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Premio Nobel per la Letteratura: una breve guida sconclusionata

9 minuti di lettura

Il caso Tokarczuk e Handke

È risaputo ormai che l’assegnazione del Premio Nobel per la Letteratura è sempre estremamente discussa. La maggior parte delle volte il Premio viene assegnato a personalità non conosciute al grande pubblico e nemmeno – a dirla tutta – agli addetti ai lavori. Prendiamo ad esempio i vincitori del 2018 e del 2019, rispettivamente Olga Tokarczuk e Peter Handke.

Olga Tokarczuk non è mai stata al centro delle pubblicazioni italiane, tanto che al momento della vittoria veniva pubblicizzato ovunque il suo unico libro disponibile in catalogo, cioè I vagabondi (Bompiani, 2019) che aveva vinto anche l’International Man Booker Prize. A onore del vero, tuttavia, bisogna precisare che c’era anche un breve testo illustrato della Tokarczuk disponibile, L’anima smarrita (TopiPittori, 2018) che però aveva una diffusione molto più ridotta. In compenso, quest’anno, la Bompiani è ritornata alla ribalta pubblicando altre due opere inedite in Italia dell’autrice.

Peter Handke, invece, ha avuto il suo momento di massimo splendore negli anni Ottanta, firmando la sceneggiatura de Il cielo sopra Berlino di Wim Wenders. Già la Guanda, tuttavia, aveva cominciato a pubblicare nel nostro Paese la maggior parte della sua opera riscuotendo un discreto successo. Negli anni le opere di Handke sono state ristampate e in occasione del Premio sono stati pubblicati anche alcuni testi inediti.

Il caso Glück

Ogni anno, prima dell’assegnazione, viene fatto il toto-nomi. Puntualmente capitano nelle liste improvvisate dai vari blog diversi autori dall’indiscusso talento, tra cui: McCarthy, Grossman, Kundera, Murakami, Pynchon, Vollmann, Didion, Houellebecq ecc.

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Tuttavia, alla fine nel 2020 il Premio Nobel per la Letteratura è stato assegnato a Louise Glück. Sicuramente una formidabile poetessa e accademica, ma del tutto sconosciuta in Italia. Basti pensare che l’unico libro ancora disponibile al momento della premiazione era la raccolta Averno, edita dalla Dante & Descartes e sconosciuta ai grandi distributori nazionali. A riguardo è stato ironico l’annuncio della vittoria della Glück di alcuni importanti siti di libri che, però, non avendo in catalogo volumi dell’autrice invitavano gli utenti ad acquistare i libri degli altri vincitori del Premio.

Louise Glück, premio nobel per la letteratura 2020
Louise Glück

In Italia era stato pubblicato nel 2003 anche L’iris selvatico (Giano Editore) andato, però, fuori catalogo. Queste almeno per le pubblicazioni di opere in formato integrale. Poi, la Glück era comparsa anche in ben due antologie: West of your cities (Minimum fax, 2003) e Nuovi poeti americani (Einaudi, 2006).

Se Premio Nobel per la Letteratura non significa immortalità letteraria

Il Premio Nobel per la Letteratura, sicuramente, rappresenta il coronamento per una carriera dedita alla scrittura, ma non è la via preferenziale – come magari alcuni potrebbero pensare – per l’immortalità letteraria. Molti autori che hanno vinto il Nobel – anche se non si augura questo destino a nessuno – sono stati dimenticati negli anni. Non si vuole sminuire il talento dei vincitori, ma è chiaro come il successo duraturo nel tempo sia dettato da diversi fattori.

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D’altro canto, l’Accademia di Stoccolma non ha la capacità di delineare i gusti letterari per l’intera popolazione di lettori, soprattutto se considerati in prospettiva. Anche se, tuttavia, può spingere il pubblico a scoprire nuovi autori. Per esempio, è recente la notizia che Il Saggiatore ha acquisito i diritti dell’opera della Glück e che il 3 dicembre saranno riedite le due raccolte già pubblicate in Italia. Sicuramente questa mossa editoriale permetterà a un vasto numero di lettori di conoscere la sua poetica. E poi sarà proprio il pubblico – e soprattutto la moda – a decretarne l’immortalità.

A proposito, si pensi anche al primo vincitore del Premio Nobel per la Letteratura (1901), il poeta idealista Sully Prudhomme. Un “autore dimenticato” che – se si leggono gli altri vincitori – è in buona compagnia. Si pensi a Echegaray, Eucken, Heyse, Agnon, Undset, Sefferis ecc. Tuttavia, nonostante Prudhomme sia finito nel dimenticatoio, all’epoca è stato preferito a romanzieri del calibro di Zola. Perché il Nobel non l’ha vinto l’autore di Germinal?

Premio Nobel per la Letteratura tra mode e gusti personali

A quanto pare il signor Alfred Nobel – ideatore del Premio – era anche uno scrittore provetto che vantava nella propria produzione due romanzi e un dramma incompiuto. E per quanto riguarda i suoi gusti di lettore sappiamo che preferiva le opere di tendenza idealistica, disprezzando, di conseguenza, il naturalismo contemporaneo alla Zola. Coerentemente non sorprende che nel testamento di Nobel figurasse la clausola che una parte del Premio andasse anche «a colui che avrà prodotto in letteratura quanto di più notevole in senso ideale».

Prendiamo a riferimento anche Knut Hamsun, premiato – come si evince dalla motivazione – per il romanzo Il risveglio della terra. Tuttavia, oggi, se guardiamo alle opere che hanno riscosso maggiore successo dell’autore, al primo posto si posiziona il romanzo giovanile Fame. Il libro, in particolare, è stato reso famoso soprattutto a seguito del secondo conflitto mondiale da alcuni romanzieri americani e ancora oggi l’autore gode di un discreto successo editoriale. Ecco, come le mode possono prediligere un romanzo di un autore piuttosto che un altro.

Il piccolo contributo dei lettori

Alla fine di tutto questo discorso c’è una morale? Il lettore deve gioire per gli scrittori che hanno la fortuna di vincere il Nobel e deve augurarsi che il successo e la serenità economica possano aiutarli a produrre opere sempre più meritevoli. Per chi non l’ha vinto – ma forse lo meritava – gioiamo comunque nel leggerne le opere. Il lettore deve continuare ad approfondire e cercare di farsi una cultura il più vasta possibile. Ovviamente, rimane a sua discrezione se prendere o meno in considerazione i consigli di Stoccolma. Attenzione anche agli altri premi nazionali o internazionali: magari si possono scoprire autori che sposano i gusti più svariati.

Oppure, il lettore può giocare di anticipo, anche se è un lavoro che richiede pazienza e curiosità. In questo senso, si consiglia di scovare i libri pubblicati dalle piccole case editrici che proprio nel loro essere piccoli anticipano i tempi, mentre i grandi – a volte – appaiono distratti da altro. Questi editori hanno una prospettiva inedita che deve essere coltivata, non solo da attenti appassionati ma anche da sostanziali supporti economici. Non sia mai che da una piccola casa editrice salti fuori il prossimo Premio Nobel destinato all’immortalità letteraria.

 


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Lorenzo Gafforini

Classe 1996. Nel 2020 si laurea in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Brescia. Ha pubblicato otto raccolte di poesie e due racconti.

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