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Looking on: una mostra per “stare a guardare”

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7 minuti di lettura

Looking on. Non siamo negli anni ’70 e non è l’album della band inglese The Move. Siamo in Italia, più precisamente a Ravenna, e il progetto ideato da Silvia Loddo e Cesare Fabbri per Osservatorio Fotografico prende forma, nella sua edizione 2019, in una mostra al MAR di Ravenna.

Looking on: l’atto di guardare

Insita nel titolo Looking on la voglia di “stare a guardare” o “prestare attenzione”. Nella lingua anglosassone l’atto del guardare (to look) viene rafforzato e sembra propendere verso qualcosa.

«Looking on è un’attitudine, più che un progetto, che da sempre caratterizza il lavoro di Osservatorio Fotografico».
Racconta Silvia Loddo a Vogue Italia.

Looking on…lascia i punti di sospensione, verso un nuovo sguardo, diventa una domanda insistente sul futuro dell’immagine, del racconto fotografico e delle storie che al contempo racconta e inventa. 

Il dialogo

Il dialogo – creato tra le 6 onlookers ovvero 6 esperte provenienti dai vari settori della fotografia contemporanea e i 18 artisti selezionati – è molto forte. Il progetto si è costruito proprio intorno a questo dialogo, seguendo un doppio invito: il primo rivolto agli “osservatori” di immagini e fotografie, e un secondo ai “creatori” di quelle stesse immagini. La condivisione di questi sguardi ha permesso la creazione di una mostra più completa sul panorama fotografico emergente italiano. Looking on raccoglie lavori così diversi che è difficile trovare un filone comune ma di sicuro viene voglia di riguardare e leggere le storie più volte.

Sempre secondo la creatrice del progetto Lodde:
«Per quanto riguarda gli stili mi sembra che continui ad avere peso la cosiddetta “scuola italiana di paesaggio”, che poi una vera scuola non era e non solo al paesaggio guardava. Ritrovo tracce della ricca tradizione italiana neorealista […] altrettanto presente mi sembra la fotografia di moda. Alcuni lavori ancora esplorano uno dei dispositivi più interessanti della fotografia, cioè l’archivio».

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Dialogano

Le “onlookers” sono: Silvia Loddo, ricercatrice indipendente e fondatrice di Osservatorio Fotografico; Giulia Zorzi, fondatrice della libreria/galleria Micamera di Milano, specializzata in fotografia; Giulia Ticozzi, photo editor di La Repubblica; Chiara Bardelli Nonino, photoeditor di Vogue Italia e L’Uomo Vogue; Federica Chiocchetti, fondatrice della piattaforma Photocaptionist che si occupa di fotografia e letteratura; Elisa Medde, managing editor di Foam International Photography Magazine.

Gli autori italiani e i progetti in mostra sono:

Eleonora Agostini (A BLURRY AFTERTASTE), Nicola Baldazzi (VERONICA), Marina Caneve (ARE THEY ROCK OR CLOUDS?), Valeria Cherchi (SOME OF YOU KILLED LUISA), Giammario Corsi (LOVE SONGS), Matteo Di Giovanni (I WISH HE WORLD WAS EVEN), Karim El Maktafi (GHORBA), Francesca Gardini(DIETRO L’ANGOLO), Giulia Iacolutti (CASA AZUL), Claudio Majorana(HEAD OF THE LION), Sofia Masini (NON LONTANO DA QUI), Luca Massaro (VIETNIK), Michela Palermo (THE UNTITLED BOX), Piero  Percoco (LIFE IS A CIRCUS), Federica Sasso (#POSTADOLESCENCE), Francesca Todde (THE RED MAN – On Goliarda Sapienza Imagery), AngeloVignali (FLATTENED IN TIME AND SPACE), Alba Zari (OCCULT).

Sofia Masini – NON LONTANO DA QUI (foto di Fausta Riva)
Dettaglio Sofia Masini – NON LONTANO DA QUI (foto di Fausta Riva)

Percorrere lo spazio espositivo di Looking on

Questa insistenza nel guardare è indispensabile sia a chi fotografa sia a chi guarda la fotografia. La sensazione generale che più si percepisce è questa, percorrendo tutti gli spazi espositivi. Una sorta di sospensione tra osservatore e creatore. Nei singoli lavori invece ciò che appare principalmente sono le diverse distanze, per meglio dire la scelta di distanze che ogni artista ha preso per raccontare la sua storia.

Ci sono diverse decisioni dietro, ragionamenti di centimetri. C’è chi allinea i suoi scatti in un grande quadro finale, chi sceglie la cornice e chi no. Chi ha bisogno di un angolo per esprimere il suo progetto. Ogni artista ha una sua cifra stilistica definita. Ogni progetto ha ricevuto il suo spazio e, come in una giostra circolare, la mostra si percorre, tornando al punto di partenza e ci si trova a voler fare un altro giro.

Le distanze necessarie

Ogni storia, che sia trasposta dal reale o straniante pezzo di realitysmo dell’artista, va letta nel suo spazio e nella sua forma, va decifrata e osservata da vicino e da lontano. Insomma, la distanza è tutto, anche quando si è spettatori. 

L’immagine che accompagna la mostra, collage e acrilico su carta, è stata realizzata ad hoc per il progetto dal disegnatore ravennate Michele Papetti. I mosaici permanenti, viceversa, fanno da cornice a tutta l’esposizione all’interno del complesso monumentale della Loggetta Lombardesca, il monastero cinquecentesco dell’adiacente Abbazia di Santa Maria in Porto. Un quadro perfetto per parlare di passato, presente e futuro.

Looking on
Valeria Cherchi – SOME OF YOU KILLED LUISA (foto di Fausta Riva)
Looking on
Eleonora Agostini – A BLURRY AFTERTASTE (foto di Fausta Riva)
Looking on
Matteo Di Giovanni – I WISH HE WORLD WAS EVEN (foto di Fausta Riva)
Looking on
Dettaglio Angelo Vignali – FLATTENED IN TIME AND SPACE (foto Fausta Riva)
Luca Massaro – VIETNIK (foto di Fausta Riva)
Michela Palermo – THE UNTITLED BOX (Foto di Fausta Riva)

 

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Fausta Riva

Fausta Riva nasce in Brianza nel 1990.
Geografa di formazione(Geography L-6) poi specializzata in fotografia al cfp Bauer.
Oggi collabora con agenzie fotografiche e lavora come freelance nel mondo della comunicazione visiva.
Fausta Riva nasce sognatrice, esploratrice dell’ordinario. Ama le poesie, ama perdersi e lasciarsi ispirare.

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