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Venezia76. «La mafia non è più quella di una volta» e la nostra percezione della Legalità

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Il giorno di Franco Maresco alla 76^ Mostra del cinema di Venezia inizia con l’annullamento a sorpresa della conferenza stampa e l’assenza della delegazione alla presentazione del film. Il fatto ha il sapore di un atto di provocazione simile a quello che aveva visto già nel 2014 il regista siciliano saltare la cerimonia di consegna del Premio speciale che la giuria aveva dato a Belluscone. Una storia siciliana. Da sempre cantore dei perdenti, Franco Maresco si caratterizza per un inconfondibile modo di raccontare la sicilianità. In coppia con il collega del tempo Daniele Ciprì, Maresco ha firmato film come Blob, Cinico Tv e Totò che visse due volte. Cinismo, ironia e poesia sono la cifra con cui il regista racconta la sua Palermo, in una ripresa dal basso, dal punto di vista di quell’umanità al margini del sistema. Nella sua ultima e provocatoria opera dal lungo e malinconico titolo, La mafia non è più quella di una volta, Maresco torna a parlare di mafia, di Sicilia, di politica e di potere, sempre attraverso il volto e le parole del suo fedele alter ego, Ciccio Mira, personaggio a metà strada tra realtà e fantasia, uomo cinico e insulso, un perdente nello spirito.

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Valentina Cognini

Nata a Verona 24 anni fa, nostalgica e ancorata alle sue radici marchigiane, si è laureata in Conservazione dei beni culturali a Venezia. Tornata a Parigi per studiare Museologia all'Ecole du Louvre, si specializza in storia e conservazione del costume a New York. Fa la pace con il mondo quando va a cavallo e quando disquisisce con il suo cane.

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