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Mo’ ve lo buco ‘sto Gender: il “fascismo etico” delle Sentinelle in piedi

Se l'affermare che esista una e una sola famiglia naturale fosse un fraintendimento epistemologico?

7 minuti di lettura

di Mattia Marasti 

Sentinelle in piedi

L’ondata di manifestazioni contro il DDL Cirinnà, come quelle delle Sentinelle in piedi, possono essere etichettate come casi di “fascismo etico”: paradossalmente, coloro che denunciano un tentativo di imposizione di un modello, tramite la teoria Gender, sono a loro volta fautori dell’imposizione di quella che chiamano “famiglia tradizionale”, sulla base di dogmi e credenze consolidate, ma non per questo razionalmente dimostrabili. La loro critica, perciò, fa acqua da tutte le parti.

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Il tentativo di questi attivisti è quello di gerarchizzare il rapporto amoroso e la struttura familiare, basandosi sull’esistenza di un essere trascendente e superiore per il quale all’uomo deve corrispondere una donna, a livello relazionale. Peccato che non abbiamo la certezza assoluta dell’esistenza di questo essere, perciò occorre ragionare in termini puramente realistici: l’omosessualità e i rapporti uomo/uomo e donna/donna esistono, non causano problemi all’ordine pubblico e nemmeno tentano di destabilizzare la forma di famiglia tradizionale.

Ma anche questa concezione, questo affermare “famiglia naturale” si basa su un fraintendimento epistemologico, direbbe Michel Foucault: ovvero si scambia per naturale un qualcosa che è invece frutto di una cultura.

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La cultura giudaico cristiana infatti tende a unire i concetti di famiglia, amore ed educazione. Ma la famiglia, quella naturale, è un concetto strettamente biologico, quindi l’educazione e la crescita di un figlio non dipendono da rapporti di parentela o altro, ma sono ascrivibili al campo della psicologia e della pedagogia. L’altra cultura cui l’Occidente è debitore, quella greca, ad esempio, non univa i concetti sopra citati, anzi: il modello pedagogico greco, il modo in cui il pais poteva crescere e imparare, era tramite la pederastia, una pratica omosessuale che contava un pais eromenos e un pais erastes, un amato e un amante. È lo stesso Platone ad affermare nel Fedro che il miglior amico di un uomo può essere solo un amante. La pratica, ancora oggi discussa, aveva anche un elemento corporale, erotico, nel senso etimologico del termine: di solito il corteggiamento cominciava infatti con la masturbazione dell’amato, mentre lo si guardava negli occhi. L’esistenza e l’importanza di questa pratica non può che portarci ad affermare che no, non è tradizionale: la famiglia naturale è in realtà frutto dell’uomo.

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Per non parlare del fatto che la scienza ha ormai decretato che un bambino può crescere tanto in una famiglia eterosessuale, quanto in una omosessuale, come già dimostrato da paesi come la Gran Bretagna. Questa storia ricorda molto il tempo della rivoluzione scientifica. A quel tempo coloro che non volevano arrendersi alla teoria eliocentrica erano detti peripatetici (etimologicamente coloro che “camminano intorno”, nome con cui vengono indicati gli aristotelici), coloro che oggi non vogliono abbandonare le loro convinzioni che non trovano riscontro nella scienza possono esser detti patetici

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In secondo luogo, i rapporti con la famiglia sono cambiati. L’adolescente non rimane più attaccato al genitori come avesse un cordone ombelicale, ma gli è permesso affacciarsi sul mondo anche solo rimanendo in camera sua davanti ad un PC. La funzione esclusiva della famiglia e la velleità di poter essere il nucleo permanente della vita di un individuo va via via sfaldandosi.

Se poi si vuole parlare di naturale, non si può parlare di matrimonio. Il matrimonio è infatti una questione giuridica e come ogni questione giuridica non può che essere umana.

Un altro punto, su cui verte la critica, è la necessità dei cittadini di riprodursi, cosa che non è possibile, senza la tecnologia, per gli omosessuali: un’affermazione di questo tipo non solo è, come abbiamo detto, irreale, in quanto la tecnologia, nata affinché l’uomo potesse vincere i propri limiti, permette la riproduzione, ma mina anche alla base lo Stato liberale. Il cittadino, il singolo individuo, non è solo un meccanismo di un qualcosa di più grande, non nella vita privata: è un suo diritto autodeterminarsi e scegliere da sé ciò che vuole fare, diventare o essere.

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No, le Sentinelle in piedi non sono espressione di libertà di pensiero e di pluralismo. C’è chi pensa che si tratti di conservatori. Basterebbe ricordare la politica di David Cameron, primo ministro inglese, per confutare questa tesi: i conservatori hanno infatti compreso che conviene concedere i diritti alle coppie omosessuali, affinché la coesione sociale sia più solida e duratura, in quanto gli omosessuali sono cittadini come tutti, che pagano le tasse e che molto spesso svolgono lavori di grande responsabilità e prestigio. Le loro, quelle dei seguaci di Mario Adinolfi, direttore de La Croce (sì, quello che paragona i gay ai negazionisti) invece sono istanze retrograde e medioevali, imbevute di cristianesimo ottuso e bieco, contro cui occorre scagliarsi, non di certo vietandone le manifestazioni, o facendo intervenire la polizia, ma con qualcosa di più marcato e duraturo: un cambiamento della cultura dominante. Occorre ribadire l’assoluta uguaglianza tra coppie eterosessuali e omosessuali. Non è solo una battaglia che concerne la sessualità e le relazioni. È una battaglia per la libertà dell’individuo, per il suo benessere e per la sua indipendenza rispetto alle strutture della cultura tradizionale.

VitaDiAdele

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Redazione

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