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Non solo “Titanic”:
i 5 migliori ruoli
di Kate Winslet

9 minuti di lettura

Nel 1997, il pubblico mondiale venne sconvolto da un evento cinematografico senza precedenti, dando il via ad una vera e propria vague: Titanic, di James Cameron. La storia degli infelici amanti Jack Dawson (Leonardo Di Caprio) e Rose De Wit Bukater (Kate Winslet), ha conquistato generazioni di fan che ancora oggi si lanciano in repliche senza fine e lacrimosi momenti di commozione sulle note di My Heart Will Go On.

Ma in realtà, non tutti amano questo colosso della storia di Hollywood, anzi, addirittura, qualcuno è scosso da veri e propri “conati di vomito” ogni qual volta ode la melliflua colonna sonora. Questo qualcuno è Kate Winslet, attrice che deve la sua fama planetaria proprio al personaggio della giovane Bukater. Come capita a tutti coloro che si trovano ingabbiati in ruoli troppo condizionanti perché troppo famosi, Kate Winslet sembra non potersi svincolare dall’aura di inglesina snob, e per il mondo intero è e rimarrà “l’attrice di Titanic”.

Tuttavia la Winslet è un’attrice strabiliante, di estremo talento che, già all’epoca di Titanic, aveva ricevuto la sua prima Nomination agli Oscar per la sua interpretazione in Ragione e Sentimento (Ang Lee, 1995) e lavorato con artisti del calibro di Kenneth Branagh (Hamlet, 1996), mentre dopo, la sua brillante carriera è un susseguirsi interminabile di premi (fra cui la tanto ambita statuetta d’oro) e candidature. Fra i molti film da lei girati, alcuni spiccano per il pathos e l’estremo realismo dell’interpretazione, dando l’impressione che la Winslet reciti divinamente senza il minimo sforzo.

Quills – La penna dello scandalo

(Philipp Kaufman, 2000)

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Recitando accanto ad alcuni fra i miti di Hollywood (Geoffrey Rush e Micheal Caine), Kate Winslet è qui catapultata nel XVIII secolo, nel manicomio di Charenton dove, giovane lavandaia, conosce il celebre Marchese De Sade, all’epoca “demente libertino”, oggi santo patrono della letteratura erotica, e lo aiuta a pubblicare segretamente i suoi romanzi, mentre scopre con l’ingenuità della giovinezza i primi moti delle passioni amorose. Dolce, appassionata, coinvolta in un dramma dal finale non molto lieto, la Winslet si esibisce in una performance comica e tragica al tempo stesso, dimostrando la sua versatilità e la sua naturale predisposizione ai ruoli storici.

 

Neverland – un sogno per la vita

(Marc Forster, 2004)

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Pellicola strappalacrime e straziante, Neverland narra la genesi di uno dei più grandi capolavori della letteratura per l’infanzia: Le Avventure di Peter Pan (1902). Con un James M. Barry burtoniano interpretato dall’eterno malinconico Johnny Depp, il film segue il suo rapporto con la famiglia Llewelyn Davies, in particolare con la madre Sylvia, rimasta vedova (Kate Winslet) e il piccolo Peter (un giovane ma già commuovente Freddie Highmore), sempre mesto e cupo, inconsolabile per la morte del padre, ma che grazie all’aiuto di Barry ritroverà, anche se per pochissimo tempo, la gioia di essere un bambino. Gioia effimera, strappatagli con la morte della madre. Qui la Winslet si presenta nell’infinita tenerezza di un ruolo materno, con occhi sempre vigili, che osservano e vegliano, sorrisi sempre dolci che consolano e rassicurano, ma che celano il dolore di una donna sola.

 

The Reader – a voce alta

(Stephen Daldry, 2008)

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Interpretazione sublime, ricca di pathos, eros e suspence, The Reader segna la consacrazione della Winslet, vincendo l’Oscar come miglior attrice protagonista. Nel film veste i panni di Hanna Schmidt, una donna tedesca dalla vita apparentemente normale, la quale intreccia una relazione con un ragazzo molto più giovane (Michael Berg) dopo averlo soccorso in seguito a un malore. Gli incontri, quasi sempre di natura sessuale, sono incorniciati da momenti di letture a voce alta, in cui lui le legge grandi romanzi. Scomparsa improvvisamente, Michael la rivedrà solo anni dopo quando, studente di legge, assisterà ad un processo intentato contro di lei e un altro gruppo di donne, sorveglianti delle SS, accusate di aver lasciato morire trecento donne ebree in una chiesa in fiamme. Condannata all’ergastolo in quanto giudicata unica colpevole, Hanna nasconde in realtà un segreto che la consuma, che l’ha portata ad abbandonare Michael e a prendersi la colpa di un tale delitto. Hanna è analfabeta, per questo non avrebbe mai potuto scrivere il rapporto usato come prova incriminante verso di lei. Sempre impeccabile e struggente, la Winslet esprime il disagio, la consapevolezza e la vergogna con la raffinatezza che la contraddistingue, lasciando il pubblico con l’amaro in bocca e un velo di tristezza nel cuore.

