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Il libro del mondo: sfogliare il Festival delle Geografie, alla prima edizione

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8 minuti di lettura

A tutti i geografi almeno una volta nella vita è stata chiesto qual è la capitale di uno Stato preso a caso tra gli altri. La Turchia se ti va bene, l’Uzbekistan se trovi il curioso un po’ inopportuno. Così si inizia a cercarla (la geografia).

Il Festival delle Geografie in Brianza

Quest’anno, finalmente, se ne parla anche in Brianza. L’appuntamento si è a Villasanta (MB) nel fine settimana tra il 20-21-22 settembre scorsi. Il Festival delle Geografie ha debuttato con il numero zero dedicato agli esploratori. «Il geografo, del resto,» scriveva Armand Fremont, «ha le scarpe sporche di fango».

Foto: Fausta Riva

Tutti gli eventi del Festival delle Geografie si sono svolti dentro il perimetro della Villa Camperio, originariamente appartenente all’omonima famiglia di esploratori brianzoli.

A cosa serve la geografia?

Al Festival delle Geografie si parla di viaggi, di esploratori, di territorio. Si portano le usanze in piazza, si fa ballare. Si parla di persone, si guardano fotografie. Si sfogliano libri, si parla di storie nascoste, o rese note a tutti, si parla di una passione, ma sopratutto si parla di una visione, di una prospettiva nel guardare cosa ci succede intorno. Si parla di geografia.

Foto: Fausta Riva

Poche persone, quando si dice geografia, pensano a una questione di prospettiva. Se si trova un geografo la prima cosa che si può fare con lui è parlare. Parlare liberamente. E sarà lui a dirti che la geografia non è leggere una mappa, né sapere dove è cosa e cosa è al posto di cosa. Piuttosto, la geografia è sapere che i confini sono solo linee tracciate e che nascoste nel loro essere ci sono tante storie. Geografia è passato, presente e futuro in un equilibrio ricercato. Un’intersezione di più voci in tempi e luoghi diversi, non sempre trovata ma di sicuro continuamente ricercata. 

Foto: Fausta Riva

Così la domanda sorge spontanea, in una sera di inizio autunno, con il primo freddo che pizzica le caviglie, nella villa brianzola dei Camperio: Serve la geografia? Thomas Gilardi è schietto. Sfida il pubblico con un semplice sì. Schiacciante. Come un’altra certezza scientifica.

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Si parla di quanto la geografia sia presente nel sistema scolastico, quanto sia invece dimenticata. O forse la si dovrebbe eliminare: in questo modo, togliendola del tutto, prenderemmo atto che esista. Tutto sembra assomigliare alla realtà, la geografia nelle scuole italiane occupa uno spazio sempre più marginale, mentre nel mondo si capisce, passo dopo passo, l’importanza dei piccoli gesti per tenere in piedi il sottile equilibrio uomo/natura.

Festival delle Geografie
Foto: Fausta Riva

L’importanza dei luoghi non è da sottovalutare. I nomi dei luoghi o gli eventi che in essi, inesorabilmente, cambiano, inseriti in un pianeta irrequieto che cambia a un ritmo incessante. Così la scrittura della terra. Se qualcuno scrive un libro, ognuno può leggere all’interno una sua storia. Così è anche la conoscenza dei luoghi. Anch’essa, la conoscenza, oggi è irrequieta. In questo modo la geografia diventa una percezione. Preferiamo percepirci come monumenti o come dinamici? 

Festival delle Geografie
Foto: Fausta Riva

«Sei in un paese meraviglioso»: il cartellone di Autostrade per l’Italia dà il suo contributo. Forse la soluzione per i paesi italiani è sfruttare un approccio più vivo e meno folcloristico. Forse vivere con più attaccamento alla nostra terra. Ed è questo il midollo della materia stessa: l’onestà di raccontare i luoghi. Contro il giornalismo di viaggio, contro tutti i luoghi «belli e stupedi» sulla copertina. I luoghi della geografia non sono post-it da attaccare al muro ma sono un legame da creare. La geografia può essere utile per collegare, non per recidere.

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Poi si entra più nello specifico. Cosa vuol dire sviluppo del territorio? Quali sono le differenze tra territorio, ambiente e paesaggio? Tutte queste parole vengono trattate, e nella sua complessità, la geografia sembra racchiuderle tutte e tre, riuscendo a descrivere un tassello di quello che è il rapporto antropocentrico dell’uomo col mondo.

Il rapporto locale e globale

La visione transcalare, che ci permette di comparare il vicino con il lontano, è una missione difficile. Ci sono elementi che non hanno una spiegazione se presi nel loro essere locali, e che si rischiarano se guardati globalmente, e viceversa. Questi elementi portano altre domande. L’unico modo per esplorare la conoscenza è allargare l’analisi per cercare delle spiegazioni. 

Perché il vero problema del rapporto fra locale e globale è che si mette in relazione locale e locale, e così si sbaglia. Un locale in un luogo è un’altra cosa in un altro luogo, e nella nostra cultura si tende a negare la messa a confronto tra il locale e il globale in un dialogo costruttivo. Per esempio spiegare i problemi migratori con una dimensione locale senza interagire con una visione macro-regionale o planetaria è praticamente impossibile. Non riusciamo a mettere in connessione due realtà locali in un globale diverso.

Festival delle Geografie
Foto: Fausta Riva

 Vecchi e nuovi esploratori

Il Festival delle Geografie racchiude storie di esploratori moderni e storici. È facile intuire come i vecchi esploratori abbiano ispirato le nuove menti. Non a caso la scelta della bibliografia richiama tanti problemi attuali, tanti sentieri percorsi a piedi o con qualsiasi mezzo di trasporto. Una sezione bibliografica è dedicata ai viaggiatori più piccoli, alle menti fresche, e dà una mano a sognare in grande. 

Festival delle Geografie
Foto: Fausta Riva

Tutti sono liberi di sognare e per tre giorni le storie che scorrono tra balli e conferenze d’autore portano alla mente luoghi, temperature, fatiche, gioie, profumi, e quasi ci si dimentica che piove, che l’autunno è quasi iniziato e che ci si vestirà a strati.

Festival delle Geografie
Foto: Fausta Riva

Un nuovo turismo intelligente

In questa prima edizione del Festival delle Geografie si è cercato un equilibrio tra esploratori e consumatori di viaggi. Una mediazione possibile e necessaria per creare un turismo intelligente, un giornalismo attivo e una generazione nuova di esploratori che hanno il grande compito di scoprire nuove strade per salvare il mondo. La prima edizione del Festival delle Geografie è uno spartiacque tra le stagioni, aspettiamo le prossime.

Fausta Riva

Fausta Riva nasce in Brianza nel 1990.
Geografa di formazione(Geography L-6) poi specializzata in fotografia al cfp Bauer.
Oggi collabora con agenzie fotografiche e lavora come freelance nel mondo della comunicazione visiva.
Fausta Riva nasce sognatrice, esploratrice dell’ordinario. Ama le poesie, ama perdersi e lasciarsi ispirare.