FANO (PU) – Nel 1961 è stato ritrovato a largo della costa fanese, provincia di Pesaro, dal peschereccio italiano Ferruccio Ferri. Si tratta della scultura in bronzo, alta quasi un metro e mezzo e attribuita a Lisippo, il grande artista greco del IV secolo avanti Cristo. Dopo essere apparso più volte sul mercato illegale, il cosiddetto Atleta di Fano è stato acquistato dal Jean Paul Getty Museum di Malibù per 3,98 milioni di dollari. Da allora l’opera è oggetto di una contesa diplomatica fra lo Stato italiano e il museo statunitense.
Ora il bronzo lisippeo rischia di non tornare in Italia: dopo otto anni di battaglia giudiziaria, tutto deve essere rifatto, tornando al Gip di Pesaro, dove nel 2010 è stato ordinato il sequestro della statua. La Corte di Cassazione infatti ha disposto (secondo gli orientamenti della Corte europea dei diritti dell’uomo) l’udienza pubblica, e non – com’è stato fatto finora secondo il Codice di procedura penale – il processo in camera di consiglio a porte chiuse. L’iter, insomma, deve ripartire dall’inizio.
Alberto Berardi, dell’associazione culturale Cento Città, ha dichiarato all’agenzia di stampa Ansa: «Non siamo demotivati nel continuare la battaglia. Ricominceremo a battere i pugni sul tavolo per riavere il Lisippo, un’opera esportata clandestinamente ed appartenente allo Stato italiano, e alla città di Fano in particolare. Vedremo se oltre al procedimento giudiziario potremo instaurare una trattativa con il museo californiano per riaverla indietro, così come avvenuto per altre opere tornate in Italia».
A.P.
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