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La donna patriarca | Bestiario

3 minuti di lettura

Dove sono finite le donne? C’è da chiederselo ogni volta che si vede in giro una donna patriarca.

Perché le donne di battaglie per l’indipendenza economica, di pensiero e di azione, per la libertà ideologica insomma, per svincolarsi dalle trappole e dalle costrizioni del regime del patriarcato ne hanno fatte tante, davvero. Il fine, però, non era di certo trasformarsi in uomini meglio vestiti e più sinuosi. 

L’obiettivo era un’auto-realizzazione che valorizzasse l’essere donna nel rispetto sacrosanto della differenza tra uomini e donne, che nostro malgrado, permane nel senso di rappresentare la vera ricchezza su cui si basa una società che possa dirsi civile. 

E invece alcune donne sono diventate peggio degli uomini peggiori: hanno linguaggi scurrili, raggiungono posti di potere con l’obiettivo di fare violenza sui propri simili e suoi propri sottoposti, fanno regali costosi agli uomini per conquistarsi un poco della loro attenzione, hanno atteggiamenti da capobanda, da bulli adolescenti e volgari e hanno dimenticato per sempre se stesse, pensando che imitare gli uomini sia la vera conquista. 

Ma all’universo, come diceva Gaber, poco gli importa delle nazioni e delle guerre, l’universo ha bisogno di due diversità che si incontrano e si fondono per dare vita alla vita

E le donne questa diversità l’hanno persa e se ne vantano anche. Hanno perso la loro umanità in senso lato, come accoglienza espansiva e pacifica, hanno perso la dolcezza e le buone maniere, hanno perso l’ironia, le emozioni e le hanno perse come esseri umani, diventando la brutta copia degli uomini che hanno sempre criticato. Riprendersi tutto ciò di certo non comprometterebbe il libero arbitrio di essere ciò che si vuole, anzi, ne potrebbe costituire il valore aggiunto.

Le donne ci mancano, tanto. Tornate, numerose. 


Il Bestiario è un testo che, solitamente, descrive gli animali o le bestie. Nel Medioevo si trattava di una particolare categoria di libri che raccoglievano brevi descrizioni di animali reali o immaginari. Nel XIII e XIV secolo i bestiari si diffusero soprattutto in Inghilterra e Francia. Essi erano arricchiti anche da bellissime illustrazioni e pregevoli miniature. Tra le opere che hanno poi assunto questo nome nel corso della storia ricordiamo “Il bestiario amoroso” di Richard de Fournival del 1252 e il più recente “Bestiario” di Julio Cortazár del 1951. In questa rubrica, noi vi proponiamo una sferzante e ironica descrizione delle “bestie umane” che affollano la nostra società.


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Anto D'Eri Viesti

A proud millennial. Dopo il dottorato in semiotica e gender studies decide di dedicarsi solo alle sue passioni, la comunicazione e la scrittura.
Copywriter e social media manager.
La verità sta negli interstizi, sui margini e nei lati oscuri.
Tanti fiori, cioccolato e caffè.