La storia “fatta con i se” è un esercizio di pensiero splendido, contro il disfattismo di chi pretende assoluta utilità anche dalla storia. Il passato non si può cambiare, ma questo non significa che dobbiamo privarci di uno strumento per calarci nel vero senso della disciplina: capire come certe situazioni siano state affrontate e comparare diverse reazioni (o immobilità) di fronte alla crisi e alle opportunità.
Abbiamo provato a rileggere dieci eventi o fenomeni medievali dall’impatto decisivo, alcuni più noti e altri meno, per chiederci cosa sarebbe successo se…
1) Se Giustiniano avesse riunito l’impero
L’imperatore bizantino Giustiniano provò a riportare la parte occidentale dell’Impero sotto il suo dominio, soprattutto tramite la devastante guerra gotica del 535-553. Un Impero Romano unificato avrebbe probabilmente rinnovato la sua influenza su gran parte dell’Europa con un nuovo slancio (e forse in lingua greca), preservando la cultura classica al di fuori dei monasteri, le leggi romane in modo più puro e le strutture amministrative, creando una solida base per lo sviluppo di un sistema politico stabile e duraturo. Questo avrebbe ostacolato l’ascesa dei regni romano-germanici (in cui le tradizioni “barbariche” si innestarono sui precedenti sistemi romani e la frammentazione dell’Europa). Inoltre, la Chiesa sarebbe stata forse meno influente, dato che il papa emerse come punto di riferimento proprio nel corso del VI secolo colmando la vacuità della dominazione bizantina. L’Europa dei secoli successivi, invece di essere caratterizzata dalla continua lotta per il predominio tra Chiesa e impero, avrebbe visto una maggiore centralizzazione del potere sotto un unico governo, con ripercussioni a lungo termine su ogni aspetto della micro e macrostoria.
2) Se alla guida della cristianità si fosse affermato un altro vescovo al posto di quello di Roma?
Roma, con la sua posizione e la sua tradizione sia classica sia cristiana, ha avuto un ruolo centrale nello sviluppo del cristianesimo. Se nell’Alto Medioevo un altro vescovo (come quello di Antiochia o di Alessandria) avesse preso il posto di quello di Roma, è possibile che il cristianesimo si sarebbe radicato più fortemente in Oriente, con una maggiore influenza delle tradizioni e delle teologie orientali: in Occidente nessuno avrebbe avuto la possibilità di emergere, se non appunto quello di Roma. Inoltre, la rivalità tra le varie sedi episcopali avrebbe potuto portare a un cristianesimo più frammentato, con una divisione ancora più accentuata tra le chiese orientale e occidentale, o una maggiore forza di quelle che divennero eresie e delle religioni pagane. Il primato papale potrebbe non essersi mai consolidato, e forse l’idea di una Chiesa universale unificata sotto un solo leader non si sarebbe realizzata.
3) Se i Longobardi fossero riusciti a unificare l’Italia nell’VIII secolo
Se i Longobardi fossero riusciti a unificare l’Italia già nell’VIII secolo, l’intera storia medievale della penisola e del continente sarebbe cambiata. Con l’intera Italia unificata sotto il loro controllo, l’Italia avrebbe probabilmente mantenuto una cultura e una struttura politica distinta rispetto al resto d’Europa, al posto di essere sottoposta alle diverse dominazioni che ne avrebbero segnato la frammentazione fino all’Ottocento. L’equilibrio tra il papato e il Sacro Romano Impero sarebbe stato diverso, poiché il potere temporale (terreno) del papa si sarebbe dovuto scontrare prima di tutto con la forte entità longobarda. Il rinascimento urbano e culturale che ha caratterizzato l’Italia nel Medioevo, soprattutto negli ultimi secoli sarebbe stato forse anticipato, contrastando l’ascesa di altre regioni europee.
