fbpx
Laura Antonelli

Laura Antonelli e la spensieratezza della commedia sexy all’italiana

6 minuti di lettura

Laura Antonelli è stata, fino alla sua scomparsa, una delle icone erotiche più celebri del cinema italiano degli anni Sessanta e Settanta. Forse il suo nome suonerà lontano o in alcuni casi sconosciuto alle nuove generazioni, ma cinquanta’anni fa Laura ha popolato l’immaginario erotico di moltissimi uomini.

File:Laura Antonelli Casta e pura.jpg - Wikipedia

La commedia sexy all’italiana

L’erotismo dei suoi film è tipico della cosiddetta commedia sexy all’italiana, che nasce nei primi anni Settanta e declina in altri generi negli anni Ottanta: un erotismo leggero, d’intrattenimento, senza sfumature psicologiche o troppo complesse, fatto di stereotipi comuni e non troppo fantasiosi, come la professoressa e l’allievo, il militare e l’infermiera, la moglie e l’amante, il capo e la segretaria.

Forse è proprio questa spensieratezza a far riempire le sale cinematografiche in quegli anni. La grande differenza con il cinema erotico contemporaneo sta proprio nel non voler cercare inutili approfondimenti psicologici per nobilitare il contenuto “basso” dell’opera: l’erotismo era – ed è – già di per sé un tema a tutto tondo, complesso nelle sue mille sfaccettature, ma, al tempo stesso, semplice, diretto e soprattutto accessibile a qualsiasi tipo di pubblico.

D’altra parte, pur trattandosi di un filone dalle trame superficiali e spesso simili, le attrici che recitano per questo genere sono ancora oggi le più ricordate proprio grazie alla loro bellezza: non solo Laura Antonelli, ma anche Edvige Fenech, Barbara Bouchet, Serena Grandi, Senta Berger. Complici probabilmente i movimenti femministi che raggiungono anche l’Italia, gli anni Sessanta e Settanta vedono per la prima volta al cinema il corpo della donna senza veli e senza troppo pudore, raccontato tra una battuta divertente e fantasiosi equivoci.

File:Laura Antonelli (Milan, 1974).jpg - Wikimedia Commons

La bellezza di Laura Antonelli

Timida insegnante di educazione fisica, Laura Antonelli entra nel mondo del cinema attraverso registi come Antonio Pietrangeli (Il magnifico cornuto – 1964) e Luigi Petrini (Le sedicenni – 1965). Laura piace, ma non si piace del tutto: «Sono bassina, un po’ tondetta e ho le gambe piuttosto corte: chissà perché piaccio?». Eppure la sua schiena è stata definita dal suo partner Lando Buzzanca in Il merlo maschio «La più bella mai vista dopo Marylin».

Di certo la bellezza dell’attrice è molto diversa da quella delle donne mediterranee e maggiorate tipiche di quegli anni. Non possiamo paragonarla per esempio a Sophia Loren o a Monica Bellucci, altre indimenticabili dive del cinema erotico e non. La bellezza di Laura è più delicata, “nordica”, e per questo si avvicina maggiormente a modelli come Alida Valli, Sylva Koscina e Femi Benussi – sua rivale al cinema. Non per nulla le quattro donne erano chiamate “le bellissime quattro istriane”.

Leggi anche:
Milo Manara e le sue donne: il fumetto erotico all’italiana

Eppure Laura Antonelli aveva qualcosa in più, un lato nascosto dietro alla sicurezza di sé mostrata nei suoi film: una fragilità e una timidezza che solo Luchino Visconti sembra notare e mettere in scena ne L’innocente. Per tutti gli altri registi, anche del cosiddetto “cinema d’autore”, Laura è tutt’uno con la sua bellezza, con le sue gambe e le sue forme che portano migliaia di spettatori al cinema.

«Malizia» e spensieratezza

Nonostante l’attrice sia stata molto produttiva, il film più ricordato e che l’ha consacrata a diva dell’erotismo italiano è Malizia (1973), una pellicola diretta da Salvatore Samperi dove viene esaltata la seduzione “casalinga” della donna e che – con un incasso di 5 miliardi di lire – dà il via all’ampio filone della commedia erotica italiana, di grandissimo successo nel decennio successivo. Laura diventa così una delle maggiori icone erotiche: vestita da cameriera, su una scala, in reggicalze, mentre si intravede tra le pieghe della gonna il candido intimo. Così rimarrà impressa nella mente di un’intera generazione, con la sua sensualità genuina, semplice.

Nel 1991 c’è un secondo tentativo con Malizia 2000, un remake poco fortunato del suo primo grande successo che le costa un volto sfigurato dalla reazione allergica alle iniezioni, tanto da farle dire addio al mondo del cinema.

Nonostante sia considerato da alcuni un cinema di secondo livello, la commedia sexy all’italiana di Laura Antonelli dona momenti di pura spensieratezza e divertimento ormai rari in un’epoca in cui i temi più semplici come l’erotismo devono essere giustificati da tragedie o perversioni. Che fine ha fatto l’erotismo leggero e senza impegno di una volta? Forse rimane solo nei ricordi e nei film di Laura Antonelli.

1 Comment

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.