MILANO-Dalle sculture africane alla Barbie: il passo non è breve, e appare come minimo ardito. Il Mudec di Milano, dopo l’esperienza deludente (troppo poche le visite rispetto a quanto auspicato, circa 400 al giorno, per un incasso sotto le aspettative) di Africa. La terra degli spiriti, mostra di apertura del neonato museo, strizza infatti l’occhio a uno dei prodotti più pop dell’immaginario collettivo, con un’esposizione dedicata alla bambola per eccellenza. Il titolo della mostra, che aprirà il 28 ottobre, sarà “Barbie. The Icon”, e saranno esposti modellino, foto, esemplari rari della fidanzatina plastificata di Ken.
Se la società 24 Ore cultura, socia del Comune nella gestione del museo e produttrice dell’esposizione, ritiene in un comunicato di rendere onore alla vocazione originaria del Mudec (ovvero la custodia e la promozione delle collezioni etnografiche extraeuropee a Milano) considerando «Barbie un’icona globale» simbolo di emancipazione, molte sono tuttavia le voci che si levano contro l’iniziativa. Secondo Luca Gibillini, consigliere comunale di Sel, «Barbie è un simbolo della superficialità occidentale, ha contribuito a creare i peggiori stereotipi sulla bellezza e sulle donne».
Critico anche l’ex assessore alla Cultura Stefano Boeri: «Subito ho pensato ad uno scherzo. Così si rischia di compromettere il profilo di un museo appena nato “. Una scelta, insomma, che non manca di alimentare polemiche, smuovendo anche l’interesse delle forze politiche.
M.D.