fournival del 1252 e il più recente “Bestiario” di Julio Cortazár del 1951. In questa rubrica, noi vi proponiamo una sferzante e ironica descrizione delle “bestie umane” che affollano la nostra società.

 


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Anto D'Eri Viesti

A proud millennial. Dopo il dottorato in semiotica e gender studies decide di dedicarsi solo alle sue passioni, la comunicazione e la scrittura.
Copywriter e social media manager.
La verità sta negli interstizi, sui margini e nei lati oscuri.
Tanti fiori, cioccolato e caffè.