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«Nudo sdraiato» di Amedeo Modigliani: cronaca di uno scandalo

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Parigi, 3 Dicembre 1917. La prima mostra personale del giovane pittore livornese Amedeo Modigliani, presso la Galleria della mercante d’arte Berthe Weill, viene funestata dall’irruzione della polizia, che ordina la rimozione di alcune delle trentadue opere esposte con l’accusa infamante di “oltraggio al pudore”, decretando l’immediata chiusura della mostra. Tra le opere incriminate vi è Nudo sdraiato (Nu Couché), anche noto come Nudo rosso, un olio su tela realizzato da Modigliani nel 1917.

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I nudi femminili sono stati uno dei grandi temi di indagine di Modigliani, vero fil rouge della sua produzione pittorica durante il periodo parigino, soprattutto a partire dal 1917, anno in cui realizza una serie di tredici nudi di formato orizzontale, visti dall’alto e con le braccia spesso abbandonate oltre la testa, in omaggio alle Odalische che avevano dominato la produzione pittorica dell’800, conformemente al gusto dell’epoca dominato dalla corrente dell’Orientalismo. Il nudo diventa un’occasione di analisi intimista della figura femminile, spogliata di ogni attributo e orpello. Appartiene a questa serie Nudo Sdraiato, sul  quale si è molto discusso per via dell’identità incerta della modella: potrebbe trattarsi di Jeanne Hébuterne, giovane compagna dell’artista, oppure di Elvira La Quique, celebre prostituta, cantante e modella di Montparnasse, la cui bellezza conturbante ispirò pittori e poeti.

Una giovane donna dai capelli scuri e dal trucco marcato giace languidamente su un’alcova di colore rosso scuro, notazione cromatica richiamata anche dal rosso delle labbra della modella, offrendo allo sguardo dello spettatore la sua nudità integrale con grande naturalezza. La posa della donna, infatti, non ha nulla che vedere con l’artificiosità dei nudi mitologici di Veneri e Ninfe che popolavano i Salon ufficiali di inizio ‘900 e Modigliani non fa nulla per sublimare, attraverso dotti riferimenti mitologici o storici, la straordinaria carica erotica del dipinto, celebrazione di una corporeità femminile nuova, sensuale e consapevole. L’energia corporea che sprigiona dal dipinto sembra non poter essere contenuta dalla tela, tagliata all’altezza dei gomiti e poco sopra le ginocchia della modella, che domina incontrastata l’opera, caratterizzata da pochi colori: il rosso e l’azzurro del letto, l’ocra e il nero del corpo e dei capelli.  

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A turbare la morale pubblica è soprattutto la scelta dell’artista di indulgere nella rappresentazione di dettagli realistici, come la peluria sotto le ascelle e sul pube, come aveva fatto Francisco Goya un secolo prima con la sua Maja Desnuda, modello di riferimento principale per quest’opera, per la quale l’autore fu addirittura giudicato dinanzi al Tribunale dell’Inquisizione spagnola, dalla quale si salvò solo grazie a influenti intercessioni.

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Nudo sdraiato di Modigliani è oggi considerato uno dei più celebri nudi della storia dell’arte, nonché decima opera più costosa mai acquistata a un’asta, dopo che nel 2015 il magnete cinese Liu Yiqian se la aggiudicò al prezzo di 170.405.000 dollari durante un’asta Christie’s a New York.

A proposito di Amedeo Modigliani

Nato a Livorno nel 1884 da una famiglia di origine ebraica, Modigliani è stato l’artista italiano che più di tutti ha incarnato l’archetipo dell’artista bohémien, in bilico tra genialità e tendenze autodistruttive. La sua breve esistenza è costellata da problemi economici, alcolismo e turbolente storie d’amore che gli valsero l’appellativo di Modì, la cui pronuncia rimanda alla parola francese maudit, maledetto. Formatosi nella tradizione dei Macchiaioli toscani, si trasferisce a Parigi nel 1906, quando la città è epicentro delle nuove tendenze artistiche, nonché crocevia di artisti e poeti.

Modigliani, fortemente ispirato da Henri de Toulouse-Lautrec e Pablo Picasso, si dedica all’analisi della figura umana stilizzata e dalle forme allungate, spesso su sfondi neutri e minimali e con una tendenza alla geometrizzazione derivante dallo studio di Paul Cézanne.

Nonostante l’impegno di galleristi come Paul Guillaume e Léopold Zborowski, che ne promuovono alacremente il lavoro, l’artista non riesce ad affermarsi e ciò peggiora il suo già precario stato di salute. Grande pittore di donne e straordinario interprete dell’animo femminile, si lega alla talentuosa pittrice Jeanne Hébuterne, con la quale andrà a convivere e avrà una figlia.

Tuttavia la sventurata coppia non avrà una vita felice a causa della malattia dell’artista, che morirà consumato dalla tubercolosi nel 1920, ad appena 36 anni, seguito a ruota da Jeanne Hébuterne, incinta al nono mese, suicida per la disperazione. Oggi le spoglie mortali dei due sventurati amanti riposano nel celebre cimitero parigino di Père-Lachaise.

 


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Arianna Trombaccia

Romana, classe 1996, ha conseguito la laurea magistrale con lode in Storia dell'arte presso l’Università La Sapienza. Appassionata di scrittura creativa, è stata tre volte finalista al Premio letterario Chiara Giovani. Lettrice onnivora e viaggiatrice irrequieta, la sua esistenza è scandita dai film di Woody Allen, dalle canzoni di Francesco Guccini e dalla ricerca di atmosfere gotiche.

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