fbpx

«Post Pink»: quello che lo donne sanno (e dicono)

//
6 minuti di lettura

Post Pink. Antologia di fumetto femminista ha le idee piuttosto chiare: andare al contrario degli stereotipi legati al corpo femminile, al piacere e al dovere.

Un’antologia che dialoga tra identità e intimità con entrambi i sessi ma che parla soprattutto alle donne, parla del loro corpo, di cui devono essere responsabili, consapevoli, curiose.

«Il corpo della donna spesso va poco oltre le gambe, ed è da sempre oggetto di sguardo», è questo l’incipit di Post Pink. Antologia di fumetto femminista (Feltrinelli Comics, acquista) e ha le idee piuttosto chiare: andare al contrario degli stereotipi sul corpo femminile e del flusso che porta con sé.

Post Pink ha in sé tutto il coraggio che serve. Curata da Elisabetta Sedda, raccoglie nove “versioni” e “visioni” sul corpo femminile. Nove fra le autrici più influenti e incisive della scena fumettistica italiana si sfidano, provocando anche loro stesse. Riescono, con le storie narrate, a entrare nel dettaglio dell’identità femminile, con temi che spaziano dal piacere alla violenza; corpo femminile come simbolo di uno status culturale e sociale. Visto sotto i diversi temi e con i loro occhi; inserite nel loro tempo e al contempo raccontando un po’ di Storia. Il dialogo è aperto, con entrambi i sessi, a capitoli discute e mette i punti di domanda. Un’antologia che parla soprattutto alle donne, parla del loro corpo, di cui devono essere responsabili, consapevoli, curiose.

Essere donna dalla prefazione

Nella prefazione al libro, Michela Murgia scrive che «immaginarsi donna è stato difficile anche per le donne stesse, dopo secoli passati ad ascoltare storie di uomini raccontate da uomini, in cui le poche di noi presenti avevano più che altro funzione accessoria». Così le autrici in Post Pink prendendo in mano la narrazione. In questo modo sembra possibile immaginare il significato stesso dell’essere donna. O almeno incuriosirsi.  

Perché, come è scritto in Post Pink, «la femminilità è qualcosa che si impara e ha il suo prezzo; ogni donna si ritrova a pagare una condizione che non ha scelto, perché le è stata imposta quando non aveva l’età e la coscienza per sottrarsi a certe regole». Un concetto che sembra parafrasare il pensiero di Simone de Beauvoir: «Donne non si nasce, lo si diventa. Nessun destino biologico, psichico, economico definisce l’aspetto che riveste in seno alla società la femmina dell’uomo». Una frase poco scontata, da non far cadere nello stereotipo scadente del femminismo, come anche l’autrice e il suo pensiero tendevano a sottolineare, in quanto azione fine a se stessa ma inserita nel contesto sociale e culturale.  

Così per costruire un’identità femminile capace di ribaltare le sovrastrutture, è fondamentale avere anche delle narrazioni che escano dagli schemi. Certo, in un mondo ideale non dovrebbero nemmeno esistere pregiudizi e pressioni mirati ad assoggettare la donna in una condizione stereotipata. Ma la realtà è ancorata a qualcosa di pregresso, prestabilito. Per questo motivo si intuisce la necessità di questo libro a fumetti.

Le storie a capitoli

Michela Murgia ci tiene a sottolineare come le nove autrici abbiano scritto storie universali e allo stesso tempo molto intime: «Dicono tutto quello che una donna sa dire di sé, compreso quello che per troppo tempo dire non si è potuto. Sono domande, per lo più, e non semplici».

Il percorso incontra la definizione del corpo della donna con Sara Menetti  in base ai centimetri: all’unità di misura che accompagna tutta l’evoluzione di questo corpo. LaTram ci parla di cuore, passioni, ambizioni, destini e scelte. Alice Socal e Silvia Rocchi si concentrano sulla sessualità e il piacere femminile. Margherita Morotti lascia il lettore con una domanda aperta: che cos’è la sensibilità femminile? Ma soprattutto, esiste?

Cristiana Portolano presenta la mistica e religiosa Ildegarda di Bingen (1098-1179) che nelle sue lodi ha celebrato l’orgasmo come momento di connessione con il divino. Si arriva al percorso di raggiungimento dell’identità femminile di una donna nata uomo, disegnato da Fumettibrutti. Ancora, Alice Milani affronta il tema difficile della denuncia.

In libreria dal 7 marzo scorso, Post Pink ha rivelato la sua identità e ha iniziato a fare domande.

E di storie così, narrate in questo modo e condivise, ci tiene a sottolineare la scrittrice che ne ha curato la prefazione, «ne servono molte, moltissime, per non diventare schiavi di un solo punto di vista sulle cose».

«Vi scrivo queste lettere perché abbiate consapevolezza di voi stesse e dei vostri bisogno, desideri, sogni. Perché questo determinerà il vostro posto nel mondo» (Tratto dal libro)

Fausta Riva

Fausta Riva nasce in Brianza nel 1990.
Geografa di formazione(Geography L-6) poi specializzata in fotografia al cfp Bauer.
Oggi collabora con agenzie fotografiche e lavora come freelance nel mondo della comunicazione visiva.
Fausta Riva nasce sognatrice, esploratrice dell’ordinario. Ama le poesie, ama perdersi e lasciarsi ispirare.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.