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Le “Voglio essere Chiara Ferragni” | Bestiario

3 minuti di lettura

Quando Chiara Ferragni iniziò ormai più di dieci anni fa con il suo blog The Blonde Salad, fra i suoi intenti non c’era certo quello di dare seguito ad uno stuolo di invasati, egocentrici, narcisisti e parassiti del social più usato dai millennial e non solo, Instagram.

Tutti avrete visto le “voglio essere Chiara Ferragni”! Sono le abitanti di Instagram e, ahinoi, per la maggiore sono donne, che postano almeno ottantacinque selfie al giorno in cui sfoggiano i loro outfit senza gusto, senza carattere, ma soprattutto completamente inutili nel marasma dei migliaia di outfit che spopolano ogni giorno sul web. Nel peggiore dei casi questi soggetti si fanno anche un video di qualche secondo girando tipo cane che si morde la coda davanti allo specchio e in cui, imitando Chiara, si riempiono la bocca con la frase “outfit of the day” da mostrare ai loro duecento followers. Personalità piatta, fantasia non pervenuta, buon gusto andato a farsi friggere insieme alle pittule leccesi.

Ma ci sono alcuni casi umani che superano davvero tutti i limiti dell’umana immaginazione, quelli che fanno il profilo per il cane. Il profilo per il cane. Si perché Chiara ha un cane che si chiama Matilda e che conta una cosa tipo quasi trecentocinquanta mila followers.

Ora, Chiara ha inventato un business e un personaggio, il suo, brandizzando anche tutti gli esseri viventi (pelosi compresi) che facevano parte della sua vita e, che vi stia simpatica o no, è una delle donne più influenti al mondo, che ha cambiato per sempre il mondo della moda.

Ma tu, che vuoi essere Chiara Ferragni con i tuoi duecento followers e i tuoi outfit of the day, perché devi fare pure un profilo al tuo cagnolino grazioso che avrà un seguito di massimo settanta persone?

Perché?


Il Bestiario è un testo che, solitamente, descrive gli animali o le bestie. Nel Medioevo si trattava di una particolare categoria di libri che raccoglievano brevi descrizioni di animali reali o immaginari. Nel XIII e XIV secolo i bestiari si diffusero soprattutto in Inghilterra e Francia. Essi erano arricchiti anche da bellissime illustrazioni e pregevoli miniature. Tra le opere che hanno poi assunto questo nome nel corso della storia ricordiamo “Il bestiario amoroso” di Richard de Fournival del 1252 e il più recente “Bestiario” di Julio Cortazár del 1951. In questa rubrica, noi vi proponiamo una sferzante e ironica descrizione delle “bestie umane” che affollano la nostra società.

 


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Anto D'Eri Viesti

A proud millennial. Dopo il dottorato in semiotica e gender studies decide di dedicarsi solo alle sue passioni, la comunicazione e la scrittura.
Copywriter e social media manager.
La verità sta negli interstizi, sui margini e nei lati oscuri.
Tanti fiori, cioccolato e caffè.