 

Revolutionary Road

(Sam Mendes, 2008)

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Tratto dall’omonimo romanzo di Richard Yates (1961), Revolutionary Road  vede il ritorno alle scene della coppia d’oro Winslet – Di Caprio in un dramma familiare nell’America degli elettrodomestici. Frank ed April, giovani e pieni di promesse, si ritrovano sposi e genitori di due figli, con una casa è una famiglia da mantenere , privati di quella scintilla che li animava, ormai esasperati, intolleranti e lontano l’uno dall’altra. Se in Titanic avevano commosso per il loro grande amore finito in tragedia, qui sconvolgono per la tragedia dell’amore stesso, mostrando ciò che avviene nelle case degli altri, dietro le parvenze di perfezione e idillio famigliare, mostrando una realtà fatta di rimpianti e delusioni. Estremo e perfetto in ogni aspetto, il mitico duo fa nuovamente centro, grazie al mirabile talento di due grandi attori ma, soprattutto, due grandi amici.

 

The Dressmaker – il diavolo è tornato

(Jocelyn Moorhouse, 2015)

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Western al femminile per questa pellicola dai toni che sfumano dall’esilarante al drammatico, in cui la Winslet sfodera tutte le sue armi di seduzione a colpi di tacco e rossetto. Myrtle “Tilly” Dunnage torna, dopo anni di lavoro presso i grandi couturier (tra cui, citata Madeleine Vionnet), nel suo sperduto paesino d’origine, Dubgatar, in Australia, realtà tanto bigotta quanto crudele, che nasconde però cuori gentili e amici sinceri. Emarginata ed evitata come la peste, Tilly saprà vendicarsi del male subito, vestendo gli abitanti di tutto punto, facendo emergere l’ipocrisia dei parbenisti che la circondano, ma soprattutto ricucendo i rapporti con l’amata madre, e riscoprendo insieme a lei l’amore di una famiglia. Ancora una volta si mostra il talento recitativo della Winslet, che riesce a far ridere e piangere nello stesso momento, che seduce e intimorisce, ma soprattutto che arriva diretta e prorompente al cuore del pubblico.

Versatile, profonda e d’impatto, Kate Winslet è una delle poche grandi di Hollywood, una di quelle attrici che meritano questo titolo, il cui talento è accompagnato da un duro lavoro, ma la cui figura sarà sempre, e forse teneramente, associata a due giovani innamorati che si scambiano dolci promesse sulla prua di una nave.

 

Anna Maria Giano

Mi chiamo Giano Anna Maria, nata a Milano il 4 marzo 1993. Laureata Lingue e Letterature Straniere presso l'Università degli Studi di Milano, mi sto specializzando in Letterature Comparate presso il Trinity College di Dublino.Fin da bambina ho sempre amato la musica, il colore, la forza profonda di ciò che è bello. Crescendo, ho voluto trasformare dei semplici sentimenti infantili in qualcosa di concreto, e ho cercato di far evolvere il semplice piacere in pura passione. Grazie ai libri, ho potuto conoscere mondi sempre nuovi e modi sempre più travolgenti di apprezzare l'arte in tutte le sue forme. E più conoscevo, più amavo questo mondo meraviglioso e potente. Finchè un giorno, la mia vita si trasformò grazie ad un incontro speciale, un incontro che ha reso l'arte il vero scopo della mia esistenza... quello con John Keats. Le sue parole hanno trasformato il mio modo di pensare e mi hanno aiutata a superare molti momenti difficili. Quindi, posso dire che l'arte in tutte le sue espressioni è la ragione per cui mi sveglio ogni mattina, è ciò che guida i miei passi e che motiva le mie scelte. E' il fine a cui ho scelto di dedicare tutti i miei sforzi, ed è il vero amore della mia vita.

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