COSENZA – Trovare un oggetto leggendario che si credeva perduto per sempre è il sogno di ogni archeologo; da oggi c’è chi ci prova davvero. Secondo adnkronos hanno preso avvio, infatti, i lavori di ricerca della tomba di Alarico, re dei Visigoti morto vicino a Cosenza nel 410 d.C. A dare l’annuncio ieri alla Camera dei Deputati è stato il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto, secondo cui le risorse investite per il progetto ammontano per ora a poche decine di migliaia di euro «interamente coperte dalla Fondazione Cassa di Risparmio della Calabria e della Lucania, ma contiamo di trovare altri fondi».
La storia della morte e della sepoltura di Alarico si mescola alla leggenda: allontanatosi da Roma carico di bottino dopo tre giorni di saccheggio, sarebbe morto poco tempo dopo nella zona della provincia calabrese. Per onorarlo i suoi soldati fecero deviare il fiume Busento e lo seppellirono nel suo alveo, ripristinando poi il normale corso del fiume; perché non rivelassero l’ubicazione della tomba, fecero poi uccidere gli schiavi che avevano svolto le operazioni. Narra la leggenda che insieme ad Alarico fu sepolto anche il suo tesoro, frutto del saccheggio di Roma. Sebbene la Città Eterna non fosse più all’epoca capitale dell’Impero Romano, le ricchezze possedute nel 410 dovevano essere immense: si stima, infatti, che il tesoro di Alarico ammonterebbe a 25 tonnellate d’oro e 150 d’argento.
S.F.