fbpx

Perchè guardare oggi “Franca: chaos and creation”

7 minuti di lettura

A  un anno esatto dalla prematura scomparsa di Franca Sozzani, scrivere del lungometraggio Franca: chaos and creation (2016), significa molto più che ricordare una celebre figura della moda, significa celebrare una vera e propria ambasciatrice dello stile italiano, raccontata attraverso un ritratto amoroso che il figlio, Francesco Carrozzini, oggi regista e fotografo per testate come Vanity Fair, The New Yorker e Rolling Stone, fa appunto della persona a cui lui è stato più legato, per il mondo la leggendaria Direttrice di Vogue Italia.

Franca: chaos and creation (2016) – fonte: www.wikipedia.it

Presentato nel 2016 al 73 Festival del Cinema di Venezia, l’opera prima di Carrozzini è uscita nelle sale italiane il 25 settembre 2017, in occasione della Settimana della Moda di Milano, aggiudicandosi il Premio speciale ai Nastro d’Argento.

Franca Sozzani e il figlio Francesco Carrozzini nel 2016 al 73 Festival del Cinema di Venezia – fonte: www.corriere.it (Ansa)

A partire dalla figura di un padre che incarna il modello dell’uomo ideale, Franca Sozzani con aria disinvolta e sguardo deciso e azzurrissimo ci racconta, attraverso una serie di vecchi video e brevi interviste, le soprese, gli imprevisti e i momenti più significativi di una vita unica nel suo genere, che solo lei avrebbe potuto vivere.

Alle sue affascinanti e spesso ironiche confessioni si alternano le testimonianze di grandissimi del calibro di Karl Lagerfeld, Bruce Weber, Donatella Versace, Marina Abramovic, Baz Luhrmann e Courtney Love che ricordano con affetto e ammirazione i risvolti di una vita, certo, turbolenta e geniale che ha corso di pari passo con la storia della moda, dalla visionaria rivoluzione anni ’60 della “swinging London” alla nascita delle Supermodels di Gianni Versace, fino a arrivare alle provocatorie campagne Water and Oil, Makeover Madness e Black Issue, tutte ad opera del fotografo americano Steven Meisel, a cui Franca Sozzani ha affidato le copertine della rivista per oltre quindici anni.

La copertina dell’edizione “Black Issue” di Vogue Italia, 2008 – fonte: www.vogue.it

Linguaggio chiave della rivoluzione Vogue è sicuramente la fotografia, vera e propria forma d’arte che la Sozzani ha saputo fare sua, dando il via a una profetica innovazione del linguaggio visuale che ha trasformato un giornale di moda in Cultura, dove non ci si limita più a mettere in mostra un bene di lusso, ma dove si vuole raccontare una storia che riempie il proprio lettore di contenuti, spunti di riflessione e di esperienze sensoriali, a metà strada tra commerciale e spirito underground.

La provocatoria campagna “Water and Oil” di Vogue Italia per il disastro ambientale della piattaforma petrolifera Deepwater Horizon nel Golfo del Messico, 2010 – fonte: www.squa.re.com

Franca Sozzani ha infatti sempre coltivato un rapporto speciale con i fotografi di moda con cui ha collaborato, dal suo insediamento a Vogue nel 1988 ha lanciato e dato fiducia a coloro che oggi si sono rivelati i più grandi nomi della scena internazionale, da Peter Lindbergh a Paolo Roversi, da Herb Ritts, da Steven Meisel a Max Vadukul. La sua genialità sta nell’aver saputo vedere in loro il futuro, instaurando un rapporto di  complicità che li ha finalmente liberati dal vincolo della “pubblicità” a tutti i costi.

Vogue rappresenta quindi la moda che pensa se stessa e che si interroga sul proprio ruolo nella società oggi. La rivista è autobiografia della stessa Sozzani, un riflesso del su stile e della sua ribellione contro una prigione borghese a cui lei sembrava destinata. In questo caso, sperimentare significa anche denunciare, assumere posizioni spesso discutibili che attraverso il corpo delle modelle danno  un nuovo significato all’identità femminile.

Milla Jovovich fotografata da Peter Lindbergh per Vogue Italia – fonte: www.pinterest.com

Franca: Chaos and Creation non solo permette allo spettatore di conoscere da vicino una personalità complessa e affascinante attraverso un racconto toccante e sorprendente autentico, ma rappresenta un importante contributo all’evoluzione dell’immagine della Donna, apre un intero mondo, sovverte la nostra concezione della moda, ci fa entrare in una dimensione totalmente nuova, fatta di scatti mozzafiato, giovani e slanciate amazzoni dallo sguardo magnetico, scandali, colori, amicizie preziose e sogni d’amore mai realizzati (come dichiara nel film la stessa Sozzani  «i matrimoni sono come le pagine dei giornali, ne giri una, arriva un’altra») che hanno portato a una scalata verso il successo valida non solo per il presente, ma soprattutto per il futuro.

L’iconica e apparentemente fragile figura di Franca Sozzani racconta la vastità e la bellezza del mondo femminile dove infinite personalità, sfumature e sentimenti si incrociano e si sovrappongono, entrando spesso in conflitto fra di loro per generare un caleidoscopio oggi sempre più affascinante e indecifrabile.

Franca Sozzani nel film Franca: chaos and creation (2016)

 

Valentina Cognini

Nata a Verona 24 anni fa, nostalgica e ancorata alle sue radici marchigiane, si è laureata in Conservazione dei beni culturali a Venezia. Tornata a Parigi per studiare Museologia all'Ecole du Louvre, si specializza in storia e conservazione del costume a New York. Fa la pace con il mondo quando va a cavallo e quando disquisisce con il suo cane.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.