Leggi anche:
Teodolinda e il Tesoro di Monza, tra storia e leggenda
4) Se il dominio di Carlo Magno fosse sopravvissuto per molte più generazioni
L’impero di Carlo Magno non era destinato a durare: nell’843, con il trattato di Verdun, i suoi tre nipoti ne stabilirono la tripartizione (già programmata da Ludovico il Pio secondo la tradizione franca, ma seguita da una guerra), che tuttavia manteneva la figura dell’imperatore. Nell’887 la morte di Carlo il Grosso pose fine alla dinastia carolingia sul trono imperiale. Ne intaccarono la stabilità anche la progressiva autonomia dei vassalli e le cosiddette seconde invasioni. Un impero capace di resistere a tutto questo avrebbe dato vita a una struttura politica più unificata nei secoli successivi, con maggiore uniformità culturale tra Francia, Germania e Italia. La centralizzazione del potere avrebbe permesso di fronteggiare potuto prevenire l’ascesa dei feudi e il potere dei signori locali, riducendo la frammentazione e migliorando le possibilità di uno sviluppo politico e culturale armonioso nell’Europa medievale.
Leggi anche:
L’imperatrice Irene e Carlo Magno: il sogno di riunificare Oriente e Occidente
5) Se gli Arabi avessero conquistato territori europei più ampi della penisola Iberica e Sicilia
La presenza araba in Sicilia durò dalla prima metà del IX secolo fino alla fine dell’XI, quando i Normanni si sostituirono a loro. In Spagna i tempi sono ancora più lunghi: dall’inizio dell’VIII secolo fino al celebre 1492. Se le conquiste si fossero spinte oltre, possiamo immaginare che l’intera Europa meridionale sarebbe diventata un punto di incontro tra le civiltà islamica, cristiana e bizantina. L’arte, la scienza e la filosofia arabe avrebbero potuto accelerare e modificare lo sviluppo intellettuale in Europa, anticipando quello che consideriamo il Rinascimento. La cristianità avrebbe dovuto confrontarsi con una cultura potente, efficace nel suo messaggio e diffusa, ancora più mescolata con le realtà europee e difficile da contrastare in toto.
6) Se i normanni non avessero vinto ad Hastings
Se i normanni non avessero vinto la battaglia di Hastings nel 1066, la storia dell’Inghilterra medievale sarebbe stata radicalmente diversa. Il re anglosassone Harold Godwinson avrebbe consolidato il suo potere, forse riuscendo anche nell’unificazione compiuta dai normanni, e l’Inghilterra sarebbe rimasta sotto il controllo di una monarchia anglosassone, limitando le fortissime influenze francesi portate da Guglielmo il Conquistatore. Questo avrebbe impedito l’introduzione delle leggi, della lingua e delle strutture feudali normanne, preservando un’identità distinta e caratterizzata da altri fattori. Inoltre, il sistema feudale che avrebbe preso piede sotto il dominio normanno non si sarebbe imposto, alterando il corso della storia politica e sociale dell’Inghilterra. La mancata conquista normanna avrebbe potuto indebolire anche le ambizioni francesi in Inghilterra, evitando le rivalità successive (non dimentichiamo che in un logico conflitto d’interessi Guglielmo e i suoi discendenti furono insieme re d’Inghilterra e duchi di Normandia, dunque vassalli del re di Francia).
Leggi anche:
Hastings e gli intrighi dinastici tra Normandia e Inghilterra
7) Se i vichinghi fossero riusciti a stabilire regni permanenti in Nordamerica
Rimanendo sui Normanni, è ormai appurato che i Vichinghi siano arrivati in Nordamerica all’inizio dell’XI secolo, passando per l’Islanda e la Groenlandia. Gli insediamenti nell’attuale Newfoundland canadese furono abbandonati perché economicamente non erano più convenienti per i commerci, oltre che per i conflitti con le popolazioni locali e per gli scontri interni al popolo vichingo. Le terre nel Nuovo Mondo avrebbero offerto una base di potere per una cultura vichinga che si sarebbe radicata nel continente americano molto prima dell’arrivo degli europei nel XV secolo. I vichinghi avrebbero potuto sviluppare commerci, alleanze e culture miste con le popolazioni indigene, dando vita a esperimenti affascinanti. A seconda del grado di integrazione, il loro insediamento si sarebbe potuto scontrare con la colonizzazione spagnola e inglese, o favorirla.
