Verso le 11 di oggi 14 Maggio il Salone del Libro di Torino si è aperto con il discorso inaugurale di Sergio Mattarella, e chi si aspettava un messaggio di incoraggiamento alla lettura da parte del Presidente non è stato deluso. Le due parole chiave del capo di Stato sono state “solidarietà” e “libertà”, due concetti che approfondiscono il rispetto e il riconoscimento delle differenze fra essere umani, e fra Uomo e Natura. E lo sguardo imprescindibile è proprio quello dei libri, quello degli occhi che custodiscono la cultura senza tempo.
«La crisi non ha risparmiato libri e carta stampata» premette Mattarella, specificando poi che «cambiano le tecnologie, le piattaforme i contenuti, ma ciò a cui non possiamo rinunciare è la ricchezza dei testi e della lettura». Quello letterario dunque come un mercato ricchissimo, senza però un profitto materiale: un vero e proprio banchetto di diversità, irrinunciabile per l’accrescimento del proprio lato umano.
La parola scritta, inoltre, come arma della collettività volta a rinforzare i rapporti sociali, arma contro l’individualismo dilagante. Una resistenza ai tempi odierni, privi di forti ideologie- al di fuori del Dio Denaro- e guidati dalla corruzione morale. «Si deve reagire alla solitudine che rischia di far trovare il cittadino solo davanti alle istituzioni e al mercato. […] Alla solitudine dobbiamo reagire. Dobbiamo impedire che si rompano le maglie della comunità, quei fili cioè che consentono agli individui di essere integralmente persone. In questa impresa così importante la cultura è decisiva».
A.P.