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Matera, Capitale da film: il movie tour della città

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7 minuti di lettura

 «La prima volta che l’ho vista ho perso la testa, perché era semplicemente perfetta»: così Mel Gibson dichiarava al New York Daily News all’indomani dell’uscita nelle sale del suo La Passione di Cristo, il controverso e contestatissimo film che portò il regista in terra italiana. Ad averlo stregato era stata Matera, oscura nel suo fascino senza tempo sospeso tra realtà e finzione, antichità e affacci sul presente. Capitale europea della cultura 2019, la città dei Sassi è un agglomerato di atmosfere mistiche e orientaleggianti, luogo immutato e quasi surreale, adatto ai desideri più disparati delle menti geniali. Sarà per questo che i maggiori cineasti mondiali hanno deciso di eleggerla a set naturale delle loro opere più imponenti. Il primo a indagarla in se stessa, nella nuda rappresentazione della sua identità, è Carlo Lizzani, interessato a cogliere le sfaccettature e le contraddizioni di quel mondo contadino già raccontato da Carlo Levi; si susseguono poi mostri sacri come Alberto Lattuada, Pier Paolo Pasolini, Francesco Rosi. E ancora Luigi Capuano, Roberto Rossellini, Lina Wertmüller. Tutta la grande cinematografia moderna passa per le strade senza tempo, a volte quasi metafisiche (nel senso dechirichiano del termine, s’intende) di una città che non muore mai. Adatta ad assumere i volti più disparati, Matera si è trasformata sullo schermo nella Gerusalemme di Gesù Cristo, in un paese basco del Novecento, nella Sicilia di un Giovanni Verga insolitamente erotico e bestiale. Sullo sfondo, però, resta sempre se stessa, unica e affascinante cartolina vivente da gustare appieno in ogni mese dell’anno.

Matera - Tramonto www.italia.it
Matera – Tramonto
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Conoscere le sue meraviglie non è solo un consiglio ma un dovere, reso ancora più impellente dal grande peso culturale che sta per assumere. E chissà che non possano essere proprio le pellicole che l’hanno vista protagonista a fungere da fil-rouge per un itinerario alla scoperta della città. Del resto, la stessa regione Basilicata ha ideato una sorta di cinetour materano, volto a vivere in prima persona la Storia e le storie di un territorio unico al mondo; ecco allora che, con gli occhi di Pasolini o Mel Gibson, possiamo guardare Matera ricostruendo idealmente i luoghi dei film e scoprendone insieme le bellezze nascoste.

Matera
gmgalasso61.wordpress.com

Scalinata del Sasso Caveoso

Qui è stata girata la Via Crucis de La passione e, per l’occasione, vi sono stati allestiti la Porta di Gerusalemme, il set della Crocifissione, la scena del mercato e tanto altro. Il luogo, con i suoi caratteristici anfratti, ha donato grazia non solo alla pellicola di Gibson ma anche al recente remake di Ben Hur di Timur Bekmambetov.

Via Lombardi

Anche se Gibson non lo ammetterà mai, la decisione di ambientare alle spalle di piazza San Pietro Caveoso la sua Via Crucis fu dettata dall’insuperabile esempio di Pier Paolo Pasolini. L’intellettuale italiano aveva già trasformato Matera nella Gerusalemme ideale de Il Vangelo secondo Matteo, pellicola d’avanguardia del “genere biblico” ambientato tra i Sassi. Pasolini, tuttavia, girò la sua Via Crucis in via Lombardi, da Gibson appena sfiorata per paura di inevitabile contagio da confronto.

Il Vangelo secondo Matteo. In foto: Pier Paolo Pasolini e Enrique Irazoqui www.centroculturaledimilano.it
Il Vangelo secondo Matteo. In foto: Pier Paolo Pasolini e Enrique Irazoqui www.centroculturaledimilano.it

Rione Malve

Le attività commerciali della Gerusalemme americanizzata si svolgevano qui, ancora una volta alle spalle di San Caveoso. Non solo Gibson però ha subito il fascino del rione, piuttosto apprezzato anche da Bruce Beresford che, tra le antiche chiese rupestri e le profonde grotte della zona, ha girato diverse scene del suo King David, ennesima pellicola biblica basata sul primo e secondo libro del profeta Samuele.

Via Muro

Nella parte alta dei Sassi, a poca distanza dalla cattedrale e dagli edifici nobiliari della città, si trova il palazzo del principe Ben Hur nel già citato remake del kolossal hollywoodiano. La location, tuttavia, è stata decisamente sfruttata da altri prestigiosi registi, come i fratelli Taviani (Il sole anche di notte), Giuseppe Tornatore (L’uomo delle stelle) e Ferdinando Arrabal (L’albero di Guernica).

La passione di Cristo di Mel Gibson: il Golgota è Murgia Timone
La passione di Cristo di Mel Gibson: il Golgota è Murgia Timone

Porta Pistola

Costruzione imponente che fa da crocevia tra il Sasso Barisano e quello Caveoso, ha rappresentato la Porta di Gerusalemme sia per Pasolini che per Mel Gibson. Poco distante si trova il complesso rupestre di Madonna delle Virtù e San Nicola dei Greci, dove è stata girata la scena dell’Ultima cena nella pellicola del regista americano.

Parco della Murgia

Al di là del canyon dove scorre il torrente Gravina si trova il parco della Murgia, suggestivo luogo da scoprire a passo lento. Nell’area di San Vito Pier Paolo Pasolini ha ambientato la scena del Santo Sepolcro, la masseria Redogna è stata scelta da Mel Gibson come set per l’infanzia di Gesù e la chiesa di San Pietro in Pincibus e Selva Venusto sono stati trasformati da Catherine Hardwicke nei villaggio di Betlemme e Nazareth nel suo The Nativity Story. Imperdibile è poi Murgia Timone, ovvero il Golgota per Pasolini e Mel Gibson. Da qui che potrete godere della vista più affascinante sulla città, mentre un tramonto dai colori rosati illuminerà suggestivamente le facciate, le stradine e le piazzette degli antichi rioni.

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In copertina: Illustrazione di Lucia Amaddeo
© Riproduzione riservata

«Viaggio in Italia» è la rubrica mensile di Frammenti Rivista, accompagnata dalle illustrazioni di Lucia Amaddeo, che racconta il Bel Paese attraverso le lenti della cultura. Perché non dobbiamo mai dimenticarci di quanto è bella, e forte, l’Italia.

Articolo originariamente pubblicato su FR il 3 marzo 2016

 


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Ginevra Amadio

Ginevra Amadio nasce nel 1992 a Roma, dove vive e lavora. Si è laureata in Filologia Moderna presso l’Università di Roma La Sapienza con una tesi sul rapporto tra letteratura, movimenti sociali e violenza politica degli anni Settanta. È giornalista pubblicista e collabora con riviste culturali occupandosi prevalentemente di cinema, letteratura e rapporto tra le arti. Ha pubblicato tra gli altri per Treccani.it – Lingua Italiana, Frammenti Rivista, Oblio – Osservatorio Bibliografico della Letteratura Otto-novecentesca (di cui è anche membro di redazione), la rivista del Premio Giovanni Comisso, Cultura&dintorni. Lavora come Ufficio stampa e media. Nel luglio 2021 ha fatto parte della giuria di Cinelido – Festival del cinema italiano dedicato al cortometraggio. Un suo racconto è stato pubblicato in “Costola sarà lei!”, antologia edita da Il Poligrafo (2021).

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