8) Se le crociate fossero riuscite a stabilire un dominio più duraturo sul Vicino Oriente
Se la tragica ma affascinante avventura delle crociate avesse avuto successo nel mantenere un dominio duraturo sul Vicino Oriente, la storia della regione sarebbe cambiata profondamente. Un’Europa cristiana avrebbe potuto stabilire un nuovo impero capace di unire l’Europa e l’Asia sotto una stessa corona (sempre se i sovrani europei fossero riusciti a mettersi d’accordo, cosa estremamente improbabile), portando a una maggiore influenza della Chiesa e delle tradizioni politiche europee nelle politiche di quel territorio. L’Islam, minacciato, avrebbe dovuto affrontare una lunga resistenza, e l’impero ottomano non avrebbe mai raggiunto l’egemonia sul Mediterraneo meridionale e orientale. A seconda della gestione dei territori, ci sarebbe stato un impatto notevole sulla circolazione di beni, idee e religioni, con un risvolto sulle rotte commerciali e sulle civiltà.
9) Se i Medici non fossero riusciti a insediarsi come famiglia dominante a Firenze
Se i Medici non fossero riusciti a insediarsi come famiglia dominante a Firenze, l’intera storia del Rinascimento italiano avrebbe forse preso una piega diversa. I Medici hanno giocato un ruolo cruciale nello sviluppo della cultura, della politica e dell’arte durante il Rinascimento, finanziando artisti, architetti e scienziati. Senza di loro, altre famiglie o potenze avrebbero potuto emergere come i principali mecenati, ma probabilmente non con lo stesso impatto: i Medici si affermarono infatti durante il XV secolo tramite una vasta rete di alleanze e clientele, che permisero alla politica fiorentina di svilupparsi verso la stabilità. Altre famiglie, emerse secondo strategie differenti, avrebbero garantito alla città di restare un importante centro commerciale e politico, senza forse la spinta culturale che i Medici hanno fornito. Le influenze determinanti di Firenze sul Rinascimento sarebbero state forse oscurate da altri centri pulsanti come Roma, Milano o Venezia.
10) Se Costantinopoli avesse retto all’attacco ottomano, riprendendosi dal declino
L’Impero bizantino attraversò un declino inesorabile durante tutto il Basso Medioevo, che ne ridusse l’influenza e l’estensione. Costantinopoli cadde in mano ottomana, trasformandosi in Istanbul, nel 1453 (data che alcuni storici considerano la vera fine del Medioevo). Se si fosse ripreso dal suo periodo di declino, rilanciandosi, l’Impero Bizantino avrebbe potuto ricominciare a giocare un ruolo centrale nella politica europea e mediterranea. Costantinopoli avrebbe mantenuto il suo status di capitale culturale, commerciale e religiosa, fungendo da ponte tra Oriente e Occidente, esattamente come all’inizio della sua storia. La resistenza bizantina avrebbe potuto rallentare l’espansione ottomana, dando al cristianesimo ortodosso un maggiore spazio e muovendo tutti gli equilibri del Mediterraneo orientale. Forse la sua storia sarebbe stata simile proprio a quella dell’Impero ottomano, portando a conflitti con il mondo cattolico.
Questo articolo fa parte della newsletter n. 46 – gennaio 2025 di Frammenti Rivista, riservata agli abbonati al FR Club. Leggi gli altri articoli di questo numero:
- Nietzsche e l’incognita “Futuro”: cercasi centro di gravità permanente
- Teleologia della storia e futuri possibili
- Passati possibili: guardare il futuro di ieri
- Distopie del presente nel cinema di Piotr Szulkin
- Arte e intelligenza artificiale: a che punto siamo?
- L’editoria di fronte al futuro. Quali sono le sfide?
- «Back to the Future: The Musical»: a ogni scelta un futuro diverso
Non abbiamo grandi editori alle spalle. Gli unici nostri padroni sono i lettori. Sostieni la cultura giovane, libera e indipendente: iscriviti al FR Club!
Segui Frammenti Rivista anche su Facebook e Instagram, e iscriviti alla nostra newsletter!