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«Magnete» di Stefania Meneghella: un viaggio dentro la mente umana

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4 minuti di lettura

Magnete è l’ultimo lavoro di Stefania Meneghella, edito da Ego Valeo Edizioni e composto dall’autrice durante il primo lockdown. Il romanzo è un viaggio originale e ricco di pathos all’interno della mente umana, che tratta varie tematiche tra le quali l’amicizia, il razzismo e gli abusi sessuali senza per questo risultare pesante, ma anzi assai scorrevole.

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«Magnete» di Stefania Meneghella, la storia di un’amicizia fatta di menzogne

La storia si sviluppa su due binari diversi. La vicenda principale sembra ambientata durante il primo lockdown, in cui la situazione è a dir poco singolare: Virginia si ritrova catapultata nella mente dell’amica Sofia, descritta con dovizia di particolari anche con riferimenti biologici e psicologici, rivelati fin dalla prefazione. Dall’altro, il lettore comprende sempre di più come il centro di tutto sarà invece proprio Sofia e la sua mente, non solo biologicamente, ma soprattutto psicologicamente. L’amicizia fra le due è unica nel suo genere e nel confronto tra le due ragazze scopriamo anche la ragione. Due ragazze che rappresentano il topos letterario dell’alter ego e del doppio, con un rapporto complesso principalmente a causa dei comportamenti di Sofia. Infatti, ella ha deciso di costruirsi attorno una rete di bugie che si rivela sempre più fitta e un groviglio inestricabile di sofferenza. È questo dolore il vero magnete, che tiene incollato il lettore a una storia che spesso disturba, che spesso gli fa odiare Sofia, per quanto però vi riconosce una profonda umanità. Perfino in una bugia può esserci qualcosa di più: cosa si cela dietro un comportamento che, ergendosi a giudici, i più condannano? Forse la difficoltà di stare al mondo, di sentirsi sé stessi, di accettare le proprie origini straniere.

Il mio dolore è come calamita: attira i cuori più deboli che, fatti di ferro, restano incollati alla mia pelle senza staccarsi mai. Sono fatta di magnete e di magnete voglio morire, per sentirmi meno strana, per sentirmi meno sola.

– Stefania Meneghella, Magnete

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Una riflessione sulla psiche umana

È chiaro che per quanto siano sempre più discutibili i comportamenti di Sofia, l’avventura che Virginia vive dentro la sua mente non possa che catturarci, mostrando anche come un essere umano non vada visto solo come bianco o nero (in senso metaforico ma anche letterale, viste le origini nigeriane di Sofia), ma come un arcobaleno fatto da sfumature e sfaccettature. La lettura è impegnativa ma anche piacevole grazie allo stile dell’autrice, che ha deciso di frammentare i periodi ricorrendo spesso a fratture tramite i segni di interpunzione. Ci dà l’idea di un viaggio con varie tappe, un’odissea all’interno della psiche e della sua complessità. Forse tutti abbiamo avuto almeno una volta il desiderio di entrare nella mente di una persona, soprattutto un amico, per capirne i sentimenti e le verità. A volte pensiamo sia semplice, ma da questo romanzo si può comprendere quanto si possa celare all’interno di una sola mente e di conseguenza di una sola persona ed esistenza. Colpi di scena, rivelazioni e profonde confessioni caratterizzano un romanzo che, per fortuna, non si concentra sulla situazione del coronavirus, ma vuole dirci di più. Dà spazio alla mente prima che al resto, all’interiorità prima che all’esterno.

Magnete di Stefania Meneghella

 


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Silvia Argento

Nata ad Agrigento nel 1997, ha conseguito una laurea triennale in Lettere Moderne, una magistrale in Filologia Moderna e Italianistica e una seconda magistrale in Editoria e scrittura con lode. È docente di letteratura italiana e latina, scrittrice e redattrice per vari siti di divulgazione culturale e critica musicale. Ha pubblicato un saggio su Oscar Wilde e la raccolta di racconti «Dipinti, brevi storie di fragilità».

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