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Nilde Iotti

Dalla Resistenza alla Presidenza della Camera: un ritratto di Nilde Iotti

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7 minuti di lettura

10 aprile 1920: nella città di Reggio Emilia, nasce una donna destinata a cambiare le sorti del Paese e della politica Italiana. Il suo nome è Leonilde Iotti, ma passerà alla storia come Nilde Iotti, la prima donna nella storia dell’Italia repubblicana a ricoprire una delle tre massime cariche dello Stato, la Presidenza della Camera dei Deputati.

La ricordiamo oggi per tanti motivi. In primo luogo, perché si spense in questi giorni di 21 anni fa esatti (era il 4 dicembre 1999) dopo una lunga e appassionante storia, personale e politica. Ma non è tutto: la celebriamo perché Nilde Iotti rappresenta una pagina bella del nostro Paese. Quella della Resistenza, quella della buona politica, quella dell’impegno delle donne nella sfera pubblica. Abbiamo ripercorso il suo cammino in breve: una lettura consigliata in questi giorni difficili.

Nilde Iotti dall’Archivio di Fondazione Feltrinelli

Chi era Nilde Iotti?

Il Capo dello Stato Sergio Mattarella in una nota ufficiale rilasciata lo scorso 10 aprile 2020, centenario dalla nascita della Iotti, ha definito Nilde Iotti «una delle madri della Repubblica», ricordandola come una personalità «tra le più autorevoli e rappresentative» del nostro Paese. La sua storia politica si è intrecciata con la lotta per i diritti delle donne, continua il Presidente: «L’emancipazione e la liberazione femminile hanno segnato la seconda metà del secolo scorso e contribuito in modo decisivo allo sviluppo della nostra società: Nilde Iotti ne divenne anche un simbolo».

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella

L’impegno sociale e politico della Iotti ha radici profonde. Il padre Egidio, era un ferroviere e un sindacalista, licenziato a causa dell’impegno politico. La Iotti rimase orfana molto presto, nel 1934, e proseguì i suoi studi contando esclusivamente su borse di studio. Riuscì a laurearsi nel 1942 in Lettere presso l’Università Cattolica di Milano. Tra i suoi professori ci fu anche Amintore Fanfani.

Fin da giovanissima partecipò alla Resistenza, svolgendo inizialmente la funzione di staffetta porta-ordini, poi aderendo ai Gruppi di difesa della donna, formazione antifascista del PCI. Nel 1946, all’indomani della fine del secondo conflitto mondiale, fu una delle 21 donne elette nell’Assemblea Costituente, una delle cinque chiamate nella Commissione dei Settantacinque.

Fu legata sentimentalmente a Palmiro Togliatti, leader del Partito Comunista, che aveva 27 anni in più di lei ed era già sposato. La loro relazione divenne pubblica nel 1948 quando il segretario del PCI subì un attentato che lo portò quasi alla morte.

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Nilde Iotti è la prima donna Presidente della Camera nella storia dell’Italia Repubblicana

Il 20 giugno 1979 con 433 voti favorevoli su 615 votanti, venne eletta Presidente della Camera. Nel suo discorso di insediamento, che rimase nella storia, disse:

Io stessa – non ve lo nascondo – vivo quasi in modo emblematico questo momento, avvertendo in esso un significato profondo, che supera la mia persona e investe milioni di donne che attraverso lotte faticose, pazienti e tenaci si sono aperte la strada verso la loro emancipazione.

Rimarrà presidente della Camera fino al 1992. Il 18 novembre 1999 a causa di gravi problemi di salute rinunciò a tutti gli incarichi. La Camera dei Deputati accolse le sue dimissioni con un lunghissimo applauso. Il futuro Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, suo vecchio compagno di partito, scrisse nell’occasione una lettera pubblica, e tornò a ricordare la Iotti nel 2006, nel discorso pronunciato alle Camere durante il giuramento per la Presidenza della Repubblica.

Mi si lasci ricordare la splendida figura di Nilde Iotti – disse – sulle formidabili risorse delle energie femminili non mobilitate e non valorizzate né nel lavoro né nella vita pubblica. Pregiudizi e chiusure, con l’enorme spreco che ne consegue, ormai non più tollerabili.

Nilde Iotti morì pochi giorni dopo le sue dimissioni, il 4 dicembre 1999, per arresto cardiaco, a Roma.

Da Il Manifesto

L’impegno per la Legge sul Divorzio

In questi ultimi giorni la Iotti è stata ricordata più volte per il discorso che tenne alla Camera il 25 novembre 1969, un anno prima dell’approvazione della Legge sul Divorzio (1° dicembre 1970 Legge “898 – Disciplina dei casi di scioglimento del matrimonio”). Un discorso storico, di cui riportiamo un estratto.

“Nel passato la famiglia ha costituito essenzialmente un momento di aggregazione della società umana basato su motivi molto diversi, l’accasamento particolarmente per le donne, la procreazione dei figli, la trasmissione del patrimonio. A noi pare che ciò che nel mondo moderno spinge le persone al matrimonio ed alla formazione della famiglia, ciò che rende morale nella coscienza popolare la formazione della famiglia, sia in primo luogo l’esistenza di sentimenti. […] Questa, io credo, è oggi la base morale del matrimonio. Vedete, onorevoli colleghi, per quanto siano forti i sentimenti che uniscono un uomo e una donna – in ogni tempo, ma soprattutto direi, nel mondo di oggi – essi possono anche mutare. E quando non esistono più i sentimenti, non esiste neppure più, per le ragioni prima illustrate, il fondamento morale su cui si basa la vita familiare. Abbiamo dunque bisogno di ammettere la possibilità della separazione e dello scioglimento del matrimonio”.

 


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Agnese Zappalà

Classe 1993. Ho studiato musica classica, storia e scienze politiche. Oggi sono giornalista pubblicista a Monza. Vicedirettrice di Frammenti Rivista. Aspirante Nora Ephron.

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