«Pier Paolo Pasolini è stato, anche inconsapevolmente, la mia guida etica, una guida rigorosa e anticonformista allo stesso tempo». Così David Grieco, giornalista e regista, definisce il suo rapporto con Pier Paolo Pasolini nel libro La macchinazione, uscito lo scorso ottobre. Dal libro è stato tratto il film omonimo, le cui riprese si sono concluse alla fine del 2014, ma anche verrà presentato al grande pubblico tra poche settimane, precisamente il 24 marzo. Sul set, tra gli altri, Massimo Ranieri, Milena Vukotic, Roberto Citran, Tony Laudadio e Alessandro Sardelli.
Il film prende le mosse dalla notte in cui i complici di Giuseppe Pelosi, poi riconosciuto responsabile dell’omicidio di Pasolini, rubano il negativo della pellicola di Salò o le 120 giornate di Sodoma e chiedono un riscatto esorbitante; questo episodio è un pretesto per ricostruire gli ultimi anni della vita dell’intellettuale bolognese, in particolare la stesura di Petrolio e le vicende legate al suo ultimo film. Nessuno meglio di David Grieco avrebbe potuto ricordare quei momenti: dopo aver conosciuto PPP ad appena dieci anni, a diciassette diventa suo assistente alla regia, seguendolo poi fino alla fine della sua carriera. La macchinazione, per la quale Grieco ha abbandonato il progetto di una sceneggiatura in chiave comica di Re Lear, sarà molto probabilmente un bell’omaggio di un allievo al suo maestro.
S.F.
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