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Salvatore Ferragamo, la storia dell’uomo dietro al marchio

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Verrà presentato oggi, 5 settembre, fuori concorso al Festival del Cinema di Venezia il docufilm sul brand made in Italy di Salvatore Ferragamo (1898-1960), diretto da Luca Guadagnino.

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Attraverso la voce narrante di Michael Stuhlbarg (che ha collaborato in precedenza con Guadagnino nella veste del padre di Elio, in Chiamami col tuo nome) si sviluppa il documentario biografico della celebre firma italiana.

Ferragamo

Il documentario è nato proprio da una proposta di Guadagnino stesso, dopo averne letto l’autobiografia (Salvatore Ferragamo, Il calzolaio dei sogni). Il regista, ammaliato dalla sua storia, ha proposto alla famiglia Ferragamo il documentario – la quale, ovviamente, ha accettato con entusiasmo.

Cos’è il genio? Come nasce un sistema, che sia il cinema o la moda? E anche come nasce l’ossessione furiosa di una ricerca costante di idee e creazione come si sposa con la tradizione e i valori della famiglia? Salvatore Ferragamo protagonista e testimone del XX secolo è la risposta a queste domande.

Luca Guadagnino.

Salvatore Ferragamo: da Napoli a Hollywood

Salvatore Ferragamo nasce nel 1898 a Bonito, un piccolo paese dell’Irpinia. Lavora per un anno a Torre del Greco da un calzolaio, finché non decide di tornare a Bonito per aprire un negozio di calzature dove produce scarpe su misura per le madame del posto.

Nel 1914 emigra, come tanti altri, negli Stati Uniti inseguendo il famigerato sogno americano; durante i ruggenti anni ’20 apre il suo negozio a Hollywood: l’Hollywood Boot Shop; sono gli stessi anni in cui l’industria del cinema si sposta sulla celebre collina a Los Angeles. Sarà rinominato “il calzolaio delle stelle”.

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Ma nel 1927 torna in Italia, si trasferisce a Firenze, celebre patria di abili artigiani, dove apre il suo laboratorio in via Mannelli 57. Nel 1928, viene creato e prodotto il primo manifesto pubblicitario Ferragamo dal pittore futurista Lucio Venna.

Ferragamo
Cartellone pubblicitario, Ferragamo (1927)

La più grande fetta del suo mercato risiede negli Stati Uniti – perciò Ferragamo accusa fortemente il crollo di Wall Street del ’29 e la conseguente crisi economica. Ma non demorde, sa di avere un talento ineguagliabile; così sposta il suo mercato nella penisola italiana.

Per l’Italia è un periodo di forti turbolenze politiche ed economiche, ma per Salvatore Ferragamo è un momento di estrema creatività; sono gli anni in cui produce alcuni fra i suoi pezzi più originali.

Nel 1936 ha acquistato due laboratori e un negozio, tra cui l’intero Palazzo Spini Feroni, sede attuale dell’azienda.

Nel 1947 vince il prestigioso Neiman Marcus Award, per la prima volta assegnato ad un produttore di calzature. Alla sua morte, nel 1960, l’azienda, con una fama invincibile, passa nelle mani di Wanda, sua moglie, e dei sei figli, oggi nel board di direzione.

Ferragamo e il marketing omnichannel

Ferruccio Ferragamo, primogenito e attualmente presidente della Salvatore Ferragamo SpA è stato in grado di mantenere alto il nome del grande marchio creato dal padre e, al contempo, diversificare la produzione per rimanere costantemente al passo con i tempi.

Durante l’emergenza COVID-19, in un momento di grande crisi economica, Ferragamo ha puntato tutto sulla distribuzione omnichannel, inaugurando il nuovo sito della firma. L’AD, Micaela le Divelec Memmi, ha dichiarato:

Lanciare il nuovo Ferragamo.com in questo momento storico ha un significato molto particolare; il messaggio che vogliamo trasmettere ai nostri clienti vuole essere di speranza e fiducia nel futuro. Ci siamo messi dalla parte del consumatore per disegnare una esperienza immersiva e una navigazione intuitiva in cui la boutique digitale sia intrecciata con il racconto dei valori del marchio.

Legati alla loro storia e alla loro tradizione, la maison fiorentina ha inoltre lanciato per la Spring/Summer 2020, la nuova Silk Capsule; iconica selezione di stampe che, sin dagli anni ’60, è simbolo della creatività unica e inconfondibile di Ferragamo.

Il documentario diretto da Guadagnino sarà quindi un percorso a ritroso con lo scopo di seguire i passi – calzati possibilmente Ferragamo – di Salvatore, dal principio fino ad oggi. Dalla piccola bottega di calzature in un paesino a cento chilometri da Napoli, alla mastodontica società odierna che ha in sé tradizione e innovazione, e che non vuole e non deve rinunciare alle sue radici.

 


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Giulia Lamponi

Giulia, Bologna, studentessa di Lettere Moderne, amante della letteratura, aspirante giornalista. Ogni tanto scrivo, ma più che altro penso.