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Nella selva delle “tribute band”: The Dragon Attack e la musica dei Queen

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13 minuti di lettura

Il mese scorso abbiamo iniziato un viaggio nella musica delle tribute band, presentandovi i Taca Banda, gruppo torinese che omaggia Luciano Ligabue, e intervistando il loro “Liga di quartiere” Simone Tarantino. Restiamo sempre in Piemonte, ma cambiamo provincia e incontriamo nella “Granda” una official tribute band dedicata ai Queen, molto apprezzata e seguita nel cuneese e non solo: The Dragon Attack. Il frontman è Patrick Galella, classe 1983, la cui passione per il canto è una “tara” famigliare…

Patrick Galella. Foto di Lorena Nasi
Patrick Galella. Foto di Lorena Nasi

Prima di tutto, chi sono i componenti di The Dragon Attack e come è iniziata la vostra avventura?

I The Dragon Attack sono: Patrick Galella (voce), Fabio Giordano (chitarre), Walter Benedetto (chitarre), Roberto Cattalano, detto Fruby (batteria e percussioni), Gabriele Naso (basso) e Danilo Cazzulo (tastiere). La nostra avventura è iniziata nei primi mesi del 2008, con la prima uscita dal vivo ad agosto dello stesso. È stata una evoluzione del gruppo precedente, Dual Band, che si occupava di un repertorio misto rock/rock melodico, nazionale ed internazionale. Vista la mia passione per i Queen e grazie alla mia interpretazione dal vivo dei loro brani, si è deciso di procedere nella direzione del Tributo.

Da sinistra: Roberto Cattalano, Walter Benedetto, Patrick Galella, Fabio Giordano, Gabriele Naso, Danilo Cazzulo.
Da sinistra: Roberto Cattalano, Walter Benedetto, Patrick Galella, Fabio Giordano, Gabriele Naso, Danilo Cazzulo.

Suonate solo in questa band o collaborate anche in altri gruppi? Se sì, che tipo di musica suonate?

Inizialmente, tutti gli elementi della band si sono concentrati sul Tributo ai Queen dando il massimo impegno per raggiungere obiettivi molto ambiti, perché ci sentivamo in grado di poter trarre molte soddisfazioni dalla loro musica. E infatti, con il passare del tempo, ce ne siamo prese molte. È inevitabile che dopo un progetto così bello ed elaborato nascano nuove collaborazioni, semplicemente per simpatia con altri musicisti o addirittura per sperimentare nuove sonorità e vocalità. Per quel che mi riguarda, ho realizzato insieme a Walter Benedetto e Fabio Giordano la versione acustica del tributo Queen, riarrangiando una buona parte del repertorio per due chitarre acustiche e voce, creando un programma adatto per quelle situazioni con poco spazio e poco volume a disposizione, molto soft e intimo. Oltre alle varie collaborazioni e “ospitate” che capitano nel corso degli anni, dal 2014 ho realizzato con altri tre musicisti, una nuova rock band con un misto di brani rock/hard rock internazionali.

Walter Benedetto nel 2013 ha fondato, insieme a musicisti di grande esperienza, un gruppo che propone un repertorio progressive rock. Gabriele Naso collabora da sempre con musicisti nel cuneese per intrattenimento e musica nelle feste locali. “Fruby” Roberto Cattalano collabora dal 2011 con una band che si occupa di riproporre sigle e colonne sonore. Danilo Cazzulo ha molte collaborazioni musicali, con repertorio che varia dalla musica italiana a quella rock. Fabio Giordano sta lavorando in studio a vari progetti musicali e, insieme a me, si occupa della realizzazione e ottimizzazione di service audio, video, luci ed effetti.

Come front man, tu impersoni il mitico Freddie Mercury, scomparso nel 1991. Come assolvi questo compito? Cerchi di imitarlo o ci metti qualche nota e colore personale?

È inevitabile che interpretare Freddie Mercury ti porti a vivere completamente la sua musica e il suo personaggio, ma non mi piace imitarlo. Il mio stile rimane molto personale, sia vocalmente che scenicamente, anche se devo ammettere che qualche cosa di Freddie mi esce naturale alle volte, magari uno sguardo, una mossa o un passaggio vocale. Proprio perché è il mio idolo di sempre, sono cresciuto con la sua musica e tutta la sua meravigliosa arte. Ho seguito personalmente la creazione degli abiti di scena che indosso durante gli eventi, abiti che sono stati realizzati a mano dalla mia compianta nonna Teresa Marchetti, scomparsa ad aprile del 2015, con l’aiuto di mia madre Serenella Manzi – cantante del monregalese, nota per aver fatto parte dei Folkmen, famosa band piemontese negli anni ’70, ndr –, la quale è ospite come cantante di The Dragon Attack in alcuni eventi teatrali. È proprio lei che si è occupata e si occupa tutt’ora del mio sviluppo canoro.

Esibizione al Freddie Mercury Memorial Day 2009
Esibizione al Freddie Mercury Memorial Day 2009

Qual è il vostro seguito?

Il repertorio dei Queen piace un po’ a tutti, perché sono molto attuali e sono intramontabili. Spaziamo dai ragazzi molto giovani, come un batterista nostro ospite che ha suonato con noi in un paio di occasioni all’età di 10 anni, fino ad arrivare alle persone più anziane, come la signora 94enne che conosceva ogni brano, compreso l’anno di uscita. Quindi possiamo dire da 0 a 99 anni e sono molto soddisfatto di questo.

