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«Lo Stupro» nell’impressionismo di Edgar Degas

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Lo stupro di Edgar Degas è conservato al Philadelphia Museum of Art e la sua realizzazione è datata tra il 1868 e il 1869. Venne intitolato L’intérieur da Degas stesso, ma fu in seguito denominato come Le viol. Questo quadro è un sunto della relazione tra Degas e la luce notturna: egli tendeva ad esaltare la flebile luce tipica dell’ora del crepuscolo o quella emanata dalle candele e dalle lampade.

Un impressionista sui generis

Questo atteggiamento di Degas nei confronti della luce è una delle caratteristiche che lo allontana dagli altri impressionisti, si distacca fortemente dalla pittura plein air usando maggiormente cromie e sfumature legate a colori come il nero e l’ocra. Inoltre aveva un particolare interesse per la rappresentazione della luce artificiale, di più facile manipolazione. Ne Lo stupro Degas gioca con la luce fioca dell’abate-tour. Sulla sinistra viene presentata una donna con una sottoveste bianca sgualcita e cadente su una delle spalle, con un mantello rosso che le copre simbolicamente le gambe, è seduta su una sedia chiusa e curva su se stessa, in un atteggiamento di impotenza, umiliazione, fragilità, arrendevolezza.

Tutt’attorno piccoli elementi donano la sensazione di confusione e malessere: le forbici aperte sono abbandonate sul tavolino, il corsetto è gettato sul pavimento, il letto è immacolato. Sulla destra si trova un uomo che guarda la giovane con uno sguardo freddo e crudo, tiene le mani in tasca e le gambe divaricati per affermare la sua presenza e la sua ombra si innalza minacciosamente al di sopra della sua statura rendendolo innaturale, quasi un accessorio della stanza: un mobile o un armadio. Accortezza di Degas è il dettaglio dell’orecchio appuntito, citazione demoniaca. Questi elementi macabri fanno da preludio a quello che sarà l’espressionismo di Edvard Munch nel secolo successivo. Lo specchio riflette un’immagine indistinta e sporca, in cui i colori scuri sono dominanti.

Lo Stupro di Degas: interno reale e interno interiore nella Parigi dell’800

Degas presenta una vera e propria scena di stupro, e trasforma ogni spettatore in un testimone di questo crimine. La violenza è il tema principale de Lo stupro, ed essa viene emanata sia dal corpo fragile della ragazza sia dall’atteggiamento di superiorità dell’uomo: tra di essi l’unica emozione palpabile è la paura, una paura folle e viscerale che si espande al di fuori della rappresentazione fino ad arrivare nelle membra dello spettatore.

Lo stupro

Tra le ispirazioni letterarie riguardanti questa tematica di prima importanza sono i romanzi di Emile Zola Teresa Raquin e il successivo L’Assommoir. Entrambi trattano la vita del misero popolo parigino con un focus sulla lotta tra i sessi e la lotta di classe. La realtà parigina ottocentesca vedeva i parigini fagocitati all’interno dei ritmi e delle nuove dinamiche della crescente metropoli, Degas e Zola dedicavano molta attenzione alle cose che tutti avevano sotto gli occhi ogni giorno, ma che nessuno voleva vedere.

L’impressionista degli interni riproduce una scena di cruda realtà quotidiana, denunciando in modo velato questo crimine percepito ma non visto. L’interno reale di Degas diventa anche un interno interiore, metafora di dolore, impotenza e sofferenza.

Silvia Gastaldo

Studentessa di storia, laureata in Management per i beni culturali e con un master in visual merchandising. Viaggi, libri, arte, cinema e moda sono le mie grandi passioni.
Sono sempre alla ricerca di nuove fonti d'ispirazione nel panorama artistico contemporaneo, spinta da un'inarrestabile curiosità.

Vivo tra Parigi e Venezia, e il mio cuore si divide tra una corsa in metro e un tramonto sulla laguna.

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