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Ren Hang: la sensualità e l’erotismo del nudo che sfidano la censura cinese

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L’arte contemporanea sta vivendo in questi anni un periodo di grande prosperità nel mondo occidentale, come dimostrano i molti eventi e l’inaugurazione di un numero sempre maggiore di musei ad essa dedicati in ogni Paese. La parola chiave è: innovazione. C’è attrazione per tutto ciò che è nuovo, insolito e fresco; per questo, la scena internazionale è ben lieta di lasciare spazio ai giovani artisti visionari. Così capita che, quasi paradossalmente, gli artisti più audaci trovino spazio e apprezzamento in Europa e Nord America dove in patria ricevono soltanto disprezzo o, nel migliore dei casi, indifferenza.

È il caso di Ren Hang, il giovane fotografo nato nel 1987 nel nord della Cina (e morto agli inizi del 2017), che in poco tempo è riuscito a emergere sulla scena internazionale e a farsi apprezzare tra gli esperti del settore grazie ai suoi scatti provocanti ma, al contempo, ricchi di innocenza. Le sue fotografie ritraggono quasi esclusivamente corpi nudi di ragazze e ragazzi modellati in forme molto originali; ma questa sua caratteristica, tanto apprezzata nel mondo occidentale dove i tabù del nudo artistico, anche se con fatica, stanno crollando, non gli permette di ricevere in Cina il successo che merita.

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Ren Hang si racconta volentieri nelle interviste, tra cui quella rilasciata a Vice.com, e spiega con semplicità e completezza la sua visione del mondo e della fotografia. Fin da giovanissimo ha concepito la fotografia come mezzo per esprimere la realtà che lo circondava in tutta la sua bellezza e autenticità: e cosa c’è di più autentico di un corpo nudo? Tutti noi veniamo al mondo nudi e, secondo Ren, è proprio recuperando quello stadio primordiale che le persone riescono a liberarsi delle maschere della quotidianità e rivelarsi in tutta la loro autenticità.

Il fotografo nega l’esplicita ricerca di erotismo nelle sue opere, dichiarando di non prestare attenzione a quanto i suoi scatti possano risultare eccitanti per lo spettatore. Eppure, è innegabile che alcune delle sue fotografie rimandino senza possibilità di fraintendimento alla sfera della sessualità. In molti dei suoi scatti, inoltre, i “protagonisti” sono peni in erezione: è in questo momento, afferma l’artista, che gli uomini esprimono al massimo la loro potenza. Non mancano poi riferimenti alla masturbazione e all’omoerotismo, attraverso, ad esempio, scatti che rimandano alla pratica dello scissoring.

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Pur lasciando così poco all’immaginazione Ren Hang ha una particolare delicatezza nel ritrarre i corpi nudi e, anche quando la carica erotica dei suoi scatti è altissima, è impossibile per lo spettatore sentirsi in imbarazzo. La sensualità è spesso stemperata dal modo giocoso di ritrarre il corpo, modellato in posizioni bizzarre o semi-nascosto da elementi insoliti come animali, fiori, orologi, telefoni. Il suo stile è, se così si può definire, chirurgico: i colori sono molto vividi – il fotografo ama, in particolar modo, l’uso del rossetto rosso fuoco – e l’energia sprigionata dai soggetti è potente, ma lo scenario in cui questi elementi sono inseriti è spesso asettico. Sullo sfondo compaiono prevalentemente anonimi oggetti di arredamento, talvolta addirittura pareti bianche o il profilo delle moderne metropoli cinesi. Più coinvolgenti sono gli scatti immersi nella natura, che partecipa realmente all’opera d’arte fondendosi con il soggetto.

La spontaneità delle opere è, in effetti, davvero notevole. Ren Hang afferma di non pensare in anticipo i suoi scatti, facendosi ispirare dalle circostanze del momento e dalle azioni spontanee dei modelli: molte fotografie, soprattutto le più particolari, prendono corpo grazie a situazioni realmente verificatesi mentre si facevano le prove. In effetti, in un gran numero di opere le pose che i modelli assumono sono così diverse da ciò che ci si può ragionevolmente attendere che ogni possibile tensione è subito sciolta in un sorriso. Questo particolare effetto viene raggiunto grazie alla confidenza tra l’artista e i suoi modelli: Ren Hang, infatti, coinvolge nelle sue fotografie quasi esclusivamente i suoi conoscenti, dagli amici fino anche a sua madre. Il rispetto e soprattutto la fiducia sono massimi da entrambe le parti e questo consente un proficuo scambio di opinioni.

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Questo tipo di insolita attività ha fruttato a Ren Hang qualche guaio con il suo Paese, la Cina, dove i rigidi costumi ancora in vigore rifiutano la visione di una nudità così esplicita. Benché non sia mai stato arrestato, a differenza di altri fotografi come Ai Weiwei, che scontò 81 giorni di carcere per le foto di se stesso in semi-nudità oltre che per aver manifestato apertamente il suo dissenso politico, a Ren è stato spesso impedito di organizzare mostre aperte al pubblico. Poiché è vietato esibire corpi nudi e fotografarli nei luoghi pubblici, inoltre, il fotografo afferma scherzosamente che gli tocca correre via ogni volta che sente avvicinarsi la polizia; questo però non gli impedisce di continuare a praticare la sua arte. Ogni atto di censura è una motivazione in più per continuare, nella speranza che un giorno venga da tutti accettata. Il forte legame che Ren Hang sente con la sua terra gli impedisce di lasciarla e lo spinge a manifestare, seppur pacificamente, la sua contrarietà a quelli che considera tabù ormai superati per continuare a esprimersi come meglio sa fare.

Le fotografie di Ren Hang sono liberamente consultabili sulla sua pagina web, da cui le immagini presenti in questo articolo sono state tratte.

 

Silvia Ferrari

Classe 1990, nata a Milano, laureata in Filologia, Letterature e qualcos'altro dell'Antichità (abbreviamo in "Lettere antiche"). In netto contrasto con la mia assoluta venerazione per i classici, mi piace smanettare con i PC. Spesso vincono loro, ma ci divertiamo parecchio.

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