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Lev Tolstoj, l’amante della natura

3 minuti di lettura

Celebre grazie ai suoi monumentali romanzi di successo Guerra e pace e Anna Karenina, Lev Tolstoj nelle sue opere si concentra sull’introspezione dei personaggi, attraverso la riflessione morale. A dire la verità, Tolstoj odiava i suoi capolavori, odiava il fatto che la gente idolatrasse i suoi protagonisti e non si concentrasse sulla sua dottrina morale.

Nella sua ideologia, era diviso tra il desiderio di una vita naturale e senza preoccupazioni, dedicata alla caccia e ai piacere, e l’incapacità di trovare in questo un senso all’esistenza

La sua dottrina morale è rigorosa: astenersi da alcol e tabacco, non mangiare carne e astenersi da atti sessuali (senza amore).
Era alla costante ricerca di una giustificazione alla vita, una crisi razionalistica che lo porta a credere che l’uomo sia stato creato per la felicità. È il senso della vita.

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Ma sono pensieri insicuri, sconvolti periodicamente dal tarlo della morte, dovuto all’esperienza della guerra e alla morte del fratello. Nell’ultimo periodo della sua vita, Lev Tolstoj scrive moltissimo ma senza analizzare la natura umana, si concentra sul pensiero religioso. Scrive senza sosta e in modo disordinato, era Sofja, la moglie, a rimettere in ordine i suoi pensieri e i manoscritti in bella copia.

I due, non si dedicavano solo ai libri. Avranno ben 13 figli, 9 maschi e 4 femmine, ma 4 dei maschi e una delle femmine moriranno nell’infanzia, un’altra femmina morirà all’età di 35 anni.

Sofja e Lev si amavano, certo, ma la convivenza era tutt’altro che felice. Innumerevoli i litigi e le volte in cui minacciavano di lasciarsi, mettevano in scena la sua fuga da casa o improbabili tentativi di suicidio. La sonata a Kreutzer (acquista) descrive il matrimonio come una sorta di ergastolo, e non è esattamente un caso. 

Lev Tolstoj

Perché in ogni opera lasciava un pezzetto di sé, del suo pensiero, ed è impossibile non notare quanto amore metteva nel descrivere la natura. Gli spazi infiniti verdi della Russia (il più delle volte coperti dalla temibile neve), attraverso le sue parole, acquisiscono connotazioni sottili che quasi nascondono la vita borghese del tempo ed evidenziano i benefici della vita in campagna.

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Una vita umile, certo, ma è una vita in cui la bilancia trova il suo perfetto equilibrio e l’esistenzialismo non fa più paura.

Nei suoi diari scrisse:

La bellezza della natura suscita in me questo sentimento; un sentimento non so se di gioia, di tristezza, di speranza, di disperazione, di dolore o di piacere. E quando arrivo a questo sentimento, mi fermo. Già lo conosco, non cerco di sciogliere il nodo, ma mi accontento di questa oscillazione.

(27 maggio 1857)

 


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Serena Votano

Serena Votano, classe 1996. Fingo di essere una scrittrice, un’editor e una giornalista, in realtà sono solo una lettrice compulsiva in overdose da JD Salinger, Raymond Carver e Richard Yates.

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