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«Marzella»: diventare donna nel 1910 secondo Kirchner

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4 minuti di lettura

Una giovane donna, nuda sul letto, siede a braccia incrociate guardando dritta davanti a sé. I grandi occhi neri sono truccati pesantemente e la bocca, dipinta di rosso, sta imbronciata sul viso bianco di Marzella, protagonista eponima del famoso quadro del 1910-11, “figlia di pennello” del pittore espressionista tedesco Ernst Ludwig Kirchner (1880-1938).

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Marzella, E. L. Kirchner, olio su tela

Interessato a portare su tela, quindi ad esprimere, quello che è il suo mondo interiore, ed in questo caso l’idea che l’autore ha del passaggio dall’età della fanciullezza a quella del’adolescenza, Kirchner guarda anzitutto al “collega” norvegese Edvard Munch (1863-1944). L’immediato precedente di Marzella è infatti La Pubertà, opera del 1894-95.

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Pubertà, E. Munch, 1894-95, olio su tela

C’è soltanto l’essenziale: una ragazzina nuda seduta sul bordo di un letto sfatto che tiene le braccia incrociate in grembo e guarda dritta davanti sé. Guarda all’avvenire, al suo destino incombente di futura donna, futura moglie e mamma; guarda, insomma, al ruolo che la società ha in serbo per lei. A simbolo di questa condizione sociale che affligge la giovane e candida protagonista del quadro, la macchia nera sulla destra, allusione all’inevitabile fine dell’età della spensieratezza e della possibilità, cui la fanciulla si sta avvicinando.

La Marzella di Kirchner, pur avendo evidenti punti di contatto con la “cugina” norvegese, viene modulata dall’autore in modo del tutto differente. In gioco non ci sono più i colori scuri, variamente sfumati ed inframmezzati dal bianco del letto e dal rosa pallido del corpo. A farla da padroni, in Kirchner, sono i verdi acidi, gli arancioni e l’azzurro.

Prevalgono le linee rette e spezzate, ispessite e marcate al punto da far convergere l’attenzione dell’osservatore verso il volto della giovane, la parte visivamente più pesante di tutta la composizione. Gli occhi e le labbra risaltano in modo precipuo sul viso bianco di Marzella, la cui massa di capelli neri ricade sensualmente sulle spalle e sull’abbozzo del seno appena sbocciato.

Sulla tela di Kirchner, dunque, vi è un’altra ragazza, un altro tipo di donna in divenire: dallo sguardo impaurito e pudico di Munch si passa alla sensualità evidente di Marzella e quello che esprime il ritratto è un mutato concetto di femminilità.

Kirchner, infatti, porta su tela una donna ben conscia del futuro che l’aspetta, che lei attende, in un misto di pudicizia e malizia, sul bordo di un letto dal lenzuolo decorato, in una stanza piena di decorazioni ed oggetti alle pareti.

La visione che l’autore ha della realtà è violenta, come lo sono le linee ed i colori del quadro, e pessimistica: per Marzella l’unico modo per farsi spazio nel mondo è sfoggiare una sensualità che per il momento stona con la sua condizione ancora di bimba, ma che di lì a poco potrebbe, purtroppo, diventare la sua chiave di affermazione nella società e nel mondo privo di candore ed innocenza degli adulti.

Giulia Malighetti

23 anni, laureata a pieni voti in Lettere Classiche alla Statale di Milano, amante della grecità antica e moderna spera, un giorno, di poter coronare il suo sogno e di vivere in terra ellenica.

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