Prima tu da solista nel 2009, poi come band completa dal 2010, avete avuto il privilegio di suonare a Montreux – la cittadina elvetica dove il cantante dei Queen aveva scelto di stabilirsi e dove aveva rilevato lo studio di registrazione Mountains Studios – al Freddie Mercury Memorial Day, di fronte alla statua di bronzo a lui dedicata nel 1996 sulla passeggiata del lungolago Lemano. Com’è stata questa esperienza?

Ogni volta, è stata un’esperienza fantastica e unica. Nel settembre del 2009 era stata allestita una jam session durante il giorno commemorativo a lui dedicato, che avrebbe visto alla sera un grande concerto. Mi sono presentato e ho chiesto di cantare. Ricordo perfettamente quel momento: dopo la breve esibizione di una band di amici torinesi, sono salito sul palco, chiamato dall’assistente personale di Freddie Mercury, Peter Freestone, l’organizzatore dell’evento annuale della Montreux Music, insieme a Norbert Muller e Rita. Mi presentò al pubblico, dicendo che provenivo dall’Italia, che ero cantante della tribute band The Dragon Attack e che avrei cantato un paio di brani per Freddie.

Una delle esibizioni di fronte al monumento dedicato a Freddie Mercury a Montreux
Una delle esibizioni di fronte al monumento dedicato a Freddie Mercury a Montreux

Alla fine della seconda canzone, mentre salutavo il pubblico, Peter Freestonee si avvicinò sul palco chiedendomi il microfono e disse più o meno così: «Cosa ne dite, gli facciamo cantare ancora qualcosa?». La risposta del pubblico fu decisa ed entusiasta. Fu così che fui il primo cantante solista ad esibirmi per Freddie davanti al suo monumento e da quella sera partì l’organizzazione per l’evento del 2010 nel quale The Dragon Attack furono protagonisti principali con un concerto durato circa 3 ore!

The Dragon Attack sul palco dell'FMMD con Peter Freestone. Foto di Karine Nowak
The Dragon Attack sul palco dell’FMMD con Peter Freestone. Foto di Karine Nowak

Anche nel 2012 abbiamo partecipato al memorial day e con noi suonò il grande batterista Renzo Coniglio che calca i palchi un po’ in tutto il mondo da quasi 40 anni. Anche l’anno scorso abbiamo suonato a Montreux ma in una manifestazione diversa: il 21 giugno, alla Fête de la Musique, evento in ricordo del produttore discografico David Richards, trasmesso in diretta alla radio svizzera e francese, con tanto di intervista e conferenza stampa pre-concerto e support band di spalla. Inoltre, abbiamo avuto l’onore di suonare con la famosa violoncellista, nonché compagna di Richards, Nathalie Manser.

The Dragon Attack con Nathalie Manser
The Dragon Attack con Nathalie Manser

David Richards, produttore e collaboratore tecnico dei Queen, nonché produttore di altri grandi artisti come David Bowie, rilevò i Mountains Studios nel 1993. Lo studio di registrazione si trova nel Casino Barrière di Montreux e al suo interno, è stata allestita una mostra dedicata a Freddie Mercury e ai Queen.

Nel 2011, siete stati riconosciuti ufficialmente come tribute band italiana dei Queen, direttamente dai componenti della band inglese. Qual è stato il percorso per raggiungere questo prestigioso successo?

Noi ci siamo solo limitati a fare al meglio quello che sappiamo fare. Sicuramente hanno apprezzato la nostra esecuzione di brani che neppure loro hanno mai suonato dal vivo. Essere in sei musicisti, e soprattutto avere due chitarre sul palco, ci dà la possibilità di avere sonorità molto piene e più simili alle registrazioni in studio. Inoltre, i Queen hanno gradito la nostra partecipazione agli eventi benefici per la ricerca e per la lotta all’Aids. E poi il nostro contributo al Freddie Mercury Memorial Day ha giocato a nostro favore.

The Dragon Attack in concerto al Cubo by CH di Cairo Montenotte (SV). Foto di Lorena Nasi.
The Dragon Attack in concerto al Cubo by CH di Cairo Montenotte (SV). Foto di Lorena Nasi.

Prima di diventare band tributo, siete stati una cover band, con un nome diverso, e con in repertorio brani di altri artisti, tra cui U2 e Brian Adams. Qual è la differenza tra le due scelte musicali? Non era più variegato continuare a suonare repertori differenti piuttosto che concentrarsi sulla musica di un’unica band?

Ti dirò la verità: fare un tributo ai Queen credo sia stata una delle nostre scelte più azzeccate! Poi, avendo altre collaborazioni artistiche, ognuno di noi ha l’opportunità di cimentarsi con altri generi ed è impossibile annoiarsi.

Quali sono i vostri progetti futuri?

Il nostro obiettivo primario è rendere sempre più preciso e coinvolgente il nostro spettacolo, che già funziona molto bene. Stiamo preparando in studio molte cose… Riaffronteremo il progetto band con orchestra e coro, Classic in Rock, che abbiamo iniziato nel 2014 con l’Italian Rhapsody Orchestra, il coro Rhapsody Voices e alcuni brillanti cantanti lirici e non. Per quanto mi riguarda, non ho mai abbandonato la penna e sto creando dei brani inediti, nonostante il poco tempo a disposizione, perché oltre ad essere musicista, ho anche un altro lavoro… Mi auguro di poter presto far ascoltare al nostro pubblico un bel brano scritto di nostro pugno!

Lorena Nasi

Grafica pubblicitaria da 20 anni per un incidente di percorso, illustratrice autodidatta, malata di fotografia, infima microstocker, maniaca compulsiva della scrittura. Sta cercando ancora di capire quale cosa le riesca peggio. Ama la cultura e l'arte in tutte le sue forme e tenta continuamente di contagiare il prossimo con questa follia.

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